• AgoraVox su Twitter
  • RSS
  • Agoravox Mobile

 Home page > Tempo Libero > Satira > La satira ci salverà: su AgoraVox la pungente matita di Michele De (...)

La satira ci salverà: su AgoraVox la pungente matita di Michele De Pirro

Parlare di satira con chi la realizza è qualcosa che fa bene, quindi continuiamo a raccontarvi l’ambiente satirico attraverso Michele De Pirro, uno dei più caustici vignettisti italiani che in coppia con Luca Bertolotti (entrambi nella foto) ha attraversato e raccontato tre repubbliche su Cuore, Liberazione, Avvenimenti, Smemoranda, Repubblica.it, Il Fatto Quotidiano e molti altri. Attualmente pubblica su Linus, Pubblico e il Male e le inconfondibili vignette del duo Bertolotti e De Pirro accompagnano regolarmente gli articoli di Marco Travaglio, Peter Gomez e Pino Corrias sul blog Voglio scendere. 

 

Salve Michele, benvenuto su AgoraVox. Parliamo degli esordi: com’è nato il sodalizio con il suo collega di sempre e la volontà di raccontare la realtà attraverso battute caustiche e le vostre inconfondibili ed ironiche vignette?

Durante gli anni dell'università, a Genova, abbiamo messo su una rivista (oggi si direbbe un magazine) che si chiamava “La Rosa Purpurea del Cairo”. Grandi sogni, grandi speranze. E ottimi collaboratori. Un giorno, a spanne poteva essere l'86 o l'87, uno di noi, Enzo Costa comincia a collaborare con Tango diretto da Staino. Io e Luca, che nel frattempo eravamo diventati grandi amici, ci diciamo: "E noi?". Io scrivevo, Luca faceva le illustrazioni per il giornale... decidiamo di fare vignette insieme creando i nostri primi piccoli personaggi: una ragazzina e un ragazzino, Tania e Zen, e cominciamo a spedirli in giro. Prima in un orribile supplemento satirico de “Il Lavoro” (adesso supplemento locale de La Repubblica) diretto dal fu Gualtiero Schiaffino e subito dopo a Cuore.

Avete cominciato così a pubblicare dentro lo storico settimanale di resistenza umana?    

Sì, a Cuore ci rispose quasi subito Andrea Aloi, il vice direttore e uomo macchina del giornale satirico... ci dice, più o meno, “bravi, continuate così che ci piace quel che fate”. Galvanizzati, abbiamo cominciato a mandare una dozzina di vignette ogni settimana, senza mai mollare. Poi, magia: dopo sei mesi in questa maniera ci hanno pubblicato la prima vignetta... e da lì è cominciato il grande giro.

Dalla satira su Cuore a quella moderna sui social network e sulle nuove riviste tra le quali spuntano anche il nuovo Male di Vauro, l’inarrestabile Linus e Smemoranda, com’è cambiato il modo di fare satira dagli anni ’80 alle soglie del 2013?

È cambiato in termini di libertà percepita. Dentro la redazione di Cuore, davvero si respirava un clima di libertà assoluta. Libertà dalle regole del mercato, innanzitutto. Adesso, quando c'è qualcosa che può creare dei problemi legali, nessuno si prende più la responsabilità di dire "andiamo avanti". Si passa la palla agli uffici legali che stoppano subito tutto!

JPEG

Qualche esempio?

Per dire, a Cuore si decise di fare qualcosa di davvero rivoluzionario: il doppio paginone centrale di pubblicità gratuita a un prodotto Fiat, la Duna. Nemmeno si può immaginare il casino che ne venne fuori... con le diffide della Fiat a continuare in quella forma (si sentivano presi per il culo) e le proteste dei pubblicitari, nonché dei lettori che si sentivano venduti al padrone Agnelli.

Cuore è stata una bella palestra di satira?

