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 Home page > Tribuna Libera > Maledetto il giorno in cui l’atomo fu scisso

Maledetto il giorno in cui l’atomo fu scisso

Lungi da me il proposito di speculare sulla tragedia di un intero paese che potrebbe coinvolgere tutto l’Estremo Oriente, ma il dramma giapponese sta mettendo in evidenza che sottovalutare le potenzialità distruttive della natura può portare, per un chiaro eccesso di fiducia nelle tecnologie dell’uomo, a catastrofi immani che potrebbero segnare definitivamente il passo per tutta l’umana specie. L’era atomica è iniziata proprio nel peggiore dei modi: due bombe su due città del Giappone. A distanza di quasi 66 anni, dopo altri gravissimi incidenti sparsi per il mondo, il Paese del Sol levante rischia di riavere - speriamo di no - il suo triste primato nel campo delle tragedie indotte dall’uomo. Dai terremoti e dai maremoti la vita può rinascere, dalla radioattività, il più delle volte, no.

L’aver imbrigliato il potere dell’atomo può essere considerato una conquista? A veder i risultati, sembra proprio di no. Il “concorso di colpa” nella tragedia giapponese mostra ancora una volta come il progresso massimo dell’umanità abbia raggiunto l’apice del suo contrappasso: la possibile autodistruzione.

È bello celebrare le invenzioni e le scoperte, ma quando queste si rivelano delle disgrazie, bello sarebbe celebrarne la “disinvenzione”. Cionondimeno, in molti sembra esserci la percezione che tale opzione sia impossibile da attuare. Stando all’imperterrita stupidità che non cessa mai di manifestarsi, sembra che la damnatio memoriae della disgraziata scoperta debba avvenire solo attraverso la medesima autodistruzione della specie che l’ha prodotta, salvo che la specie in questione non escogiti il modo di rifiutarla moralmente, così come si rifiutano cose turpi come la pedofilia, l’infanticidio, il parricidio e, ancora peggio, il matricidio.

Il termine “matricidio” designa molto bene il trattamento che l’uomo sta riservando a madre natura. Questa volta però la nostra “truce” madre ha dimostrato che non starà a guardare, foss’anche distruggendo la sua medesima prole anche attraverso le sue medesime “armi”.

Se a commentare quello che è successo in Giappone ci fosse stato Carl Jung, certamente avrebbe avallato l’ipotesi che quanto accaduto, e sta tutt’ora accadendo, non è stato un caso.

Che la teoria della sincronicità possa spiegare quanto è successo è dubbio, tuttavia sembra esserci un messaggio di fondo: “Io, Destino, per due volte ho colpito nella stessa terra, sullo stesso suolo, per lo stesso medesimo problema! Non tentatemi per l’ennesima volta!”

E poi, a che serve spiegare quando il danno è fatto? Beh, serve ad evitarne degli altri ben peggiori, prima che sia troppo tardi.

Ai grandi sapientoni che sostengono la politica del nucleare vorrei ricordare che è il caso di non sottovalutare nulla, anche quando s’installa una centrale dell’ennesima generazione. Chi avrebbe mai pensato che, proprio in un paese così avanzato e previdente, la natura avrebbe bypassato tutte le precauzioni prese? Com’è successo nel paese del “sole nascente”, sperando che non divenga in eterno quello del “sole calante”, l’imprevedibile potrebbe sempre verificarsi e potrebbe infine non esserci nessuna “remissione di peccato”.

La Terra non è in una campana di vetro. Infatti, come lo fu in passato, essa è sempre esposta a piogge di meteoriti o simili. Chiedo venia, sembrerò catastrofista, ma vorrei ricordare che a Tunguska, in Siberia, nel 1908, cadde un frammento di meteorite – c’è chi dice una cometa. L’impatto fu devastante. Il caso o la grazia divina e i tempi non maturi per l’era atomica vollero che non ci fosse ancora nessuna centrale nucleare né alcun deposito di scorie radioattive sul luogo o nei pressi dell’impatto, altrimenti non saremmo stati qui a raccontarlo.

Questi cervelloni, che io rassomiglio sempre più ad una masnada di idioti arroganti e saccenti, hanno mai valutato la possibilità che un meteorite, un frammento di esso o di una cometa – come avvenne proprio a Tunguska – possa interessare in qualche modo con un suo impatto aree in cui si trovano centrali nucleari, depositi di scorie o altro causando danni alle centrali o perfino esplosioni nucleari a catena e coinvolgere intere aree del pianeta?

Qualcuno dirà: “Ma che discorsi sono questi? Teoria della sincronicità? Natura? Matricidio? Meteoriti?”

Signori, c’è qualcosa a questo mondo che non può essere spiegato solo con il rapporto causa-effetto, c’è altro che ci sfugge completamente e che ha a che fare con il modo in cui noi interagiamo con l’ambiente che ci ospita. Se gli antichi popoli, nostri maestri, credevano che gli dei punivano sempre la “ybris”, ossia l’arroganza e la tracotanza verso di loro, volete che la natura, vera e concreta, reale e pulsante, non punisca chi “pecca” contro di essa con protervia?

