La tragedia della Siria nel nuovo videoart di Marco Agostinelli
ON THE WESTERN BANK OF THE EUPHRATES RIVER THE MASSACRE OF THE INNONCENT
Era l'anno 2000 quando Marco Agostinelli lavorando alle riprese di un documentario in Westfalia, fu portato a visitare una base NATO dismessa, dove erano rimasti quali segni visibili della guerra del golfo, le catene infangate e una cassetta Betacam NTSC di riprese aeree dei territori dove si svolgeva il combattimento. In quello stesso anno Agostinelli aveva ricevuto come regista di documentari dedicati all'arte, il premio alla carriera nell'ambito del Festival Internazionale del Cinema sull'Arte di Montreal.
Nel video arte NATO che l'artista realizzò successivamente con le immagini della base NATO e quelle delle riprese aeree riversate nel sistema di lettura europeo PAL, confluì tutta la sua lunga esperienza di documentarista che aveva raccontato il mondo attraverso il suo occhio poetico, ma anche secondo il suo acuto punto di vista critico stimolato sempre da dati reali. NATO fu selezionato al Festival di Locarno nel 2001, al Viper Film Festival di Basilea e in altre rassegne dedicate, ma soprattutto le immagini di NATO furono proiettate dall'Istituto Luce nelle sale del cinema dove si tennero Le Giornate del Cinema Italiano del 2004, come intermezzo tra un film e l'altro. Dietro queste immagini distorte e nel contempo rigenerate, si nascondeva l'animo sensibile dell'artista che cerca di trasformare il terrore in bellezza. Il video arte “On the Western Bank of the Euphrates River” è figlio di NATO e appartiene alla stessa famiglia di “Corpus Evolution After Towers” (realizzato con le riprese di immagini televisive della Sindone e dell'attacco alle Torri Gemenelle dell'11 settembre), di “Passione e Morte” ( realizzato sempre con le riprese di immagini televisive della Sindone, quelle della guerra d'Iraq e dell'attacco dell'11 marzo a Madrid) e di “Resurrezione in Beslan” (realizzato con le immagini di un reportage sull'aggressione terroristica nella scuola di Beslan, girate dai giornalisti del TG1) , tutti video arte di Agostinelli, dei primi anni venti del secondo millennio. Con ognuno di loro “On the Western Bank of the Euphrates River”, condivide forme e sostanza, poiché la guerra è sempre quella stessa vecchia carogna con la quale ci siamo abituati a vivere, e che avvelena il mondo distruggendo indistintamente tutto quello che trova. Ed è questa la ragione che spinge Agostinelli a creare “On the Western Bank of the Euphrates River” proprio durante il lock down, quando eravamo chiusi in casa al sicuro dai possibili contagi. L'artista sente il dovere
di ricordare che in Siria, culla delle civiltà nostre progenitrici, c'è una guerra che dura da nove anni e che sta distruggendo i luoghi più antichi della storia. Una guerra nella quale sono morti e continuano a morire migliaia di esseri umani, tra cui moltissimi bambini e che costringe altrettante persone a vivere in situazioni di estrema gravità, che offendono ogni diritto umano. Non dobbiamo abituarci alla guerra afferma l'artista, anche se ci viene somministrata a piccole dosi dai mass media in un notiziario e nell'altro, o nella rete internet. Le immagini di guerra “On the Western Bank of the Euphrates River” sono quelle stesse impresse nella retina del bambino in primo piano, le sole che presumibilmente conosce da quando è nato, in quanto dall'aspetto sembra avere meno di nove anni! L'artista sceglie di montare le immagini come se fossero figure viste in sequenza da una persona mentre corre, cercando rifugio sotto la pioggia di proiettili. La musica incede al ritmo veloce del passo, scandito da strumenti a percussione. Il nostalgico motivo di fondo prevale quando le immagini si accellerano avanti e indietro , come se fossero meccanicamente azionate da un telecomando. Nel finale ecco comparire quella visione apocalittica divenuta oramai, la cifra stilistica dei video arte di Agostinelli ispirati alla guerra: il fumo della distruzione totale, che l'artista trasforma in un altare del sacrificio, con la tragica ascesa di anime innocenti verso l'Eternità.
Roberta Semeraro
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