Beh, c'era davvero un sacco di gente interessante che si incontrava lì, specie nel periodo bolognese. C'era una foresteria in cui chi passava di lì a trovare gli altri poteva fermarsi a dormire, quando non ci pagavano direttamente l'albergo. E sotto le arcate della redazione era facile incontrare Stefano Benni, Marco Travaglio, Vecchioni, Sofri, Vito, il patatone Patrizio Roversi o Daniele Luttazzi. E si potevano organizzare interminabili partite a basket pallina in redazione. Oppure, partecipare alla creazione della mitica prima pagina (un'intera mezza giornata di brain storming a livelli altissimi) con la redazione composta da Michele Serra, Andrea Aloi, Piergiorgio Paterlini, Luca Bottura, Lia Celi, Alessandro Robecchi, Roberto Grassilli, Carlo Marulli e Sergio Banali. Più, chiunque passasse di là. Nel gruppo degli allora giovani di cui facevamo parte, poi, c'era una naturale complicità (anche anagrafica): con noi c’erano i due Marfagno, Michele Cavaliere, Ziche e Minoggio, Mauro Calandi, Beppe Mora. Davvero lì si sentivano le idee più strampalate e ogni tanto qualcuna veniva davvero alla luce... come le assurde brigate molli messe in piedi da Roberto Marcanti, futuro deus ex machina de Le Iene.

Mai ricevuto pressioni o minacce di querela per le sue vignette?

Semplicemente, ci hanno censurato un paio di vignette che andavano a colpire grandi gruppi bancari, che finanziavano il sito per cui, allora, collaboravamo. Con Pubblico, Luca Telese ci concede una libertà a 360° davvero rara ai giorni nostri. E di questo gli siamo profondamente riconoscenti.

Lo chiedo spesso a chi lavora in un ambito così puro e particolare: esiste qualcosa su cui è difficile scherzare in Italia?

Le merci. I brand. Le marche. Con loro le ritorsioni legali sono praticamente assicurate e quindi uno deve mettere in conto le conseguenze di quel che sta facendo. Bisogna mettere sempre tutto in una forma difendibile, al riparo dall'accusa di diffamazione o altro. Un tempo era difficile far satira sulla chiesa, ultimamente sembrano meno organizzati su questo fronte.

JPEG
 

L’occhio di chi fa satira è più attento ai cambiamenti, perciò viene voglia di chiederlo ai vignettisti: com’è possibile che in Italia ci siamo ridotti così?

La risposta, per noi, è piuttosto semplice: mancano adeguati strumenti culturali per decodificare una realtà complessa in cui la manipolazione attraverso i mezzi di comunicazione è estremamente efficace. La scuola e la cultura provinciale in cui siamo immersi non capiscono una fava delle attuali tecniche di comunicazione di stampo commerciale che oramai sono dominanti ovunque. La comunicazione politica (e Berlusconi è stato il primo, in Italia, a farne un uso massiccio e consapevole) si rivolge principalmente ai livelli profondi e inconsci del cittadino, offrendo elementi di soddisfazione a un livello simbolico individuato con appositi sondaggi. Per il marketing applicato alla comunicazione politica, in Italia andrebbe fatto studiare a memoria nelle scuole quel che racconta Alessandro Amadori nei suoi libri. Il ritardo, su questi modelli evoluti di comunicazione della sinistra è incredibile. ci ha sempre fatto impressione, per dirne una, vedere i vari responsabili della comunicazione del Pci, Pds, Ds, Pd totalmente incompetenti a riguardo, immersi in modelli di comunicazione a dir poco ottocenteschi. Per cui, se non si hanno strumenti di decodifica adeguati, è normale cadere vittima di chi offre modelli di comunicazioni più mirati (e invasivi) senza che vengano minimamente toccati livelli di significazione più razionali. Come scriveva qualche anno fa il purtroppo rimosso Gramsci: "Agitatevi, perché avremo bisogno di tutto il vostro entusiasmo. Organizzatevi, perché avremo bisogno di tutta la vostra forza. Studiate, perché avremo bisogno di tutta la vostra intelligenza”.

