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Magistratura italiana tra ricchi e poveri

Una legge per i ricchi ed una legge per i poveri?

Per un giovane italiano nel 2005 arriva la laurea triennale in biotecnologie presso la facoltà di medicina e chirurgia. Nessuna legge impediva a chi fosse in possesso di una laurea in biotecnologie ad esercitare come tecnico di laboratorio quando egli si iscrisse. Il nostro Sfortunato cittadino partecipa a diversi concorsi dopo un anno di tirocineo in un ospedale del sistema sanitario nazionale nel 2006 per concorso publico vinto fa il tecnico per sei mesi e successivamente per prorogoa di altri sei mesi. Arriva la legge finanziaria di stabilizazioni del 2007 per i precari dal governo Prodi e vi rientra.

Tra vari problemi e un ricorso presso il tribunale del lavoro gli viene riconosciuto il diritto di essere inserito nel piano di stabilizazione e riprende a lavorare. Alla fine del periodo di 3 anni che la legge prevedeva per la stipula del contratto a tempo indeterminato e di un concorso interno per soli stabilizati, gli viene richiesto di ripresentare tutta la documentazione e titoli come se fosse un concorso publico e non interno e viene licenziato imediatamente per non avere il titolo di studio che il bando richiede per esercitare come tecnico di laboratorio biomedico (anche nel bando precedente aveva sempre presentato la laurea in biotecnolgie). Sbirciando e cercando nelle varie leggi e nei vari decreti per le regolamentazioni delle professioni sanitarie troviamo il caos totale ed effettivamente è una professione dove viene riconosciuto anche il vecchio corso fatto presso le aziende sanitarie e come titolo per accedervi è sufficente la frequenza al terzo anno presso una scuola superiore come l'industruale oppure ad un istituto professionale per chimici, mentre ai più giovani viene richiesta la laurea triennale in tecnico di laboratorio biomedico. Infine quando il povero sfortunato biotecnolgo si era iscritto al corso di laurea in biotecnologie, le facoltà di medicina e chirurgia Italiane affermavano per gli studenti iscritti, di poter esercitare negli ospedali come tecnici. Questa storia è molto più complessa e articolata e pensare anche di riportare tutte le varie normative sulle lauree e le professioni sanitarie è un'impresa titanica che non da torto al laureato ma non è facile trovare nemmeno la ragione assoluta del medesimo.

Questa persona per un procedimento di urgenza è in attesa ormai da più di un anno, quando sappiamo che i tempi per un ex articolo 700 deve essere molto più breve. Il primo ex 700 fu fatto dopo 4 mesi ma per mancanza di toghe del lavoro fu rinviato ad altri tre mesi,dopo il rinvio la controversia fu asseganta ad un giudice a caso che non faceva solo diritto del lavoro presso il tribunale competente e non gli viene riconosciuto alcun diritto anzi gli veine annullato anche ex l'articolo 700 che gli riconosceva la procedura di stabilizazione dopo un responso di quattro pagine arrivato non prima di un mese e mezzo dopo l'udienza. Si passa al reclamo dopo quattro mesi ma la mattina dell'udienza uno dei tre giudici non si presenta in aula per un malore e l'udienza viene spostata di altri quattro mesi. In una situzione cosi c'è solo l'augurio che i magistrati trovino la giustizia vera che nasce dalla coscienza e la speranza che in un caos cosi non debba pagare chi è stato sempre onesto lavorando. C'é da dire di un'altra collega del giovane biotecnologo che vince un reclamo con lo stesso titolo di studio e guardacaso nella stessa A.S.L e per sentenza dello stesso tribunale del lavoro e che ormai lavora da più di un anno. Però la rflessione è: un lavoratore onesto che dopo tre anni di turni pieni e reperibilità notturna, straordinari imposti perché precario un'azienda ospedaliera carente di personale dove in pochi sopperevino alle necessità anche della comunità avere un gidizio può essere qualcosa di cosi difficle? Tribunali privi di giudici, cancellerie disastrate e tempi lunghissimi.

Può trovare giustizia? Quanto deve soffrire? Se ne parla di questo? Quanto può interessare e toccare l'opinione publica e cosa può fare una persona in questa situzione se non rimanere solo in silenzio. Oggi il premier Silvio Berlusconi reagisce con toni alti perché la procura di Milano ha fatto richiesta per processarlo con rito immediato, dichiara di fare causa contro lo stato Italiano e grida propaganda mediatica contro lui non è detto che si presenti come fa ormai da anni davanti ai magistrati. Un pensiero va anche a quelle persone innocenti che hanno vissuto tragedie e anni di carcere per poter dimostrare la loro innocenza. Un'altro parola va spesa a tutte quelle persone che hanno vissuto vere e proprie gogne mediatiche pur essendo innocenti.In uno stato dove la giustizia e la magistratura hanno problemi enormi, dove c'è chi subisce in silenzio non sfugge alla giustizia ma spera in essa. Non possiamo tollerale chi per ricchezza e potere quasi può innaschere crisi costituzionale tra poteri e trovare sempre un modo per uscire fuori da ogni problema trovando anche la possibilità di propaganda senza fine per discolparsi davanti l'opinione publica?

Commenti all'articolo

  • Di l’incarcerato (---.---.---.108) 10 febbraio 2011 15:04
    l'incarcerato

    Gran bell’articolo! Complimenti. Ci si dovrebbe fermare, non farsi strumentalizzare o condizionare politicamente dall’alto, e aprire una seria riflessione su come funziona la Giustizia qui in Italia. Pensavo di essere il solo qui su Agoravox a porre questi problemi. Sono contento che non sia così.

  • Di Mr. Hubbert (---.---.---.240) 10 febbraio 2011 15:16

    infatti non capisco di cosa si lamenti Berlusconi....anche nel caso di condanna alla fine trovera’ sempre qualcuno che rigirerà la frittata, come con Tanzi e in altri innumerevoli casi.
    In Italia il potere è investito da una sorte di protezione divina, silvio deve essere solo contento di vivere in tal bengodi, un paese a cui solo alcuni paesi africani possono tener testa.

  • Di Fil78 (---.---.---.150) 11 febbraio 2011 05:18

    Davvero gentili grazie mille!!Be..anche avere un proprio pensiero sulla società in cui viviamo ed esprimerlo è parte stessa se non integrante dell’informzione libera e democratica.Il vivere e leggere notizie comprese anche le riflessioni,è cultura.Dare voce alla democrazia e creare scambio di pensiero dove con critica costruttiva e riflessioni proprie di ognuno si può arrivare ad approfondire e allargare il sapere:Quindi caro collega (di l’incarcerato) in questo contesto finchè esisterà la libertà di espressione naturlamente nel rispetto di tutti e delle leggi vigenti possiamo dire che non saremo mai soli.

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