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Libere trivellazioni italiane. Il Belpaese è un paradiso per i petrolieri

L'Italia perforata. Sono 1010 le estrazioni, tra fondali e terraferma.

Trivelle d'Italia. Perché il nostro paese è un paradiso per petrolieri, di Pietro Dommarco, prefazione di Mario Tozzi, con un'intervista a Maria Rita D'Orsogna, Altreconomia Edizioni (Milano, 2012), pag. 104, euro 12.00.

Noi lo sappiamo. E continuiamo a dirlo. Come fa il giornalista Pietro Dommarco, per esempio sulla rivista Altreconomia, su www.pietrodommarco.it e altri spazi dediti all'approfondimento; tra cartacei e telematici. Sappiamo benissimo che lo sfruttamento di suolo e sottosuolo, vedi nella Lucania martoriata che è oggi esplorata tutta dalla mappa di "Trivelle d'Italia", è storia d'ordinaria distruzione. In un'Italia, tra sfruttatori e bugie, divenuta da tempo 'ex' Bel Paese. Questo agile volume di Dommarco, il cui senso è spiegato dalla puntuale presentazione di Mario Tozzi e che raccoglie le riflessioni illuminanti dell'esperta M. R. D'Orsogna, racconta 1010 siti italici interessati dalla trivellazioni. Tra terra e mare. Contro la Terra e contro un cielo da annerire sempre. Si pensi, nel caso delle estrazioni petrolifere in terraferma: alle immissioni dei centro oli, infrastrutture varie e raffinerie.

Ma, per esser chiari, dobbiamo prendere il concetto di fondo della pubblicazione: i petrolieri scelgono così tanto l'Italia perché la legislazione è molto permissiva; inoltre, tornando in questo caso ai limiti ambientali delle emissioni siamo alla centesima parte rispetto per dire alla Germania; e da anni, infine ma senza purtroppo una fine, i signori del petrolio sono incentivati a proporre estrazioni dappertutto in quanto rispetto a qualsiasi altra nazione del mondo le royalties sono qui bassissime e, questa volta avendo intanto quale esempio la Norvegia, persino la tassazione va in loro soccorso, non essendo questa affatto commisurata ai danni dai padroni prodotti.

Forando terraferma e mare, e nei nostri mari le piattaforme arrivano a distanza ravvicinata con le spiagge incontanimate, le riserve naturali e gli approdi più fascinosi (Venezia, le Tremiti, Pantelleria - su tutte), finiamo la disponibilità delle aree. Senza che, tra l'altro, le multinazionali impegnate nell'azione devastante lascino lavoro, soldi veri, basi per progetti futuri almeno di sviluppo. Se non, di certo, l'impossibile progresso. Mentre, di fatto, quando la politica, se non personalmente interessata per prestazioni personali e amicali, ha deciso d'esser a tratti superficiale, miope, accondiscendente con i gerarchi delle perforazioni. Potremmo fare, inoltre, molti esempi su un altro aspetto. Ché le estrazioni, ma già la 'semplice' cosidetta "ricerca" ai fini d'indagine, sono sempre e comunque, nonostante la burocrazia da seguire, imposte. Dettate in maniera antidemocratica alle popolazioni. Troppe volte, in sostanza, le comunità sono allo scuro oppure non posson esprimersi per varie ragini in merito e, in specie, nel merito.

Pietro Dommarco, con impegno civico in Ola (Organizzazione lucana ambientalista), freelance specializzato in tematiche ambientali, dal capitolo 1 titolato "Estrarre petrolio costa meno di un vasetto di yogurt", narra di trivellazioni su trivellazioni. "Attraversare la piana di Siracura verso la costa, tra il profumo dei mandorli, è come un lamento dolce. Soprattutto di mattina presto, quando il Mar Ionio in lontananza restituisce, a stento, i suoi riflessivi vivi", dice l'immagine resa da Dommarco. Che deve accordarsi con la puzza del petrolio che è uguale a Gela, Taranto, Sannazzaro de' Burgondi, Viggiano e in Azerbajian. E la Basilicata è la regione italiana che puzza di più, da un'Italia al quarto posto europeo a mole d'estrazioni petrolifere. Con la promessa che "entro il 2014, anno in cui le estrazioni petrolifere raddoppieranno, le risorse di greggio del sottosuolo lucano potrebbero arrivare al coprire il 13% del fabbisogno nazionale, a fronte dell'attuale 6%".

