Le Nouvel Observateur: i francesi ricchi chiedono di pagare più tasse
Dagli Stati Uniti alla Francia, passando per l’Italia: sembra essere inarrestabile l’ondata di filantropia che sta scuotendo la coscienza dei miliardari di mezzo mondo. Martedì 23 agosto, un gruppo di 16 ultraricchi transalpini ha sottoscritto un appello pubblicato su “Le Nouvel Observateur” per chiedere, in parole povere: “tassateci di più”.
Si tratta di pezzi da novanta dell’industria francese: persone che guidano aziende del calibro di L’Oreal, Veolia, Peugeot, Societé Generale, Areva, Danone, AirFrance-Klm, ma anche di grandi possidenti come Liliane Bettencourt, famosa ereditiera nota ai più per essere stata al centro di uno scandalo che ha coinvolto lo stesso Presidente Nicolas Sarkozy. Una proposta che segue quelle del miliardario statunitense Warren Buffet e dei nostrani Luca Cordero di Montezemolo e Carlo De Benedetti.
Dopo svariati mesi dall’inizio della crisi, i 16 si sono fatti vivi a poche ore dalla presentazione della manovra da 12 miliardi, illustrata ieri dal Primo Ministro Francois Fillon. Tra i provvedimenti da adottare anche una tassazione addizionale del 3% per i redditi superiori ai 500.000 euro, che dovrebbe rimanere in vigore fino al 2013, quando, secondo i calcoli de governo, la Francia dovrebbe riportare il rapporto deficit/pil al 3%.
A pensare male si fa peccato, ma, come diceva quel tale, a volte si indovina. E allora quella dei padroni sembra un’operazione astuta e riuscita: una misura che era nell’aria sembra essere quasi una loro concessione. Insomma, non sono in pochi a interpretarla come una mossa demagogica. Basta leggere quel che dice Jean Peyrelevade, dirigente della banca d’affari Leonardo tra i firmatari dell’appello, sempre dalle colonne de “Le Nouvel Observatuer”: “si prende una misura simbolica per far credere alla gente che pagano i ricchi. E’ falso”. Peyrelevade contesta l’eccezionalità della misura richiesta: “io sono favorevole alla creazione di due aliquote supplementari. Una al 45% per i redditi superiori o uguali ai 100.000 euro, l’altra del 50 % per i redditi uguali o superiori ai 200.000”. Anche queste sono dichiarazioni da prendere con le pinze, ma vanno al cuore del problema. Perché un conto è ipotizzare una tassazione addizionale una tantum, altro è prospettare un meccanismo di tassazione finalizzato ad una reale redistribuzione del reddito dalle fasce sociali più agiate alle classi medie e ai poveri. Insomma, andrebbe riformato un intero sistema che da trent'anni ad oggi, oltre a favorire la speculazone finanziaria, non ha fatto altro che spostare punti di Pil dal lavoro al capitale, dai salari ai profitti e alle rendite.
Come la pensino gli “illuminati” Paperoni è molto chiaro: “Siamo coscienti di aver pienamente beneficiato di un modello francese e di un ambiente europeo al quale siamo legati – si legge nell’appello – e che desideriamo contribuire a preservare”. Appunto.
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