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Marina Berlusconi, un accanimento giudiziario contro la nostra famiglia

Basta leggere l’intervista concessa da Marina Berlusconia Daniele Manca del Corriere della Sera per comprendere come dalle parti di Segrate e precisamente alla Mondadori siano allergici alle sentenze dei giudici.

La Presidente del gruppo forse per un vizio di famiglia, interrogata sulla maxi multa che la Mondadori dovrà pagare alla CIR di De Benedetti, fa trapelare tutta la propria rabbia per ciò che è avvenuto. La zarina di casa Berlusconi pensa che nei loro confronti ci sia stato un accanimento giudiziario. Ci ricorda qualcuno?

Significative sono due risposte in cui si dice e non si dice, si insinua e si ritratta, uno spaccato di pensiero da cui emerge il particolare e peculiarissimo senso di Giustizia che alberga in molti componenti della famiglia di Arcore.

Sta dicendo che la sentenza è stata manipolata. Accusa i giudici di un falso? 

"Me ne guardo bene, l’esposto si limita a segnalare alle autorità competenti quanto è accaduto. È un fatto talmente evidente e grave che abbiamo non soltanto il diritto ma addirittura il dovere di renderlo noto, al di là del ricorso in Cassazione che seguirà la sua strada. Il taglio e l’omissione di alcuni passaggi ribalta totalmente la tesi della Cassazione con la conseguenza che noi dobbiamo firmare un assegno da 564.248.108,66 euro. Incredibile? Assolutamente sì, è quello che ho pensato quando i legali me ne hanno parlato. Però, ripeto, le carte sono lì, basta confrontare i testi sul sito della Fininvest. Incredibile, ma vero. Senta, a me paiono scaramucce giudiziarie, costose quanto vuole…"

Altro che scaramucce, stiamo parlando di più di mezzo miliardo.

"Sì, ma è sempre la stessa storia. Eh no. Partiamo dalla sentenza del 1991 della Corte d’Appello di Roma, quella che dava torto a De Benedetti, dalla quale tutto è cominciato. Dopo che uno, uno solo badi bene, dei tre giudici romani era stato condannato per corruzione, per cancellare gli effetti di quella sentenza d’Appello le norme davano a De Benedetti una sola possibilità: rivolgersi al Giudice della revocazione. Non è una formalità, ma un istituto fondamentale, previsto dall’articolo 395 del Codice di Procedura Civile. La Cir però la revocazione, che le regole avrebbero peraltro imposto di discutere a Roma e non a Milano, non l’ha mai chiesta. I termini sono scaduti nel settembre 2007. Morale: azione improponibile, fine della storia".

Che male c’è se è stato corrotto solamente un Giudice dei tre?

Marina, va bene che sei rossa di rabbia perché la multa è davvero salata. Ma uno, due, tre o centomila giudici corrotti che differenza fa? Sempre di corruzione si tratta.

Questo articolo è stato pubblicato qui

Commenti all'articolo

  • Di paolo (---.---.---.141) 7 ottobre 2011 14:17

    Talis pater talis filia .La poverina si lamenta perché in fondo ne hanno corrotto soltanto uno su tre ,dimenticando però anche di dire che il corrotto era il presidente del collegio giudicante .
    Siamo al delirio totale , i Berlusconi hanno una percezione della legge decisamente "sui generis".

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