Commenti all'articolo

  • Di Piero Tucceri (---.---.---.145) 11 giugno 2012 10:18

    Ma guarda un po’. Quando queste cose le ho introdotte io, la Redazione di AgoraVox mi ha CENSURATO. Bravi! Mi piace davvero questo concetto di "libera informazione"(sic!)

  • Di paolo (---.---.---.66) 11 giugno 2012 11:17

    Censurato ? E quando ?

  • Di Piero Tucceri (---.---.---.145) 11 giugno 2012 12:02

    Caro Paolo, il 23 maggio scorso ho inviato un intervento sull’argomento. Visto che non lo pubblicavano, provai a domandarne il perché. Mi risposero che un moderatore gli aveva "votato contro", chissà perché, visto che quel che riportavo allora è ora aggravato da altre e ben più foschi interventi volti a destabilizzare ulteriormente il nostro già abbondantemente deturpato sottosuolo. Secondo costoro, vanno pubblicate soltanto le "veline": tutto il resto, suonando scomodo al sistema, finisce dentro il cestino della carta. A proposito: esistono dati riguardanti anche il dissesto idrogeologico toscano. Ma non mi pare sia il caso di riportarli, vista la mia ufficiale interdizione. Probabilmente, non seguiterò a intervenire su AgoraVox, dal momento che non sono propenso ad assoggettare i miei scritti alla censura di regime. Ciao e grazie per l’interesse dimostrato.

  • Di Piero Tucceri (---.---.---.145) 11 giugno 2012 13:25

    Al primo interlocutore, non so cosa rispondere. A me è capitato questo. Non so chi sia il tale che mi abbia "votato contro" (partecipiamo forse a qualche giochino?). Per il resto, sulle trivellazioni esistono dati a iosa: basta soltanto consultarli. Su quel che scrive Geri Steve, a quanto pare alla Redazione certe cose non interessano affatto. Ma non importa. Da parte mia non c’è nessun rancore nei suoi confronti. Quel che mi preme è fare soltanto chiarezza sull’accaduto. per il resto, ciscuno è libero di fare le proprie scelte, che io per primo intendo rispettare. Grazie per i vostri importanti contributi.

  • Di Nunzio Festa (---.---.---.5) 11 giugno 2012 16:39
    Nunzio Festa

    non capisco.
    comunque, a parte tutto,
    intervengo solamente per ricordarvi che non è semplice "articolo", ma, piaccia o non piaccia, riuscita o non riuscita che possa essere, una recensione.

    saluti cari

    b!

    Nunzio Festa

  • Di Emanuele Midolo (---.---.---.123) 11 giugno 2012 17:19
    Emanuele Midolo
    Gentile Piero, il 29 maggio le chiedemmo cordialmente le fonti delle notizie riportate nel suo articolo "Fra terremoti "inventati" e segreti di Stato", che, come scritto nel nostro scambio di mail, ritenevamo "interessante". La sua risposta, corredata di una dozzina di link riguardanti l’argomento, recitava testualmente:

    "A questo punto, sono io a esortarVi a NON PUBBLICARE quel mio scritto."

    Se lei ritiene, ora, di aver cambiato idea e vorrebbe che l’articolo venga pubblicato, può farlo. Ma non è necessario straparlare di "censura" laddove non ve n’è stata, dato che ci siamo limitati fare quanto ci aveva chiesto.

    Cordialmente
  • Di Piero Tucceri (---.---.---.177) 11 giugno 2012 17:33

    Guardi, sig. Emanuele, che le chiesi di non pubblicare l’articolo dopo aver ricevuto la sua mail nella quale riportava quanto esposto. Se vuole, la stessa posso tranquillamente allegarla. La CENSURA fu apposta PRIMA che io, come logica conseguenza dell’assurdo verificatosi, vi esortassi ormai, e ripeto ormai, a non pubblicare l’intervento. Perché, come ben saprà, le minestre riscaldate non sono mai buone. Almeno per me. Ma non importa. Non intendo intervenire sulle vostre scelte editoriali.

