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Marcia indietro: il PdL non ha perso!

Adesso il PdL ci ripensa e spara percentuali in perfetto stile Berlusconi: sono al 28%!

Tutto da riscrivere: in meno di ventiquattr’ore il padre-padrone del PdL ritorna dalla Russia e riprende in mano le redini di quel che resta del PdL. 

Angelino Alfano viene sconfessato dalle parole di B. che ricomincia a dare i numeri. Adesso il PdL è al 28%.

Fermi tutti, abbiamo scherzato. No, non è stata una Caporetto, né un tracollo, tanto meno uno sfacelo, neanche una sconfitta e attenzione a non parlare di catastrofe: il risultato delle urne è da rileggere alla luce della confusione generata dalle sterminate liste civiche, presentate in ogni dove per poter permettere di parare il colpo della prevedibile débacle.

Il PdL ha perso: è sotto gli occhi di tutti, Alfano è inadeguato a reggere le sorti di un partito che non esiste, perché non è mai ideologicamente esistito, basandosi unicamente sulla personalità catalizzatrice ed ispiratrice del leader Berlusconi.

Triste a dirsi, ma non è mai esistito un vero popolo, dietro quella libertà di delinquere squisitamente berlusconiana. Dai tempi di Forza Italia ai deliri di onnipotenza del PdL, non è mai esistita una piattaforma programmatica che indicasse concretamente una linea d’azione, oltre alla pseudosimpatia del leader e alle clientele degli ex AN.

Adesso la palla ripassa al legittimo proprietario, quello che per primo ha investito nella sua immagine resa forte da una continua presenza televisiva sulle tre reti di sua proprietà. Il malcontento è palpabile: gli attapirati Gasparri e La Russa sono colpevoli del crollo, in concorso con l’Agnellino sacrificale Alfano, Cicchitto, e Ibra Capezzone.

Galan non le manda certo a dire e parla di débacle senza mezzi termini, controbattuto duramente da Massimo Corsaro, vicepresidente vicario PdL alla camera che consiglia a Galan di darsi all’agricoltura: è evidente come i nervi siano saltati attorno all’ex premier che è probabilmente l’unico che può condurre il PdL ad una nuova era in cui riuscire ad intercettare almeno il 14% dei suffragi.

Ma stavolta sarà indispensabile prestare un po’ di credito a quello che la base vuole. Il sostegno al governo Monti è stato fatale per il partito di B., da più parti adesso si invoca un ritiro della fiducia all’esecutivo tecnico. Tuttavia appare improbabile un simile atteggiamento, almeno fino a quando il PdL non avrà pulito un po’ la sua immagine da tutti gli scandali che l’hanno insozzata negli ultimi anni.

In fondo non è successo niente che non ci si aspettasse: il popolo di Internet non è quello rincoglionito auspicato da Stracquadanio, ma una massa critica che si informa infischiandosene del TG5 e di Emilio Fede. E’ una comunità che desidera solo amministratori onesti e competenti. Per questo motivo, la stagione politica dei La Russa, Gasparri, Cicchitto e reperti archeologici al seguito dovrebbe concludersi quanto prima.

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