Montezemolo e De Benedetti pro tassazione sulle rendite, poiché loro non la pagano
La parte più "avveduta" e la tassazione delle rendite
Poco dopo che la fondazione-lobby di Montezemolo, Italiafutura, se ne esce sostenendo le tesi sindacali, Epifani commenta che la parte più "avveduta" di Confindustria è d’accordo per aumentare l’imposizione fiscale sui beni finanziari delle persone.
Francamente non è che non lo sapessimo già che personaggi come Montezemolo e De Benedetti sono più che favorevoli alla tassazione delle rendite. Non è la prima volta che lo dicono e fra l'altro considerando la loro situazione patrimoniale si capisce anche perché. Questa parte più "avveduta" di Confindustria è proprio quella parte che più utilizza strutture societarie e residenze in paradisi fiscali per eludere completamente persino l'aliquota del 12,5% che colpisce i risparmi della gente comune. La tassazione delle rendite non tocca minimamente i baroni di un certo feudalesimo industriale come il Montezemolo e il De Benedetti. E quindi che volete che gliene importi a costoro se in Italia i comuni mortali sono costretti a pagare il 20% anziché il 12,5%? A loro non cambia nulla: continueranno a fare come sempre: a non pagare nulla. Incidentalmente le famiglie di riferimento a cui questi due "illustri" personaggi appartengono salgono di frequente agli onori della cronaca per scandalucci quali insider trading e manipolazione del mercato azionario (a cui di solito giornali quali la Repubblica e l'Unità danno scarso peso, preferendo di gran lunga le avventure erotiche del primo ministro). Ma non solo. I sindacalisti e la pessima sinistra di Bersani propongono di usare l'introito derivante dalla tassazione delle "rendite" per abbassare le tasse a Confindustria. Quindi i nostri due disinteressati notabili, oltre a non pagare nessuno scotto, incasserebbero anche benefici fiscali per le loro aziende in Italia. Caro Epifani, certo fai bene a dire che la parte più "avveduta" di Confindustria è d'accordo con te sulla tassazione delle rendite. Ben ne si colgono i motivi.
Forse meno noti però sono i vostri motivi, carissimi Epifani e Bonanni, per continuare a chiedere una tassazione che colpirà i piccoli risparmiatori dei ceti medio-bassi e che farà solo sganasciare di risate i detentori di grandi patrimoni e i vari furbetti residenti nei paradisi fiscali; una tassazione, cari sindacalisti, che, guarda, guarda, vi trova in piena sintonia con i due figuri suddetti, le cui famiglie sono fra le principali attrici di quella speculazione che a parole dite di voler tassare. E allora quali sono i motivi che vi spingono a mostrare quanto ipocriti siano i sindacati italiani?
Non sarà forse, caro Epifani e Bonanni, che i vostri fondi pensione sindacali (a tassazione agevolata) si troverebbero avvantaggiati con una fiscalità più onerosa gravante sulle altre forme di risparmio? Sarà questo il motivo della ritrovata unità di intenti sindacale? Un semplice conflitto d'interesse sindacal-corporativo? E poi, caro Epifani, c'è anche il fatto che non sarebbe male se il governo di Berlusconi prendesse a pedate il ceto medio. No? In fondo sei anche scusabile, caro Guglielmo, in fondo cerchi solo di guadagnarti la poltrona che il PD ti ha già confezionato. Povero piccolo pagliaccio (in senso affettuoso, naturalmente).
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