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Mia analisi sulle Elezioni in Abruzzo

Analisi informale sull’esito delle REG2008 in Abruzzo, con la vittoria di Chiodi su Costantini. Debacle del PD, aumento impressionante dell’IDV, incoraggiante incremento della Sinistra extra parlamentare.

http://termometropolitico.wordpress...

La giornata di ieri ha visto il nostro blog e AgoraVox in prima linea nel seguire le elezioni regionali abruzzesi. I risultati che abbiamo conseguito sono davvero incoraggianti in previsione del piatto forte, quello delle Europee2009. Seguiteci dunque perchè avremo delle novità estremamente interessanti da proporvi, inclusi sondaggi e previsioni su modelli tutti nostri.

Detto ciò, vorrei scrivere due righe sulla vicenda Abruzzo 2008. Durante lo spoglio ero in viaggio per tornare in Italia e quindi mi sono perso il can can dei vari exit polls. Onestamente mi aspettavo i seguenti risultati

  1. cdx in vantaggio di molto
  2. IdV che avrebbe incalzato da vicino il PD
  3. UDC in aumento rispetto alle politiche (5,9%)
  4. A Sinistra del PD di poco oltre al disastro di Aprile

Ho azzeccato solo il punto 2: Chiodi ha vinto di 6 punti percentuali su Costantini, quindi il punto 1 è andato in malora. L’IdV (dal 7 al 15%) a meno 5 dal PD (sotto il 20% e partiva dal 33.5%). UDC arretra di mezzo punto percentuale. L’Arcobaleno prese il 3,2%: dopo 8 mesi circa prende il 2.23 con Fava&Co, il 2.84 con Ferrero e l’1.86 con Diliberto. Circa il 7%. Notevole. Va bene che non bisognerebbe mischiare capre con cavoli (POL2008 e REG2008), però il dato politico è chiaro e la tendenza abruzzese potrebbe essere un buon viatico per le europee.

Ho ascoltato in questo periodo alcuni interventi di Paolo Ferrero: niente da dire, Paolo è un compagno di un’onestà umana sconcertante ed è sempre stata questa sua qualità secondo me il suo Tallone d’Achille. Ovvero, non sarebbe mai capace di cacciare a calci nel culo Sansonetti, nè a pretendere maggior rigidità e senso del partito (vedasi questione Vendola e Liberazione). La mossa di RC di puntare sulle politiche sociali pratiche e visibili al pubblico (GAP per citare la più famosa), di presentarsi alla manifestazione di Roma in gran spolvero stanno coadiuvando la difficile risalita della china.

Certo, il 2.84% per RC, ripensando al nostro recente passato, è roba misera, scarto volgare e putrido causato da meccanismi più grossi di noi (non è colpa nostra se non siamo mai stati capaci di essere degli scalatori di banche come i Diessini). Non voglio illudermi, RC deve puntare almeno al 4% (io ho sempre pensato al 5, ma mi dicono dalla regia che sia aspettativa orfico-gilgameshiana). Mi dicono anche che si potrebbe aspirare ad un più limitato 3% per usare le POL2008 come termine di paragone. Sarà, io penso che RC debba aspirare a qualcosa di più, ne ha i mezzi, ha l’elettorato il quale si è solo smarrito non liquefatto. Con Ferrero abbiamo acquisito l’immagine di un partito finalmente operaio (Paolo è stato operaio, a differenza di Vendola e Bertinotti i quali a malapena hanno fatto bricolage. Almeno nella dirigenza nazionale un operaio lo esigo!).

Tornando all’Abruzzo, ne deduco un dato su tutti: l’effetto Del Turco si è fatto sentire (intanto il marpione sostiene di pensare alla prospettiva di passare al PDL in chiave EUR2009. Che faccia di bronzo che si ritrova questo ometto qualunque pasoliniano. Affossò i socialisti, poi i socialdemocratici, poi la rosa nel pugno ed infine il PD abruzzese. Che vada pure nel PDL così affosserà pure quello e ci leviamo dalle scatole qualche forzista) ma meno di quello che mi aspettassi in termini partitici, non in termini popolari (53% di elettori, astensione mostruosa): anche i pacifici e quieti abruzzesi si devono essere rotti 3/4 di capoccia pastorale a vedere un branco di affaristi senza scrupoli promettere sempre mari e monti e poi farsi i cavolacci propri nel modo più illegale possibile (arrestato ieri il sindaco di Pescara del PD, tanto per cambiare e gradire).

