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La nuova svolta di Berlusconi si chiama Pannella

Berlusconi risorge sempre, perché ha dietro le quinte del suo spettacolo politico gente come Ferrara e Pannella.

Ferrara e Pannella: una coppia formidabile, la migliore, per capacità ed intuito politico ,che può esprimere questa destra. La sola che può indicarle una via d’uscita, in un momento così difficile, quasi disperato. E la via d’uscita si chiama “programma referendario radicale”.

La responsabilità civile dei magistrati, l’abolizione dell’ergastolo, il divorzio breve, l’abolizione delle norme sul reato di immigrazione clandestina e di quelle sulle droghe, le norme sull'8 per mille, un accordo sull’amnistia: ecco i nuovi obiettivi politici della nuova destra berlusconiana.

Era stato Ferrara, in un recente articolo sul Foglio a suggerire questa linea, questa svolta da destra populista, clericale e xenofoba, a destra politica liberale. Ed è Pannella che accompagna il cavaliere a votare i referendum. Ma non bisogna illudersi, in questa destra in cui non c’è niente di moderato, ma tutta l’ambiguità della linea politica pannelliana, che coglie le contraddizioni della sinistra, ed in essa si insinua, per indebolirla e distruggere dalla fondamenta i capisaldi della sua linea politica.

Il referendum sulla responsabilità civile dei magistrati inquina la loro autonomia, li sottopone all’esecutivo, e così assesta un formidabile colpo al principio di legalità che, trascurato dalla sinistra, aveva trovato nella magistratura un forte baluardo. Mentre la lotta contro la partitocrazia , l’abolizione del finanziamento pubblico, diventa uno strumento non per eliminare gli sprechi e lo strapotere dei partiti, ma i partiti stessi, per ridurli a lobby, dominate dai più ricchi.

E così i referendum sui diritti civili, mentre mettono la sinistra di fronte alla sue carenze e contraddizioni, diventano un chiavistello per pescare voti nel bacino elettorale di questa parte politica e gestire in termini liberisti una sacrosanta battaglia di civiltà. L’amnistia, l’abolizione dell’ergastolo, per sfoltire le carceri dai diseredati dalla povera gente che in questi luoghi langue in una situazione disumana, diventano un paravento per salvare i colletti bianchi, e con essi anche Berlusconi.

E la lotta per gli immigrati, diventa uno strumento per togliere alla sinistra un bacino elettorale e per gestire il problema umano degli immigrati non in termini di diritti di rispetto delle diversità, di integrazione, ma come risorsa lavoro necessaria all’industria, come merce al sevizio delle imprese.

La riaffermata laicità viene utilizzata, non per l’affermazione di un principio di democrazia, per sconfiggere la linea integralista della Curia e abbracciare la linea innovativa di giustizia sociale e anticapitalista di Papa Francesco, ma per il voto laico e anche per quello cattolico innovativo .

E tutto ciò offre un orizzonte a questa destra sperduta, priva di linea politica, in cui scompare un vecchio armamentario politico che incomincia a puzzare di stantio. E allora viene messa in seconda linea la vecchia politica populista, e con essa l’ abolizione dell’IMU per ingraziarsi il pubblico gli elettori, e il ricatto al governo.

Questa politica ha fatto il suo tempo e per questo è necessaria una nuova politica e un nuovo partito di destra moderata: ma non saranno Quagliariello e Cicchitto a fondarlo, ma Berlusconi e Pannella.

Il re è nudo ma il regime non è finito. Cambia la forma, ma la sostanza resta uguale, indossa un vestito radicale, ma la connotazione affaristica , la vena populista sono carboni che covano sotto la cenere.

 

Foto: Wikimedia 

Commenti all'articolo

  • Di paolo (---.---.---.182) 3 settembre 2013 16:04

    Camillo ,io francamente tutto questo disegno politico francamente non lo vedo ,Berlusconi è in una fase che pur di apparire ,di essere al centro dell’attenzione farebbe qualsiasi cosa ,andrebbe persino alla festa dell’Unità se non corresse rischi per la sua incolumità .

    E’ un disperato che tenta di rifarsi una verginità , andrebbe anche allo Zecchino d’oro da mago Zurli’ se servisse . Il prossimo passo sarà quello di pubblicizzare le sue opere di bene , il suo cuore d’oro per i poveri orfanelli ,le opere pie .......penosa parabola di un uomo ridicolo( ma pericoloso) .

    E poi accostare Pannella a Ferrara , suvvia !

  • Di (---.---.---.179) 4 settembre 2013 19:57

    UNA SOLA PAROLA "NAUSEA ,TANTA NAUSEA!"

  • Di (---.---.---.241) 5 settembre 2013 16:46

    se questo tipo,BERLUSCONI venisse ignorato da tutti,TRANNE CHE DALLA MAGISTRATURA,non esisterebbe.Si parla sempre di questo tipo,perché fa comodo a tutta quella classe politica,che non ammettendo che e incapace di lavorare per il paese,cercano di vivacchiare e tirare avanti fino alla pensione,attendo con piacere la TROIKA,PER QUESTA CLASSE POLITICA

  • Di (---.---.---.190) 5 settembre 2013 20:01

    Terza uscita >

    Nel processo penale il Giudice, a fronte di motivata “eccezione” di illegittimità sollevata dalla accusa o dalla difesa, può convincersi di trasmettere gli atti relativi alla Corte Costituzionale.
    La Giunta delle Elezioni ha come compito precipuo di verificare la “candidabilità” di un soggetto o la sua “compatibilità” con la carica di parlamentare “secondo i requisiti dettati dalla legge”. In questa ottica, all’interno del Parlamento assume una funzione di tipo giurisdizionale.
    Da qui le strade si dividono.

    Il Giudice, che non è l’estensore di Leggi, ha l’onere di maturare una personale (libera) convinzione sulla sentenza da emettere, rifacendosi alle prove e agli atti “acquisiti”.
    La Giunta delle Elezioni opera e decide in funzione delle “posizioni” assunte dalla maggioranza dei suoi componenti che sono stati “delegati” dalle forze politiche che concorrono al processo legislativo.

    Veniamo alla Legge Severino.
    Per ammettere una sua presunta incostituzionalità e inapplicabilità (v. pareri pro veritate) occorre che si formi una maggioranza “ravveduta” tra i componenti degli stessi partiti che l’hanno voluta e votata.
    Maggioranza che dovrebbe convincersi della “qualità” di un Parlamento fatto di “insindacabili” sotto il profilo penale, salvo che non vengano colti in flagranza di reato nell’atto di commettere delitti puniti con il carcere.

    La Giunta non “revisiona” le sentenze penali, ma procede al fine di “accertare” la sussistenza o meno dei requisiti “dettati” per le funzioni pubbliche.
    La verifica non è una “contestazione” di fatti illeciti.

    Un tempo Berlusconi diceva che dopo una condanna definitiva un evasore aveva il “buon gusto” di mettersi da parte.
    Di sicuro non è di “buon gusto” affermare che non schierarsi con la “difesa” equivale a assumere il ruolo di “accusa”: roba da “giacobini”, da “traditori” o peggio.
    La terza uscita è voler “pilotare” un processo istituzionale con il Consenso Surrogato del pubblico sensibile alla fascinazione ...

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