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Le allucinazioni della ministra Boschi

È allucinante che la ministra Boschi cianci di allucinazioni e finga d’ignorare che una inappellabile sentenza della Corte Costituzionale definisce fuorilegge la legge che l’ha condotta in Parlamento.

È allucinante che la ministra Boschi non sia in grado di distinguere tra la condizione giuridica del deputato eletto e quella di un “nominato”. La Boschi non sa che “nominati” erano i suoi colleghi della Camera dei Fasci e delle Corporazioni durante il ventennio mussoliniano?

È allucinante che la ministra Boschi non si vergogni di aver contribuito alla rielezione del Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, facendo così carta straccia dello Statuto, solo perché la Costituzione non vieta esplicitamente la rielezione. Allucinante, perché si afferma così, di fatto, la correttezza costituzionale di tre, quattro e – perché no? – cinque rielezioni. La Costituzione, infatti, non lo proibisce esplicitamente.

È allucinante che la ministra Boschi ignori lo sconcio paradosso per cui i “grandi elettori” del Presidente della Repubblica non sono stati eletti da nessuno.

È allucinante che la ministra Boschi non si accorga che una banda di “nominati”, moralmente e politicamente delegittimati dalla Consulta, non solo pretenda di cambiare quella Costituzione che li invita a togliere il disturbo, ma si rifiuti di restituire la parola al “popolo sovrano” prima di imporre al Paese una legge elettorale più incostituzionale della “legge truffa” che le ha aperto le porte del Parlamento.

È allucinante che l’allucinata ministra Boschi definisca allucinazioni le fondatissime accuse di deriva autoritaria rivolte al governo e a questo punto la domanda è legittima: che significa la parola autoritarismo per la ministra Boschi?

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