  • Di Piero Tucceri (---.---.---.177) 11 giugno 2012 18:09

    Sig. Emanuele, sarebbe curioso sapere quali "riscontri oggettivi" non avrebbe avuto il mio intervento, quali "siti attendibili" lo avrebbero smentito, nonché le motivazioni del "voto negativo" che esso avrebbe avuto chissà da chi. Ecco: questo significherebbe trsparenza dell’informazione. Solo perché questo non c’è stato, vi ho poi, e ripeto POI, esortati a non più pubblicarlo. D’altra parte, se quei "riscontri oggettivi" mancavano allora, penso che siano mancati pure dopo. O no? Beh, a casa mia questa si chiama CENSURA. Anche se questa parola le suona cacofonica. Questo, tanto per dovere di chiarezza verso chi legge. La saluto.

  • Di Francesco Raiola (---.---.---.55) 11 giugno 2012 18:53
    Francesco Raiola

    Gentile Tucceri le scrivemmo che "il suo articolo è interessante, ma manca di fonti e riferimenti" (non c’era mezzo link interno all’articolo) e gliene abbiamo chiesto qualcuno (questo fa parte del nostro lavoro editoriale). Lei rispose e in quella stessa mail, non in un’altra, ci scrisse che non voleva che l’articolo fosse pubblicato per poi inserire in fondo alcuni link. Le chiedo, di grazia, di quale censura parla? Noi chiediamo delle fonti (quelle che avevamo trovato noi non ci rassicuravano per quanto riguardava l’attendibilità, per questo ci eravamo rivolti a chi il pezzo l’aveva scritto. Mi spiace se a lei non piace il nostro modo d’agire, ma anche questo è il nostro lavoro) e lei chiede di non pubblicare. Se lei la chiama censura, beh non possiamo che dispiacercene. 

    Con stima
  • Di Piero Tucceri (---.---.---.130) 11 giugno 2012 19:35

    Gentile Raiola, come mai non rispose al mio invio dei link in parola? Li ritenne "attendibili" rispetto ai suoi? Se avesse risposto, l’equivoco non si sarebbe creato. Resta comunque ancora da chiarire a quali "riscontri oggettivi" sottopose il mio intervento, su quali "siti attendibili" e le ragioni del "voto contrario", che presumo sarà stato pure motivato. In assenza di questi chiarimenti, ripeto MAI avuti, normalmente si parla di censura. Dalle sue parti, no? Inoltre, non mi pare che tutti gli altri articoli che pubblicate rechino allegati riferimenti bibliografici. Come mai il mio imponeva un così inusuale rigore, peraltro implicito? La ringrazio.

  • Di Francesco Raiola (---.---.---.55) 11 giugno 2012 20:01
    Francesco Raiola

    Gentile Tucceri, le ripeto, qui, pubblicamente che lei ci ha scritto chiedendoci spiegazioni sul ritardo della pubblicazione, noi gliele abbiamo date, richiedendo alcune fonti (è nella nostra facoltà richiederle chiarimenti o no? E non è l’unico con cui lo facciamo, si fidi, spesso chiediamo chiarimenti, link, fonti o semplicemente discutiamo di alcune frasi. Fa un po’ troppo comodo gridare al singolo caso eclatante), lei ci ha risposto criticando la nostra richiesta (che le abbiamo fatto perché alcuni siti da noi trovati non li ritenevamo attendibili - sì, non tutti i siti lo sono - e chiedendo a lei maggiori informazioni) e all’interno di quella mail nella quale muoveva quelle critiche ci ha chiesto di non pubblicarlo. Le chiedo se le cose siano andate o meno così (prima mail sua, risposta in cui le dicevamo che il pezzo era interessante ma non avevamo trovato fonti che ritenessimo attendibili e conseguente richiesta di aiuto a lei, fino alla sua risposta in cui criticava la nostra richiesta - con toni per nulla aperti a una discussione - e chiedeva la non pubblicazione e solo lì in fondo alla mail mettendo l’elenco di alcuni siti che a quel punto non aveva quasi senso guardare dato che, appunto, ci aveva chiesto di NON PUBBLICARE - maiuscolo suo - il pezzo)... Poi si figuri lei può gridare quanto vuole alla censura, ce ne faremo una ragione consci che l’idea di censura non è affatto nella cultura (per non dire che peggio) mia né tantomeno di chi lavora al giornale. 