Dalla matita alla penna il passo è breve: lei è anche un autore televisivo che ha all’attivo inconfondibili successi: ha scritto per trasmissioni come “Smetto quando voglio”, “Quelli che il calcio” e “Striscia la Notizia”, quest’ultima è giunta al venticinquesimo anno. Come sono quegli ambienti televisivi rispetto a quello della carta stampa? E’ più difficile far satira in tv rispetto al cartaceo?

Sicuramente la tv ha il problema di raggiungere un gran numero di persone, e, per dirla in termini tecnici, di pubblici. Solo per fare un esempio, quando facevo Striscia ogni sera avevamo una media di tredici milioni di persone che ci guardavano. E trovare qualcosa di satirico leggibile e comprensibile alla stessa maniera da una massa tale di persone è francamente operazione da titani. Per questo, la televisione ha bisogno di semplificare al massimo (fino a diventare quella cosa becera che quasi sempre è). Con le nostre vignette, invece, abbiamo dei pubblici più omogenei (e già selezionati) anche solo per il fatto che si trovano a scegliere il prodotto che comprano in edicola. O se parliamo, per esempio, della nostra pagina facebook devono cliccare sul bottoncino "mi piace" per seguirci. Perché per la comunicazione satirica, che è sempre uno scarto (in avanti o di lato) rispetto alla realtà condivisa, serve sempre un contesto comune con il lettore o lo spettatore. E per avere un livello di condivisione con un pubblico largo (o mainstream) è necessario abbassare il livello di definizione della propria comunicazione, perché sia accessibile ai più. Spesso svuotando di forza e di senso quel che si va facendo.

Social media, social network, siti web… on line si sviluppa una vita parallela. Lei utilizza Internet? Dove trovarla in rete?

Per l’appunto, siamo su Facebook: (www.facebook.com/bertolottiedepirro). Se vi piacciono le nostre vignette, concedeteci un clic sulla nostra pagina. Ci è d'aiuto.

Prossimi appuntamenti e iniziative che la riguardano e che possono coinvolgere i nostri lettori?

Il sito, sicuramente. contiamo di mettere su per l'anno nuovo un nostro sito con piattaforma blog su cui raccogliere tutta la nostra produzione. Da un paio di settimane pubblichiamo anche sull’Huffington Post. Anche se la modalità di pubblicazione al momento è un po' macchinosa e speriamo venga presto semplificata.

Grazie e buon 2013 da AgoraVox.

Un augurio di buone feste a tutti i lettori di Agoravox Italia

 
JPEG
 

LINK. Leggi anche:

 

Tra Dio e i Fumetti Disegnati Male, Davide La Rosa:

http://www.agoravox.it/Tra-Dio-e-i-Fumetti-Disegnati-Male.html

La satira di Allegra tra vignette e tanta Sicilia:

http://www.agoravox.it/La-satira-delle-vignette-di.html

Contro le ingerenze del vaticano la satira di Disegni:

http://www.agoravox.it/Stefano-Disegni-la-satira.html

Dalla Ministronza a Nazingher il grottesco raccontato da Alessio Spataro:

http://www.agoravox.it/?page=article&id_article=11118

Il coniglio e i suoi 18 anni di Ruggiti, la satira di Radio2 diventa maggiorenne:

http://www.agoravox.it/18-anni-di-ruggiti-il-Coniglio-di.html

25° anno, striscia ancora la notizia di Antonio Ricci:

http://www.agoravox.it/anno-striscia-ancora-la-notizia-di.html

 

 

Lasciare un commento

Per commentare registrati al sito in alto a destra di questa pagina

Se non sei registrato puoi farlo qui


Sostieni la Fondazione AgoraVox







Palmares