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Milano celebra il centenario del Manifesto futurista

Finalmente, a distanza di cento anni dalla nascita dell’avanguardia, Milano celebra il Futurismo con una imponente, ricca e, soprattutto, completa esposizione. Palazzo Reale, infatti, ospita “Futurismo: 1909 – 2009”, la mostra che con evidente intento didattico ricostruisce l’avanguardia fondata da Filippo Tommaso Marinetti.

Nel passato sono state diverse le iniziative dedicate a singoli esponenti del Futurismo, ma soltanto oggi si è riusciti a riconsegnare alla storia e alle sue ricostruzioni il percorso di questo eclettico ed eterogeneo movimento di avanguardia.

Organizzata secondo il criterio cronologico, la mostra ripercorre il Futurismo dalle origini, partendo dalla cultura visiva radicata a Milano alla fine dell’Ottocento, per comprendere i residui e i motivi che hanno poi caratterizzato l’esperienza artistica dell’avanguardia. Tutti i più importanti firmatari del Manifesto Futurista - che veniva pubblicato proprio il 20 febbraio 1909 su “Le Figarò”-, da Carrà a Boccioni, da Balla a Russolo, sono legati da un comune passato simbolista e divisionista. Proprio nell’ambito del divisionismo (rappresentato da diverse opere, prima fra tutte il grnade capolavoro di Previati, Maternità) i futuri futuristi hanno sperimentato la scomposizione del colore e hanno valorizzato il ruolo della luce. È da queste prime esperienze che si evolve l’avanguardia futurista: gli anni Dieci vedono come protagonista, sia nella pittura che nella scultura, il dinamismo plastico, lo studio del movimento, l’esaltazione della velocità e della modernità, anche con un chiaro riferimento alla scomposizione delle forme teorizzata dai cubisti; gli anni Venti si caratterizzano per la presenza degli idoli meccanici: sulla macchina, anche quella umana, si focalizza l’attenzione dei futuristi, fra i quali si ricordano anche gli appartenenti del gruppo futurista torinese; negli anni Trenta, infine, si afferma l’aeropittura che sperimenta una nuova dimensione di ricerca rappresentativa, aprendo all’“immenso dramma visionario e sensibile del volo”.

Alle sperimentazioni della pittura e della scultura si affiancano molte e svariate esperienze futuriste nell’ambito della fotografia, della scena teatrale, dell’arte decorativa, dell’architettura e della pubblicità, oltre che nell’ambito della letturatura (con il Paroliberismo teorizzato da Marinetti). Quella futurista, dunque, è un’avanguardia penetrata nel mondo dell’arte, della comunicazione e della quotidianità in maniera profonda e questa mostra riesce a rendere l’idea e la complessità dell’essenza poliedrica e delle numerose sfaccettature che hanno caratterizzato il movimento.



Nonostante la scomunica da parte degli intellettuali alla fine della seconda Guerra Mondiale, il mondo dell’arte ha saputo cogliere, riproporre e aggiornare alcuni motivi dell’avanguardia futurista che restano in eredità all’arte contemporanea.
È questa, dunque, l’occasione per ammirare la genialità e la sperimentazione di molti grandi capolavori futuristi; forse l’unica occasione per apprezzare alcune preziose opere appartenenti a collezioni private.

A Palazzo Reale fino al 7 giugno 2009

 

 
Per www.panorami.info Francesca Misiano

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