Il PDL si porta a casa la regione, niente di imprevedibile, ma con meno margine e Costantini potrà fargli vedere i sorci verdi.

Sconcertante la prestazione del PD, sia in chiave locale (passi il caso Del Turco, un 20% però non si può vedere neanche al buio), sia in chiave nazionale (chissà cosa succederà allora in Campania e regioni Rosse sotto indagine?). L’IDV lo tallona ormai a pochi passi, rosicchia voti - ma non alla destra, come si spererebbe, sigh! - e si corre il reale rischio di un sorpasso in qualche comune d’avanguardia martinettiana. Veltroni ha sostenuto che il voto abruzzese sia stato un chiaro segnale di questione etica verso il PD.



Porca zozza, che analista coi contro fiocchi che è il segretario, si vede che NON ha fatto le scuole alte. Ed ora se ne rende conta che esiste per i suoi elettori una questione etica? Berlinguer, meno prosaicamente e pacatamente, l’aveva chiamata la questione morale, e si trovava al 33% in tempo di Brigate Rosse. Berlinguer a quest’ora avrebbe preso i furbacchioni piddini e li avrebbe messi alla gogna pubblica con tanto di cappello da asino e zampe di suino.

Il PD al 20% alle EUR2009 quindi non è questa falsa chimera che i soloni piddini del Loft abbandonato detrattavano qualche mese fa’. Molto bene, se scoppola deve essere, che scoppola sia e pure funesta aggiungo io. Ed il vaso di Pandora delle amministrazioni comunali verde-pistacchio ancora non è stato scoperto completamente.

Un’elezione regionale non può portare alle dimissioni del segretario; certo che se dopo Giugno queste saranno le percentuali, Veltroni farebbe bene a ricordarsi di mantenere la promessa che fece di fronte a Fazio nella sua trasmissione televisiva (di una noia e banalità disarmanti) ed espatriare in Africa, sebbene abbia timore per le già povere popolazioni africane nella prospettiva di vedersi piombare nelle loro esistenze questo affossatore della Sinistra Italiana, incapace di vincere anche solo una partita a biglie sulla spiaggie di Ostia con suo nipote (se mai ne abbia uno).

La questione morale Berlingueriana, una volta pseudo-cavallo di Troia della Sinistra italiana, ormai è un boomerang contro le nostre coscienze di elettori onesti, causa politici corrotti che abbiamo sempre votato: il PDL sta prendendo la palla al balzo e ciò dimostra come in Italia la giustizia sia ormai alla mercè dei vari Barabba, ladroni del Deserto e predoni dei Caraibi. Se anche Berlusconi ci prende per i fondelli vuole dire allora che abbiamo e stiamo raschiando il fondo del barile con le nostre natiche ormai erose, scorticate e callose.

Di Pietro ha sostenuto che da ora in poi la questione etica nelle proprie preferenze sarà un dogma: il PD, a malincuore, si deve accodare. Con malavoglia (come direbbe il buonanima Verga) i dalemiani vorrebbero abbandonare la realpolitik. Non conoscono nient’altro nella loro mentalità micro-borghese. Noi elettori non dovremmo fargliene passare una, controllando e sorvegliando ogni minimo segno di illegalità (ed ultimamente abbondano come il riso sul volto degli stolti).

La bastonata possiamo solo dargliela col voto, l’astensione in sè conta poco ed un nulla infinitesimo sotto vuoto spinto interstellare: negli USA si vota con meno del 50% degli aventi diritto (lasciamo perdere il caso Obama, più unico che raro, si ripeterà solo più se si presenterà una donna ispanica) e nessuno si sogna di delegittimare la classe politica testè eletta. La nostra tanto vituperata e mai applicata Costituzione non prevede elezioni più legittimate in funzione del peso elettorale votante ed è giusto che sia così. Non è tanto gusto che chi non vota abbia però poi l’ardire di rompere le palle perchè le cose non funzionano, specie se non agiscono almeno direttamente nella società civile: insomma, i soliti “chiagne e fotte”, tipico della cultura latino-mediterranea, di casa nella penisola a forma di stivale di Pulcinella (che non portava stivali, ma tantè).

