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Le cause dell’autismo: l’erronea ipotesi del vaccino trivalente

Mi dispiace prendermela sempre con Panorama, ma non credo sia mia la colpa se gli articoli di questo settimanale sono pervasi da una stucchevole mentalità a-scientifica.

Nella storia di copertina dell'ultimo numero, il giornalista Stefano Lorenzetto firma l'intervista a Franco Antonello, padre di un ragazzo autistico di 18 anni. I due hanno percorso l'America in lungo e in largo per quattro mesi, in sella ad una Harley-Davidson rossa, avventura raccontata nel libro "Se ti abbraccio non aver paura" di Fulvio Ervas.

L'intervista è piuttosto interessante, c'è del pragmatismo e dell'entusiasmo e, per una volta, niente frasi strappalacrime, però... Ebbene sì, c'è un però. Alla domanda: "Da quanto tempo suo figlio è autistico?"; la risposta è stata: "Fino a 2 anni e mezzo era un bimbo normalissimo. Fu sottoposto alla vaccinazione trivalente. Qualche mese dopo ci chiamarono dall'asilo: "Vostro figlio è strano, è cambiato".

Dunque: il vaccino trivalente non causa l'autismo. Come spiega il box "Che cos'è l'autismo e come si manifesta", si tratta di una patologia che dà i primi segnali attorno ai 2 o 3 anni d'età, proprio l'età in cui si è da poco ricevuto il vaccino trivalente.

Ora, come ci insegna Hume: il fatto che vediamo spesso l'evento A seguito dall'evento B, non significa che A causi B. Se il vaccino trivalente si fa attorno ai 2 anni e l'autismo si manifesta attorno ai 2-3 anni, chiaramente capiterà che si osservino alcuni bambini manifestare i primi sintomi proprio qualche mese dopo il vaccino. Ma da questo non si può concludere che sia stato il vaccino a provocare l'insorgere del disturbo, oltre al fatto che sono stati effettuati numerosi studi, in seguito a un caso mediatico scoppiato in Inghilterra, che hanno definitivamente chiuso la questione.

Il dolore di un padre di fronte a un figlio malato non è oggetto di questo articolo e tutto quello che racconta, compresi i riti sciamanici a cui ad un certo punto si è affidato, può essere compreso e giustificato.

Il silenzio di un giornalista che nicchia su una questione controversa e non si sente in dovere di dare chiarimenti sul fatto che le cause della patologia non siano ancora del tutto chiare, è invece da condannare. E soprattutto: che senso ha scrivere un articolo, che smuove gli animi, lasciando che negli animi smossi si facciano strada convinzioni infondate? Si tratta di buon giornalismo?

Per dovere di cronaca, aggiungo che nel numero successivo di Panorama, sono state pubblicate le lettere e i tweet di tanti lettori, rimasti colpiti dalla storia di copertina. Mi è caduto l'occhio su questa: "Non possiamo che complimentarci Stefano per il suo articolo (...). Andrea ha manifestato l'inizio della sua fase autistica attorno ai 18 mesi a seguito della vaccinazione trivalente (...)".

Penso sia già stato detto tutto.

Questo articolo è stato pubblicato qui

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