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Marco Travaglio e la libera informazione

Marco Travaglio e la libera informazione

"La storia raccontata dai fatti e non dai vincitori". Questo è il titolo dell’incontro che ha avuto come ospite d’onore Marco Travaglio il 9 Febbraio, giornalista e scrittore del Fatto Quotidiano, il quale si è impegnato a dare il suo punto di vista riguardo la situazione italiana e ai temi più caldi, che in questo periodo hanno fatto discutere riguardo l’incostituzionalità di certe decisioni. L’evento si è tenuto a San Marzano (SA), ma non ci sono associazioni di mezzo, né partiti politici (figuriamoci visto il personaggio) che hanno provveduto a organizzare l’incontro, ma un gruppo di ragazzi intenzionati a dare voce a quello che oggi sembra essere uno dei pochi giornalisti realmente interessati a esercitare un mestiere, che molte volte viene bloccato o peggio censurato per il "quieto vivere". Nella sala congresso di Palazzo Celentano, i protagonisti sono stati i ragazzi organizzatori: diamo atto a Rossella Liberti, seguita da Salvatore Gaeta, Elena Barretta, Miracolo Giovanna, De Micco Laura e Ida, Ubaldo Ferri.
 
Marco Travaglio e la libera informazione
 
Lo stile è sempre lo stesso, inconfondibile, collaudato da anni prima al Giornale, poi alla Voce, per passare poi alle rubriche di AnnoZero e agli editoriali che tagliano sempre in due l’opinione pubblica. L’argomento in questione, uno dei tanti, è la figura di Silvio Berlusconi. Non poteva essere altrimenti: nella fucina parlamentare non sembrano interessare i problemi del popolo ma solo i problemi del "gran capo" del popolo. Leggi su leggi, riforme su riforme, tutte unite "a parare il culo" al signor B. L’incostituzionalità di certe decisioni fa vergognare in primis noi, ma anche i paesi esteri che non solo possono fare i giornalisti senza impedimenti, ma dipingono il nostro Paese invaso da un degrado morale che difficilmente può avere altro esito. Ma si sa, Berlusconi non lavora da solo, anzi lavora troppo per il Ministro Alfano. Proprio lui lo ha difeso a spada tratta giorni fa dicendo che non ha mai tempo libero, che non può farsi processare e che bisognerà aspettare la fine del suo Governo per "vederlo in aula". Da qui non sono mancati i riferimenti alla D’Addario, a Giampi Tarantini e a tutti quei grandi impegni "politici" che il Presidente del Consiglio ha preferito, rispetto ai suoi doveri primari.
 
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L’esempio "distruttivo" è stato paragonare le alte cariche dello Stato degli altri paesi e al loro buon senso, con quello che invece in Italia sembra essere quasi una bestemmia. Anche per piccoli scandali, per dei rimborsi, i capi di Stato si sono dimessi senza problemi, lodando e felici di rimettersi alla volontà del popolo e al servizio dei magistrati. Quest’ultimi in Italia sono relegati nell’angolo più buio della politica, un bilanciamento di poteri caro a Montesquie ma cancellato in Italia, d’altronde sono "antropologicamente diversi".
 
Eravamo in Campania, dunque non poteva mancare anche una parola su De Luca: il sindaco Del Bono di Bologna si è dimesso per un piccolo rimborso dovuto alla sua ex segretaria, De Luca che ha ben due imputazioni prosegue imperterrito nel suo ruolo. Proprio quest’intervento ha suscitato le proteste di una signora che ha messo alla prova Travaglio, riconoscendo a De Luca il grande lavoro fatto per la città di Salerno. D’altronde non esiste Travaglio se non c’è anche la classica polemica da studio televisivo. Il lavoro fatto dal giornalista è da lodare, così come sono da lodare questo tipo di iniziative, atte a una libera informazione, alla divulgazione di quelli che sono i fatti e non i personaggi delle vicende di un Paese, alla chiarezza che ci viene negata dalla stampa che svolge il ruolo di un giornaletto umoristico piuttosto che denunciare le mancanze che prontamente vengono nascoste per far luce su notizie di gossip atte a rimbecillire chiunque voglia indagare sui fatti. Baci e abbracci, tanti autografi e disponibilità alla fine dell’incontro. "Il figlio di papà" come è stato etichettato da De Luca, si è concesso non solo alle polemiche ma anche ai ringraziamenti concessi dai tanti presenti. Non si dica che sia uno snob.

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