Voglio perciò congedarmi con un augurio: auspico che il giorno in cui dentro il PD affermeranno “signore e signori, ci siamo comportati da mascalzoni ed ora vogliamo sdebitarci con la vostra pazienza” sia dietro l’angolo, perchè la Sinistra italiana non può più permettersi una dirigenza così inutile e fallimentare come quella di Veltroni, D’Alema, Rutelli, Binetti e Bettini. Andate a zappare la terra, perdenti nati.

Auguri di Buon Natale ai volenterosi.

http://termometropolitico.wordpress.com/2008/12/16/mia-analisi-sulle-elezioni-in-abruzzo/

Commenti all'articolo

  • Di Rocco Pellegrini (---.---.---.116) 16 dicembre 2008 12:26
    Rocco Pellegrini

    Non condivido le "lezioni" che trai sulle elezioni regionali abruzzesi se non su un punto la sconfitta di Veltroni e della linea ondivaga del PD.
    Veltroni ha completamente sbagliato la politica del PD dopo le elezioni politiche dell’aprile di quet’anno.
    Non è stato in grado di dare continuità alla linea politica sulla quale aveva fatto le elezioni di primavera ed è riuscito a far diventare Di Pietro un gigante, dimostrando che non è un "buon amministratore delegato".
    Se la linea del PD doveva essere questa, cioè rimettere in pista tutta l’allegra brigata che ha portato al fallimento di Prodi, perchè il PD ha fatto quel tipo di campagna elettorale nell’aprile 2008?
    Le elezioni in Abruzzo sono impietose, da questo punto di vista, e chi, come me, aveva sperato in un PD finalmente riformista e fuori dal massimalismo dell’Unione vede nel comportanmento del PD un tragica coerenza, una sorta di cupio dissolvi.

    Forse bisognerà concludere che i "diessini" non sono mai stai dei veri riformisti ma una delle tanti varianti del massimalismo iatliano che ha sempre impedito l’esistenza di una sinistra di governo in questo paese.
    L’Idv si limita a cannabalizzare i suoi alleati e, dunque, non aiuta certo lo schieramento progressista a vincere, anzi lo candida ad una marginalità permanente e senza speranza.
    Berlusconi può dormire sonni tranquilli che se il suo avversario sarà Di Pietro fonderà una dinastia e tra qualche anno vedremo Berlusconi presidente della repubblica e Pier Silvio presidente del consiglio.
    E’ un momento tragico per la sinistra italiana e Veltroni, questa si è una questione morale, dovrebbe dimettersi perchè se questi saranno i risultati delle europee allora non ce ne sarà più per nessuno.
    • Di termometro (---.---.---.17) 17 dicembre 2008 02:49

      Rispondo a Rocco

      Vado per punti, altrimenti il tutto risulta confusionario, con una premessa: la mia analisi è individuale e NON è rappresentativa di tutto il blog del termometro politico. Sono certo che altri collaboratori avranno idee diverse. Perciò, ciò che dico è esclusivamente concezione mia e solo mia. Ci tenevo a rammentarlo prima di proseguire