È chiaro che il problema è mondiale e non solo italiano, ma di protervia, mista a stupidità si tratta, quando sentiamo i soliti “clowns” che continuano imperterriti a sostenere il nucleare, non tanto dopo Cernobyl, ma dopo quest’ennesima tragedia che ha mostrato come l’uomo ha posto sulla superficie terrestre delle bombe nucleari “statiche” pronte ad essere colpite da qualunque evento catastrofico naturale e non. Lo strano destino, che più ci penso, e più deduco che, dopotutto, tanto strano non è, ha deliberato di far accadere nel medesimo luogo due eventi che senz’altro saranno cruciali per il futuro sviluppo dell’intera umanità, nel bene, se ne trarremo la giusta lezione, nel male, se ce ne dovessimo infischiare - come spesso accade. Ci sono i presupposti che la natura la prossima volta potrebbe non perdonare, messo che l’abbia fatto anche questa volta. Vietato sbagliare!

I commenti più votati

  • Di Giuseppe Caglioti (---.---.---.49) 8 aprile 2011 14:21
    Giuseppe Caglioti

    Hai ragione Steve, chiedo scusa. Ho sbagliato nel darti la cifra di 16 mq in realtà erano 36 i mq della persona in questione. Resta il fatto che con 36 mq di pannelli fotovoltaici ha comunque abbattuto il costo delle bollette e il discorso fatto in precedenza assume ora aspetti più realistici e concreti. Ti ringarzio comunque per avermi dato la possibilità di verificare e rettificare.
    Certo, tu hai ragione quando parli del fatto che le industrie assorbono grandi quantità di energia, però per le centrali nucleari, di qualunque generazione esse siano, e per i depositi di scorie, rimane sempre il rischio dell’evento naturale imprevisto che può ’fottere’ -scusa il termine - intere aree del globo per generazioni, qualora un tale spiacevole evento dovesse verificarsi.
    Per me il nucleare non è percorribile, troppo rischioso. Ci potrebbero essere altre strade, e tu sai bene che è vero.

    Un saluto: Giuseppe

  • Di Giuseppe Caglioti (---.---.---.233) 11 aprile 2011 17:48
    Giuseppe Caglioti

    Lei, caro signore, ha un ingente e impellente bisogno di farsi ricoverare, ... lei e tutti quelli che come la sua esimia persona, con siffatte "argomentazioni", non riescono minimamente a capire che senza l’energia nucleare si può vivere! 

    Mi stia bene: Giuseppe C.

Commenti all'articolo

  • Di (---.---.---.219) 5 aprile 2011 16:12

    Mi sembra una storia vecchia: ho gia’ sentito di un certo Adamo che aveva osato cogliere il frutto del sapere, e cosi’ dio si incazzo’ e lo sfratto’ dal paradiso.
    In Italia abbiamo un certo De Mattei, indegnamente vicepresidente del CNR, che anche lui, come il Caglioti, sostiene la teoria della punizione divina per l’aver osato troppo.

    E’ una vita che sento delle anime belle con il cervello vuoto che ripetono che per impedire le guerre bisogna togliere le armi...
    E’ semplice e consolante dare agli strumenti e alle invenzioni le colpe che invece sono degli uomini, anche se capisco che, essendo difficile avere persone migliori nei centri di potere, togliere lo strumento tecnologico appaia come l’unica speranza.

    Sul problema centrali nucleari ripropongo qui quanto detto ieri in altro commento:

    Anche io votero’ si’ al referendum, anche io sono convinto che l’industria nucleare propagandi bugie, ma non condivido queste affermazioni rigidamente anti nucleari e, direi, antiscientifiche.

     Mi piacerebbe vivere in un paese che abbia un piano di sviluppo energetico, ma in Italia non c’e’, cosi’ come non c’e’ una credibile politica economica, una politica di ricerca, di sviluppo dell’istruzione, delle infrastrutture, soprattutto quelle di comunicazione.

     Mi piacerebbe che l’Italia fosse impegnata nello studio e progettazione di centrali di terza generazione avanzata e di quarta generazione, e invece ho una classe politica scientificamente analfabeta che di ogni progetto capisce soltanto la previsione di tangenti.
    Previsione di tangenti a breve, perche’ i nostri politici non sono interessati ai tempi lunghi, tranne che per gli investimenti in societa’ off shore di quanto loro ci hanno rubato.

     Percio’, se l’Italia ha bisogno di energia elettrica di provenienza nucleare, mi sento piu’ tranquillo se la compriamo dalla EDF francese.