    Con stima

  • Di Piero Tucceri (---.---.---.175) 12 giugno 2012 11:24

    Gentili sig.ri MIdolo e Raiola, le tautologie non solo non servono, ma talvolta possono anche rivelarsi dannose. Come temevo, infatti, non avete chiarito i dubbi esposti. Così ve li ripeto. Almeno sommariamente. Al solo scopo di far capire meglio chi si scomoda a leggerci.
    -Il mio intervento fu inviato il 23 maggio scorso;
    -Da quel giorno, e fino al 29 maggio, nessuno si scomodò per chiedermi i chiarimenti di cui sopra, nonostante l’articolo fosse considerato "interessante". Come mai? Forse perché, nella migliore delle ipotesi, intendevate pubblicarlo dopo qualche mese?
    -Se il 29 maggio non vi scrivevo, la questione sarebbe rimasta così, in una sorta di limbo;
    -Nessuno mi ha chiarito quali fossero i "riscontri oggettivi" di cui avrebbe mancato l’intervento;
    -Nulla di strano nel chiedere le fonti di una informazione. Ci mancherebbe! Ma, come mai non lo avete fatto prima della mia sollecitazione? Inoltre, le mie fonti coincidevano con le vostre, visto che le stesse risultano tuttora sconosciute?;
    -Quali "fonti" bisogna consultare per essere ospitati nel vostro Giornale?
    -Nessuno mi aveva detto prima d’ora che per pubblicare un intervento sul vostro Giornale occorresse allegare la relativa bibliografia, altrimenti non avrei incontrato ostacoli nel farlo; né, tanto meno, mi pare di leggere bibliografie riferite a tutti gli altri interventi che quotidianamente pubblicate;
    -Siccome avevo capito l’antifona, vi esortai a non pubblicare l’intervento. Ormai non serviva più a nulla farlo. Quel che c’era da capire, lo avevo capito;
    -Come mai, nell’articolo del 6 giugno scorso, dal titolo "Modena, 1400scosse in due settimane" nessuno di voi rispose alle stesse considerazioni ripetute poi nell’articolo in questione? Non lo avete letto, oppure avete deciso, chissà perché, di soprassedere? Anche allora, infatti, rimarcavo il vostro intervento censorio. Ma voi taceste. Mentre adesso, da quel che si evince, lo avete fatto soltanto dopo esserne stati sollecitati da un lettore.
    -E il "voto negativo"? Non sarebbe stato almeno doveroso per voi riferirmi le motivazioni di quel voto? Non sarebbe forse stato doveroso per me dirimere quei dubbi?
    Mi fermo qui, tanto basta per far capire che io non stia "straparlando di censura".
    Per me la questione finisce qui, anche perché non sono vocato a polemizzare con nessuno. Soprattutto entrando nell’ambito delle sue decioni.

    Vi saluto e vi auguro una buona giornata.

  • Di Francesco Raiola (---.---.---.55) 12 giugno 2012 14:50
    Francesco Raiola

    Caro Pietro può succedere che non riusciamo a scrivere a tutti nell’istante preciso in cui ci sorge qualche dubbio (o semplicemente rispondere a una mail, un messaggio facebook, un commento etc. E’ libero o meno di crederci benché abbia capito l’antifona e "AgoraVox mi ha censurato" fa più effetto). Abbiamo sbagliato a far passare del tempo e di questo ce ne scusiamo, ma appena sollecitati dalla sua mail le abbiamo risposto (no, non aspettavamo di far passare mesi...) pur assicurandole che c’eravamo posti il problema.