      Andiamo perciò per punti

      1. non sono un riformista, non avendo per me quel termine alcun significato assoluto nè filosofico degno di nota. Cosa vuol dire essere riformisti? Non l’ho mai capito onestamente. Io lo reputo solo un connotato tecnicistico, non politico. Come chi si ritiene avanguardista piuttosto che retrò.
      2. Di Pietro fa quello che il PD fece con la sinistra comunista-ecologista: raccoglie a sè tutti coloro i quali non si sentono più rappresentati da chi lo dovrebbe fare. Il PD di 8 mesi fa’ fu uno squalo, anzi ben peggio, fu cannibalismo allo stato puro. Oggi ne subisce le conseguenze
      3. tu imputi questo atteggiamento dell’elettorato alla carenza di riformismo in prima battuta. Sarà (vedi il punto 1). Io associo tale scoramento globale all’incapacità programmatica (che non è congrua al solo riformismo) di porre un freno alla debacle della società italiana.
      4. affermi che il carrozzone Unione non vada più presentato. Perchè? Per puntare ad un partito democratico in salsa USA si dovrebbero possedere almeno due peculiarità mancanti 1) democrazia partecipativa diretta interna 2) capacità di convivere con le correnti interne, sulla scia dei laburisti inglesi. L’Unione non era altro che un insieme di correnti separate e disgiunte. Al momento nel PD esistono 3 correnti, le quali hanno ben poche differenze tra loro.
      5. questione Di Pietro: da non suo elettore, ammiro la sua dedizione all’affossamento dell’ipocrisia piddina sul dilemma anti o meno-anti berlusconismo. Io propendo convintamente per l’antiberlusconismo. Il PD non può esserlo per il semplice fatto che, come dimostrano i fatti di cronaca recenti, ha da risolvere la sua mastodontica questione morale. Come fa ad attaccare Berlusconi se sono loro i primi a delinquere? Lo attaccano allora sull’economia e società, negando la questione giustizia e legalità, affermando che non è su questi argomenti che si batte Berlusconi e che al popolo italiano non frega nulla. Glielo hanno mai chiesto ai loro elettori cosa freghi realmente? NO. Ergo, non avendo inoltre ricette pragmatiche per affrontare le crisi attuali, si mascherano dietro slogan di una banalità sconcertante. Brown ha agito contro la crisi, stessa cosa Obama. Veltroni nega solo quello che propone Berlusconi. Oltre a ciò ha nelle sue file degli indagati non propriamente per furto di mele al mercato rionale.
      Per ora mi fermo qui.
      Saluti

      Marco
  • Di silvano (---.---.---.163) 16 dicembre 2008 12:31

    Ho votato anche questa volta...ma a malincuore.Se l’ho fatto è perche’ tra le tante promesse elettorali ce n’è una che dovrebbe risolvere il trasporto tra Roma e Pescara;e cioè il raddoppio della linea ferroviaria!Tra Berlusconi,Chiodi e Letta spero nel miracolo...ma mi sono gia pentito per l’annuncio di elevare la pensione di VECCHIAIA alle donne (praticamente con un piede nella fossa) MAH!!! Essento gia pensionato e avendo sposato una donna un po piu giovane di me la poveretta andrebbe in pensione dopo la mia morte!Fermate il mondo voglio scendere!!!

  • Di Elia Banelli (---.---.---.59) 16 dicembre 2008 16:22

    Non sono affatto d’accordo con la teoria secondo cui Di Pietro "cannibalizzi" gli alleati. Semplicemente dopo l’eredità Del Turco, il Pd ed il centro-sinistra erano visti come il vecchio, con tutti gli scandali che si portavano dietro. L’Idv ha più che raddoppiato i consensi rispetto alle regionali del 2005 ed un motivo ci sarà.
    Certo, alla fine vince Berlusconi, ma non perchè Di Pietro cannibalizza, ma perchè buona parte del Pd preferisce fare accordi con l’Udc e mandare pizzini agli avversari. E gli elettori non sono stupidi.
    Se questa è la sinistra oggi, è un problema loro, ma non cominciamo a scaricare le colpe sugli altri.
    L’Italia dei Valori si sta muovendo sui binari giusti ed una quota sempre più alta di italiani sensibili alla legalità, all’etica ed all’onestà nella pubblica amministrazione si sta affacciando all’orizzonte.
    Un segnale che fa ben sperare per il futuro.

    • Di Luigi Ciampitti (---.---.---.122) 16 dicembre 2008 17:55
      Commenti
      La situazione in Abbruzzo è andata così:

      La PDL è scesa rispetto alle politche 2008 di circa 1 punto 

      Il Centrosinistra ha preso il 45,1% e la sinistra, non estrema, è risorta avendo ottenuto circa il 10%.

      Tenendo conto dell’UDC (5,0%) la maggioranza degli Abbruzzesi che si sono recati a votare ha indicato chiaramente che anche in Abbruzzo l’attuale opposizione supera di gran lunga la PDL e che la Luna di Miele è finita.

      Rispondetemi senza mettere al primo posto l’appartenenza ad uno schieramento.

      Aspetto risposte per un confronto di opinioni.

