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Manifestazione ai Fori Imperiali: Alemanno e il teatrino della politica

 

Quel che qualcuno definisce il “teatrino della politica” senza, forse, entrare nel pieno del suo significato, ha avuto ieri a Roma la sua ennesima comprova.

Chiarisco meglio quello che intendo come "teatrino della politica". La rappresentazione che avviene e che chiamiamo politica è proprio la rappresentazione di uno spettacolo, o meglio avanspettacolo, in cui i personaggi son sempre i medesimi e mettono in scena spaccati di una realtà sceneggiata.

Appunto, la sceneggiata di merolana memoria. Lui, Lei, “o malamente" e la "malafemmina". Gli attori possono fisicamente cambiare (raramente negli ultimi tempi), ma i personaggi no. E gli spettatori, o meglio quello che con una brutto termine abusato, la “società civile”, di asorrosa memoria, partecipano emotivamente allo spettacolo.

Chi parteggia per Lui, l'eroe; chi per “o' malamente”, il traditore; chi per l'uno chi per l'altro. E lo fanno in maniera così partecipata, tanto da arrivare quando la scena è al culmine del pathos, da gettare anche oggetti contundenti, scarpe, sputi... verso l'avversario, che è il nemico.

In realtà la partecipazione è solo emotiva, in quanto gli spettatori in questi spettacoli sono solo parte passiva. La sceneggiatura non cambierà Lui sarà sempre lui, l'eroe, e "o' malamente" sempre lui, l'antieroe comunque lo si intenda.

La parte attiva in realtà c'è, ed è la parte in cui si paga il prezzo al botteghino, il costo del biglietto. Si perché non solo rendiamo possibile lo spettacolo, la rappresentazione, ma anche paghiamo e prezzi altissimi perché ciò avvenga, si realizzi.

E siamo tanto partecipi, ci rendono tanto partecipi, che ci fanno apparire, quella realtà rappresentata come vera e reale. Tanto che quella che viviamo quando usciamo dalla rappresentazione – quando paghiamo l'affitto, le bollette, quando mandiamo i nostri figli a scuole, quando perdiamo il lavoro – solo virtuale, un intermezzo fra una scena della rappresentazione e un'altra.

Qualcuno penserà “ma questa è solo una iperbole retorica, metaforica”. Non credo: è la realtà.

E quello che è successo ieri a Roma ne è una piccola comprova.

Ieri è avvenuta ufficialmente la chiusura dei Fori Imperiali (una scena della rappresentazione). Da una parte (il LUI della rappresentazione), chi vuole la pedonalizzazione, anche se parziale); dall'altra ( “o' malamente") chi è contrario. Ma le parti si possono tranquillamente scambiare, a libera scelta.

Ebbene, in questa scena si è inserita un'altra sceneggiata. Come in un film in cui si scambiano scene del presente e flash back, presente con il passato con gli attori che si scambiano i ruoli.

Alla messa in scena dello spettacolo di ieri è intervenuta una manifestazione di cittadini di una zona di Roma, l'ennesima, dove si vuol installare una discarica, sempre la stessa che vaga per l'agro romano a seconda degli interessi in gioco.

Fino a qualche tempo fa la parte dell' “o' malamente" era un certo attore Alemanno, che vestiva i panni delle istituzioni, del realismo, del "la dobbiamo pur mettere da qualche parte questa discarica". Gli altri erano gli eroi, quelli che prendevano le parti delle ragioni dei cittadini interessati.

Ma ieri, per la verità da un po di tempo, fin da quando si sapeva che i ruoli si sarebbero scambiati, Alemanno alla testa dei cittadini incazzati ha recitato la parte dell'eroe e lo ha recitato talmente bene con credibilità, con convinzione da attore vero come lo è indubbiamente, tanto che gli spettatori si son dimenticati del ruolo che vestiva fino a poche settimane fa.

Rivendicava con foga, con convinzione le ragione del "No alla discarica", la parte del capopopolo e la sua arringa alla testa del corteo è stata una vera recita con crescenti e pause, con perfetto utilizzo dei tempi, degli acuti e dei ritmi. Il suo ruolo era fino a pochi mesi fa, quello che per il bene dei romani non si potevano fare manifestazioni, ma solo al massimo sit-in, Roma non poteva pagare il prezzo del "manifestare". E si i manifestanti facevano percorsi non autorizzati, giù manganellate e cariche, crani spaccati e botte da orbi.

Ieri invece alla testa di un corteo ha percorso strade non consentitee, rivendicando l'utilizzo della raccolta differenziata con tanta foga e convinta partecipazione e credo, tanto da dimenticare e far dimenticare che per cinque anni lui che poteva, nulla ha fatto in tal senso.

Ma il ruolo che allora recitava era un altro, non poteva, non era nel copione. Non era lui, ma il personaggio che rivestiva che lo richiedeva.
Applausi a scena aperta!

 

Foto: Renegat/Flickr

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