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Le vacanze in Svizzera di Mario Monti

Il Prof. Monti è libero di fare le vacanze dove, quando e con chi vuole, come fanno i tanti cittadini italiani ed europei che, potendoselo permettere, scelgono periodi di ferie e località appaganti dal punto di vista culturale, dei gusti e delle esigenze personali e familiari. 

Probabilmente la scelta da parte del Presidente del Consiglio di una località turistica italiana avrebbe creato (forse) meno reazioni e più consensi per una presunta maggiore attenzione per le bellezze nazionali e per l’apporto economico aggiuntivo, anche simbolico, alla barcollante economia italiana.

Ma questo è un aspetto che riguarda la sensibilità dell’uomo e non ha niente a che fare con l’impegno e la responsabilità governativa del Prof. Monti e le scelte di natura personale e familiare. Probabilmente un repentino cambio di abitudini della famiglia Monti, avvezza a fare vacanze in terra svizzera, sarebbe apparsa agli occhi di qualcuno un'opportunistica messa in scena per ingraziarsi la stampa nazionale, affamata di notizie accattivanti per i propri lettori. 

Di certo non è gradevole assistere alle polemiche ed agli infiniti commenti (tra questi con rammarico anche il mio) sulle vacanze del premmier e sul costo dell’appartamento in Svizzera, utilizzato allo scopo, al punto che la Presidenza del Consiglio il 23 agosto 2012 ha avvertito la necessità di emettere un comunicato stampa di precisazione, in relazione al prezzo nella moneta oriunda, sostenuto per l’affitto dell’abitazione.

Mi auguro che la "confidenza" del Prof. Monti con la vicina e comoda Svizzera aiuti ad accelerare i tempi per l'"accordo fiscale" tra Italia e Confederazione elvetica, sulla falsariga di quello stipulato tra la stessa e l'Austria il 13 aprile 2012, mediante il quale è stato deciso di "recuperare" il 25% sui capitali austriaci sistemati sui conti bancari. Questo a sistemazione del passato, con aggiunta del 25% annuo sugli interessi in maturazione per l'avvenire.

Immagino che le autorità svizzere, in particolare la Presidente della Confederazione e Ministro delle Finanze Eveline Widmer-Schlumpf, considerandolo di casa, vogliano far fare al professore una bella figura nella celere realizzazione dell'ipotizzato accordo, nell'ottica della prosecuzione delle buone relazioni in corso con il paese ed al fine di contribuire al risanamento delle pubbliche finanze italiane. 

Il futuro non lontano darà conto delle buone intenzioni e della credibilità degli attori in campo, dimostrando infondata la tesi secondo cui Monti non vedrebbe di buon occhio l'intesa tra Italia e Confederazione elvetica e rimanderebbe all'Unione europea la responsabilità e l'iniziativa di affrontare la specifica questione fiscale dei capitali parcheggiati su conti svizzeri, sfuggiti all'imposizione nel nazione di origine.



 

Questo articolo è stato pubblicato qui

Commenti all'articolo

  • Di (---.---.---.2) 29 agosto 2012 14:58

    Già proprio lui,il Banchiere dovrebbe dar l’esempio,se pur effimero di farsi le vacanze in Italia,dopo che l’ha dissanguata e ancor lo farà,invece di spendere 10.000 euro per una settimana in Svizzera! La PAURA di farsi vedere dai suoi concittadini è forte vero Sig Bildemberg,Anspen,Moody’s etc.?
    Koenig m.b.

  • Di (---.---.---.96) 29 agosto 2012 19:34

    Parallasse >

    Vista da Berlino l’Eurozona marcia “virtuosa”.
    Angela Merkel trova “impressionante” l’agenda di riforme del governo Monti.
    Monti le fa eco sottolineando i “progressi significativi” compiuti e “riconosciuti dai mercati” con il rendimento dei Bot sceso ai minimi di marzo.

    Visto da Roma il quadro cambia.
    A Monti serve altro tempo per “attuare” le riforme fatte e più ancora per “vedere” gli effetti.
    Così non ricorda (?) che i minimi di marzo sono seguiti alle centinaia di miliardi prestati dalla Bce.
    Cosa ben chiara alla Merkel che, per evitare di dare la “licenza bancaria” al nuovo Fondo salva-stati, conferma di “sostenere il lavoro di Draghi”.

    Visto da fuori.
    Di “impressionante” per ora c’è la raffica di voti di fiducia “ottenuta” da Monti in nome della “credibilità”.
    Cambiare il punto di osservazione non muta la sostanza di Parola e Merito

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