      Preciso che non sono schierato, che sono un ex dirigente Montedison ed Eni attualmente sono in pesione ma svolgo ancora attività di comsulente, che sono stato assistente professore di impianti chimici al politecnico di Milano, che ho scritto oltre 100 articoli scientifici, che ho fondato un premio di poesia a Novara (il Premio Paniscia che si tiene da 20 anni), che ci sono strade e Palazzi e montagne a mio Cognome che un mio AVO il Nobile Nicola Ciampitti è sepolto nel Duomo di Napoli ed era Presidente dell’Accademia Ercolanese, che mio zio Carlo Ciampitti ha abbattuto nella prima guerra Mondiale il Comandante dell’Areonautica Austrica l’asso degli Assi il Barone Testa Rossa Fank Linhe Crawford sepolto nel Duomo di Salisburgo, che mio Nonno Luigi era Cavalire e Grande Ufficiale della Corone d’Italia che sono sposato con Ina Renate Richeter cittadina tedesca che ogni giorno mi ricorda che in Italiia mancano i princioi etici e che inquisiti è condannati, compreso Berlusconi, siedono al Parlamento.

      Vi saluto con stima.

      Saluti

      luigi Ciampitti

       
    • Di Rocco Pellegrini (---.---.---.2) 16 dicembre 2008 20:29
      Rocco Pellegrini

      Quello che conta alle elezioni è chi vince ed il resto è secondario.
      Dunque è l’impianto del tuo commento che, a mio avviso, è sbagliato.
      Cercando, comunque di entrare nel merito quando dici che la sinistra non estrema è risorta a chi ti riferisci?
      Spiega meglio.
      La sconfitta del PD è evidente e tutti sono d’accordo e dovresti convenire che se va giù il PD non vedo chi è l’alternativa al centrodestra.
      Non credo sia Di Pietro che non è di sinistra.

    • Di termometro (---.---.---.17) 17 dicembre 2008 02:51

      Perchè sostieni che la sinistra radicale sia al 10%? A me sembra il 7%, ma forse mi son perso qualcosa.

      Saluti

      Marco

  • Di GABRIELE (---.---.---.105) 16 dicembre 2008 20:44

    d’sccordissimo con l’analisi di elia.
    IDV si sta muovendo nella direzione giusta ,il pd se vuole tornare in quota e’ meglio che prenda appunti ed espella dal partito le mele marce(villari,latorre ecc..)
    forza di pietro ,i valori etici devono prevalere su tutto

    penso che bersani l’abbia capito e infatti questa sarebbe l’accoppiata giusta alleata per stendere i furbetti del governino

    avanti cosi IDV

    • Di termometro (---.---.---.17) 17 dicembre 2008 02:54

      Su questo nasce la mia critica all’IDV: un partito senza democrazia interna, sulla falsa riga di FI non può portare avanti tematiche etiche senza subire forti critiche.
      O l’IDV risolverà al più presto questo problema statutario oppure vedrò sempre con un certo sospetto il partito (non le idee che propone). C’è una grossa differenza per me.

      Saluti

      Marco

  • Di giacomo (---.---.---.177) 17 dicembre 2008 15:14

    Siamo alla fine.

    Il pd si mostra per quello che è.
    Dopo la sconfitta delle politiche 2008 il pd continua a sbagliare.
    Dopo l’ennesima sconfitta in abruzzo.
    Il PD, invece di imparare qualcosa da quella sconfitta e di aprirsi alla gente, si chiude a riccio, il PD diventa ed è come un convento di clausura (con tanto di rispetto per le suore che, prendendo i voti, scelgono di vivere in solitudine in ambienti appartati, lontano dalle persone laiche) un partito che invece di includere, cosi come dice a parole, fa di tutto per escludere, anziché aggregare e unire, divide e allontana dal partito.
    Perché, è importante non votare più il pd.
    E’ IMPORTANTE PER INDURRE A RIFLETTERE E PER CONVINCERE I DIRIGENTI A RISOLVERE LE TANTE COSE CHE NON VANNO NEL PD .
    1) La leadership
    2) Le lotte clandestine interne al pd
    3) Il pd nel panorama europeo dove si colloca, non si sa
    4) Le strategie per radicare il partito nel paese,
    5) Decentralizzazione del partito
    6) Autonomia territoriale
    7) Un partito moderno e snello: non FUNZIONA niente.
     