     Geri Steve

     

  • Di Giuseppe Caglioti (---.---.---.85) 6 aprile 2011 01:39
    Giuseppe Caglioti

    Caro Steve, forse Lei non ha capito il messaggio di fondo del mio articolo. Il fatto che volevo rendere evidente è che tutto ciò che è tecnologia nucleare è, e sarà, sempre esposto a cataclismi di qualunque natura, anche quelli, seppur rari, che ho menzionato sopra, anche quando gli impianti nucleari saranno dismessi o ci saranno "solo" depositi di "semplici" scorie nucleari. Il rischio su citato, secondo la mia modesta opinione, non dovrebbe essere affatto sottovalutato.
    Lei dice che è ben felice di comprare l’energia sicura dei francesi, invece io conosco gente che con 16 mq di pannelli votovoltaici sul tetto ha azzerato il costo di bollette di luce e gas, paga un piccolo mutuo di durata settennale, la rata ha quasi il costo di una bolletta, solo che la rata è pro tempore, e quando il prestito sarà estinto l’impianto produrrà gratis, esclusi i costi di manutenzione. La verità è un’altra. I governi preferiscono portare avanti le politiche delle multinazionali dell’energia, perchè l’energia costa, ed essendo un’ingente fonte di LUCRO, è enormemente conveniente che le masse acquistino l’energia da loro anzichè se la autoproducano. Tutto qui.
    La situazione italiana è paradigmatica di quanto ho appena detto.
    B. lo scorso anno ha percepito 118 mln di DIVIDENDI ...anche da ENI ed ENEL. In più questo spiega perchè il suo governo sta togliendo gli incentivi sulle rinnovabili.

    Distinti saluti: Giuseppe C.

  • Di paolo (---.---.---.242) 8 aprile 2011 00:51

    Caro Giuseppe , mi dispiace darti un dispiacere ma col cavolo che con 16 mq di pannelli fotovoltaici sul tetto azzeri le bollette di gas e elettricità . O il tuo amico abita in un posto dove splende il sole tutti i giorni per 24 ore al giorno , o se come presumo che cosi’ non è , ben che gli vada ,ottimizzando i suoi comportamenti energivori , risparmierà qualcosa . 

    Ti faccio inoltre notare che il 50 % dell’energia elettrica in Italia è assorbito da utenze industriali , che impegnano , giorno e notte , pioggia neve o nebbia , circa 30 GW di potenza .
    Volendole sostituire con i pannelli del tuo amico ,che presumo abbia una potenza nominale installata di circa 2 KW , occorrerebbero qualcosa come 240 milioni di mq , pari a circa 22.000 campi di calcio completamente ricoperti di pannelli . Tenendo poi conto delle efficienze medie (15 -20%) e del fattore di carico molto basso dovuto alla periodicità dell’irraggiamento solare , tale superficie andrebbe per lo meno raddoppiata a 44.000 campi di calcio interamente ricoperti di pannelli .

    Io sono assolutamente convinto che il ricorso al solare sia una strada assolutamente da percorrere con decisione (sia fotovoltaico che termodinamico) , ma per favore stiamo con i piedi per terra .
    Se la Francia ci sega la quota di energia che importiamo siamo nella cacca ,altro che pannelli solari .

    ciao
    • Di Giuseppe Caglioti (---.---.---.49) 8 aprile 2011 14:21
      Giuseppe Caglioti

      Hai ragione Steve, chiedo scusa. Ho sbagliato nel darti la cifra di 16 mq in realtà erano 36 i mq della persona in questione. Resta il fatto che con 36 mq di pannelli fotovoltaici ha comunque abbattuto il costo delle bollette e il discorso fatto in precedenza assume ora aspetti più realistici e concreti. Ti ringarzio comunque per avermi dato la possibilità di verificare e rettificare.
      Certo, tu hai ragione quando parli del fatto che le industrie assorbono grandi quantità di energia, però per le centrali nucleari, di qualunque generazione esse siano, e per i depositi di scorie, rimane sempre il rischio dell’evento naturale imprevisto che può ’fottere’ -scusa il termine - intere aree del globo per generazioni, qualora un tale spiacevole evento dovesse verificarsi.
      Per me il nucleare non è percorribile, troppo rischioso. Ci potrebbero essere altre strade, e tu sai bene che è vero.

      Un saluto: Giuseppe

    • Di Giuseppe Caglioti (---.---.---.205) 10 aprile 2011 16:18
      Giuseppe Caglioti

      Chiedo venia Paolo, mi sono accorto solo ora che il 2° commento era tuo e non di Steve. Ho risposto al commento in fretta in una pausa di lavoro. Sorry! :P ... Ad ogni modo, grazie per la possibilità di rettifica del dato del primo commento, poichè è una cosa molto importante. Con 36 mq di pannelli fotovoltaici la spesa energetica di una comune abitazione si può abbattere tranquillamente e la spesa dell’installazione non era comunque esagerata. Ora senza incentivi non so fino a che punto potrà essere fattibile per molti che non dispongono della possibilità di attivare picccoli prestiti o che non hanno un po’ di capitale da investire. 

      Ciao

  • Di Renzo Riva (---.---.---.8) 11 aprile 2011 16:16
    Renzo Riva

    .

    Disgraziato il giorno in cui lei è nato.
    .
    • Di Giuseppe Caglioti (---.---.---.233) 11 aprile 2011 17:48
      Giuseppe Caglioti

      Lei, caro signore, ha un ingente e impellente bisogno di farsi ricoverare, ... lei e tutti quelli che come la sua esimia persona, con siffatte "argomentazioni", non riescono minimamente a capire che senza l’energia nucleare si può vivere! 

      Mi stia bene: Giuseppe C.

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