    - Le chiedevamo fonti che non c’erano nell’articolo. Le abbiamo scritto che alcune cose che avevamo trovato non ci convincevano (non ci convinceva il sito, non ci convincevano le "prove scientifiche" etc e così, come le ho detto, abbiamo chiesto delucidazioni a lei che probabilmente era riuscito ad andare più a fondo nella materia)
    - non ci sono fonti giuste e fonti sbagliate ma fonti che vengono valutate di volta in volta (sa, non c’è il bianco e il nero, ma a volte anche il grigio). Noi gliele abbiamo chieste, sì, in ritardo, vero (il motivo del ritardo è spiegato sopra) e lei non ci ha dato modo neanche di guardarle
    - Non c’è bisogno della bibliografia ma di fonti, appunto (di questi giochini retorici però possiamo farne a meno? Grazie). E le ripeto noi fonti attendibili non ne avevamo trovate per questo gliele avevamo chieste
    - Capita che a volte non si riesca a seguire e rispondere a tutti i commenti che arrivano e spesso lasciamo che il dibattito si attui tra chi legge. Quello era un dibattito interessante e civile come ci piacerebbe ce ne fossero di più...
    - Sul voto negativo purtroppo non so darle risposta, non era un nostro voto negativo. Abbiamo più volte chiesto di motivarli i voti negativi ma quello non era la causa principale, come ho cercato di spiegarle, del congelamento. E ripeto ancora una volta che se c’è una cosa di cui dobbiamo scusarci è il ritardo della richiesta di informazioni.

    Spero di aver risposto punto per punto (a volte li ho accorpati ma sono facilmente scindibili) ma per esperienza diretta so che lei continuerà a parlare di censura credendo nella nostra malafede (nonostante ad esempio abbiamo pubblicato un pezzo sul medesimo argomento del signor Troiano come lui stesso ha fatto notare in un commento precedente) e in chissà quale intenzione di nascondere la verità, perché chissà quale secondo fine nascondiamo etc etc Io posso solo dirle che abbiamo sbagliato nel ritardo, che le abbiamo chiesto delle informazioni in maniera del tutto limpida e ammettendo la nostra mancanza nella ricerca e lei ha preferito gridare alla censura. Essendo un progetto di citizen journalism può capire che i punti di vista sono tanti e spesso non mi ci trovo d’accordo, né io né tantomeno altre persone che lavorano in redazione (spesso ci sono ampi dibattiti stesso tra noi), ma non per questo gli articoli non vengono pubblicati, anzi (poi sbagliamo anche noi, succede, e non crediamo di essere perfetti, cerchiamo di fare al meglio il nostro lavoro). Detto ciò non sono nessuno per convincerla della nostra buona fede. 
    La saluto cordialmente
    Francesco

    PS parlare di censura in un thread aperto mi fa un certo effetto. Io sapevo che la censura censurava non discuteva, ma chissà forse ci sono cose che sono cambiate e di cui non sono a conoscenza

  • Di Piero Tucceri (---.---.---.175) 12 giugno 2012 16:50

    Guardi, signor Francesco, che ho capito il disguido occorso. Può succedere. Nel nostro caso, è capitato qualcosa capace di generare equivoci. Dico questo per dimostrarle di non essere, contrariamente alle apparenze, permaloso. Quel che mi sorprendeva, era il vostro comportamento di fronte a un fenomeno che sta creando sofferenze a molte persone e sul quale le notizie "ufficiali" spesso non sono ufficiali. Volevo portare un diverso e accreditato punto di vista sull’argomento. Ma ora è andata. Va bene lo stesso. Auspico soltanto che con gli altri, nel futuro, non incappiate in sviste circa argomenti che sono purtroppo di cruciale importanza per i diretti interessati e motivo di speculazione per i governanti e sui quali, penso tutti, dovremmo avere l’onestà di riferire nella maniera più rigorosa possibile. Allo stesso modo, non adotto più il termine censura, perché ho capito perfettamente la buona fede rispetto a quanto successo. Per questo la ringrazio e auguro buon lavoro a lei e alla Redazione.

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