    "Per non dare un voto ad un partito che a livello nazionale e locale se ne frega della gente, che calpesta la democrazia, che non tiene in alcuna considerazione il loro giudizio e le loro istanze.
    Perché l’aderirvi non vi garantisce il rispetto di manifestare le proprie idee i vostri diritti di elettore e di militante .
    No perché, il PD non ti permette di pensare e costruire un mondo migliore, la loro unica aspirazione “primaria” è quella di servirsi della politica, una politica che ha come unico impegno, quello di non cambiare nulla, non cambiare la realtà clientelare di epoca democristiana, anzi, di alimentarla in maniera più spregevole, una politica nazionale e locale che non parte dalla strada o dal proprio quartiere, non parte dai bisogni reali collettivi, ma dai propri egoistici interessi!
    Il pd non sarà mai un partito forte e radicato;
     
    radicato e capace di essere presente in ogni dove, nelle scuole, negli atenei , nei posti di lavoro, partendo da un vero e reale cambio generazionale;
    un partito in cui i giovani possono essere un pezzo di società italiana, che più concretamente può far vivere e dar corpo a un progetto politico autentico e rinnovatore.

    Non è più gradevole e possibile assistere nel 2008 alle liti interne al PD tra IL LEADER MAXIMO e Walter, sembra come tornare indietro ai tempi del p.d.s , cioè 1994, siamo fermi a 14 anni fa.
    Questa è la nuova dirigenza del PD: litigiosa e inconcludente, il duello per la “leadership” tra D’Alema-Veltroni sembra essere l’unica cosa che interessa al PD, infischiandosene della crisi economica e della “congiuntura”, gli elettori del PD devono assistere impotenti alla ennesima sfida tra dalemiani e veltroniani, senza tener minimamente conto del fatto che nel frattempo nel partito sono confluiti anche gli ex popolari e la margherita, chi se ne frega, tanto questa è “ cosa nostra”.
    Una sfida tra oligarchi, se tutto si ridurrà a una lotta tra D’Alema e Veltroni, il pd è destinato al fallimento, una semplice continuazione dei ds, un disastro, un progetto di autosufficienza di governo tanto declamato da Veltroni anch’esso destinato al fallimento.
    E’ sotto gli occhi di tutti, l’obiettivo di Maximo è quello di costituire delle correnti interne attraverso la nascità di fondazioni culturali, logorando lentamente la poca credibilità di Walter, gli atteggiamenti inqualificabili di molti “servi schiocchi” di Maximo, in particolare il parlamentare del PD Nicola La Torre mentre passa in diretta televisiva il “PIZZINO” ad un parlamentare di destra, questa è la prova inequivocabile del malessere diffuso del PD, che non ha ancora sbollito e digerito la sconfitta alle politiche da parte del cavaliere.
    La Torre un dalemiano che inciucia con “Bocchino” per far sfigurare un alleato (Bonelli dell’Italia dei Valori) in diretta tv... giudicate voi... questi sono quelli che vorrebbero governarci e rappresentarci?
    Un paradosso, considerato che Veltroni alle politiche 2008 scaricò i compagni Bertinotti e Diliberto per allearsi con il caro Tonino nazionale (simpaticamente chiamato da D’Alema “il portavalori”), che prontamente ha approfittato dell’opportunità occupando lo spazio lasciato libero dalla sinistra estrema, per dirla alla Veltroni, sinistra vera per altri.
    Possiamo proseguire citando un altro caso clamoroso, Villari alla vigilanza Rai al posto dell’indicato Leoluca Orlando.
    Il PD è nato male perché Veltroni decise di rompere con i compagni di rifondazione e comunisti italiani, oggi alleati per le elezioni provinciali di Taranto.
    Questi dirigenti PD pensano, sbagliando, che i propri elettori, a seconda delle elezioni di turno, debbano seguirli sempre votando un partito, senza nessun viatico, senza progettualità chiare ed univoche, senza alleanze organiche, senza una leadership condivisa, senza una collocazione europea, (socialisti europei o riformisti europei? “questo è il dilemma”) senza radicamento sul territorio, senza autonomia territoriale.
    Un partito centralista e ingessato, alla vecchia maniera.
    Roma decide tutto, anche chi ci deve rappresentare a Palagiano, Taranto e in Puglia.
    Continua ad essere un partito di burocrati, servi schiocchi, raccomandati, incapaci, tutte virtù all’insegna della “ meritocrazia”.
    Con questi comportamenti il PD garantirà al PDL il successo per tanti anni ancora.
    Per questo, molti giovani e vecchi militanti non voteranno il PD.
    I cittadini Italiani, i pugliesi e i Palagianesi vorrebbero scegliere loro da chi farsi rappresentare: da donne e uomini di un Italia migliore, un Italia del domani e non di ieri.
    Il sogno democratico è al fallimento, sfuma la possibilità in cui tanti credevano: dare vita ad un partito moderno e snello.

