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La vicenda Orlandi e la responsabilità dei media

Nella vicenda di Emanuela Orlandi, la quindicenne scomparsa a Roma la sera del 22 giugno 1983, i media hanno giocato un ruolo cruciale nel confondere l'opinione pubblica italiana e rendere difficile la ricerca della verità. Al netto di mitomani e di quanti hanno approfittato di una vicenda di cronaca per questioni di protagonismo, intorno al caso Orlandi si è sollevata una speculazione mediatica che ha favorito solo share, audience e acchiappa click. 

Emanuela Orlandi non fu l'unica ragazza a sparire in quel periodo. Secondo i dati della Questura, dal 1982 al 1983, furono quasi duecento le ragazze minorenni scomparse nella sola città di Roma. Cosa che lasciò sospettare una tratta delle ragazze bianche. Solo un mese prima della sparizione di Orlandi, il 7 maggio 1982, era scomparsa un'altra ragazza di quindici anni, Mirella Gregori, figlia del titolare di un bar. Quel caso però non ebbe molte ripercussioni mediatiche perché lì non c’erano suggestioni politiche o intrighi torbidi da evocare. 

Emanuela Orlandi, invece, aveva qualcosa di diverso dalle altre: era cittadina vaticana. Quanto bastava perché i media evocassero intrighi oscuri tra le mura leonine. Tanta è la convinzione che il Vaticano c'entri qualcosa, che i media hanno avanzato le ipotesi più fantasiose: dal terrorismo internazionale alla pedofilia tra i prelati, passando per il crac del Banco Ambrosiano alla banda della Magliana. Tante ipotesi, tanta confusione ma nessuna certezza.

La vicenda di Emanuela è stata scandita da sospetti, illazioni, veleni, insinuazioni e teorie che hanno reso contorta una vicenda che, in sé per sé, era già un rompicapo per gli inquirenti che per anni hanno sbattuto contro un muro di menzogne e depistaggi. Lo stesso fratello di Emanuela, Pietro Orlandi, che allude a un presunto coinvolgimento di Carol Woityla nel rapimento, sembrerebbe più un attacco contro il Vaticano che una verità plausibile. 

Con le moderne tecnologie e con i moderni sistemi di indagine, sarebbe ancora possibile scoprire la verità su Emanuela Orlandi. A patto, però, di partire daccapo-nonostante gli anni passati-di tenere giornali e televisioni lontano dalle indagini e di non farsi influenzare da racconti da fiction che finirebbero per rendere complicata una storia che invece potrebbe rivelarsi più semplice di quanto finora si è voluto far credere. 

Commenti all'articolo

  • Di Osservatore Cattolico (---.---.---.246) 28 aprile 2023 18:33

    Hanno trasformato un caso di cronaca nera in un romanzo infinito buono solo per stampa e televisione. Se la ragazza non fosse stata cittadina vaticana, ma cittadina di Avetrana, tutto questo clamore mediatico non sarebbe successo. Per me la giovane è stata adescata, abusata, uccisa e fatta sparire da qualcuno che conosceva bene. Ma a molti ha fatto comodo mettere il Vaticano sotto una cattiva luce inventandosi racconti fantasiosi degni più di Thriller di Dan Brown che della cruda realtà.

  • Di Bloggernick (---.---.---.40) 4 maggio 2023 20:59
    Le ragazze adolescenti dovrebbero smetterla di invaghirsi e di frequentare uomini più grandi di loro. Perché può succedere che qualche rivale in amore, accecata dalla gelosia, possano arrivare a gesti criminosi che non dovrebbero mai succedere ma che purtroppo succedono. Ci sono delitti dettati dalla gelosia che si risolvono subito. Altri, invece, diventano un affare di Stato.
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