    Tranne se si ritornasse a vecchie alleanze larghe sul modello Unione, che per molti sono l’unica soluzione, ed è una soluzione avversa all’impronta maggioritaria che Veltroni ha dato e vuol continuare a dare al “suo” PD.
    Non vincere a tutti i costi, ma fare alleanze programmatiche ed evitare la fine che ha fatto Prodi, per ben due volte.
    Un partito in cui finalmente ciascuno si senta a casa sua e non si viva da separati in casa, o peggio ancora da ospiti in un partito perennemente in transizione, dove albergano tante anime, per lo più perse.
    Un partito allo sbando.
    E’ naturale che non è tutta colpa di Veltroni, anche se lui ce la mette tutta per fare disastri.
    Una valanga di problemi che travolge Veltroni e sicuramente schiaccerebbe chiunque alla guida di un partito con tanta storia e senza un futuro chiaro all’orizzonte.
    Veltroni ha fatto tanti errori e non ha saputo consolidare la propria leadership, dopo il risultato bulgaro alle primarie di ottobre.
    Anche perché, il comandante è indaffarato e preoccupato a tappare le tante falle di una barca che fa acqua da tutte le parti, dimenticandosi di indicarne la rotta.
    La conseguenza è quella di avere un PD diviso e litigioso, debole politicamente e inaffidabile, un’ opposizione sterile e poco fruttuosa per il paese.
    Purtroppo il segretario Walter non è in grado di dare corpo ai propositi e ai progetti proclamati nel discorso di Torino.
    Al Lingotto ci ha fatto solo sognare.
    Trionfatore nelle primarie, vinte perché non aveva avversari, in quanto gli avversari lo sostenevano, in attesa di impallinarlo.
    Poi sono venute alla luce le “megastronzate” sul buon modo di amministrare la cosa pubblica nei comuni governati dal centrosinistra.
    Nella capitale i Romani hanno detto no a Walter e a Francesco.
    Poi, lo scandalo in Abruzzo con l’arresto del Governatore Ottaviano Del Turco.
    Gli scandali della Regione Campania, con la spazzatura a occupare le strade.
    Poi la crisi in Sardegna.
    Le difficoltà in Basilicata.
    Le inchieste in Toscana.
    La sconfitta in abruzzo, con astensione record, che vede vincere il pdl.
    Tutto questo con un partito lacerato da lotte tra big, che si contendono la guida di esso a colpi di fioretto e di sciabola senza esclusione alcuna, SIA A LIVELLO NAZIONALE PROVINCIALE E LOCALE.


    un ex elettore pd....giacomo d.
  • Di Gloria Esposito (---.---.---.223) 20 dicembre 2008 20:37

    L’Italia dei valori sta diventando l’ultimo baluardo della sinistra(il che fa capire il livello di disperazione)all’interno del parlamento:sembra avere una parvenza di onestà e coerenza che il Partito Democratico non puo’ avere perchè è un contenitore di troppe persone (alcune delle quali piu’ di destra che di sinistra).Sono contenta che il Pd stia perdendo terreno su tutti i fronti,cosi prima di esalare l’ultimo respiro sarà costretto a buttare fuori dalla politica un pò di uomini-spazzatura(e solo a Napoli ne avrebbe parecchi).
    Ps :a me fa ridere la parola "rinformismo" che come tutto il Pd ,è un contenitore senza sostanza.

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