• AgoraVox su Twitter
  • RSS
  • Agoravox Mobile

 Home page > Attualità > Mondo > La normalità di Obama

La normalità di Obama

Entrato nel pieno delle sue funzioni ad inizio d’anno, il Presidente degli Stati Uniti Barack Obama ha immediatamente speso una barca di soldi del contribuente americano per salvare il sistema creditizio del suo Paese e del mondo intero; e si è subito lamentato, facendolo addirittura nel suo discorso di insediamento, di atteggiamenti irresponsabili del mondo della finanza.

Ieri, dopo sei mesi, si è presentato insieme al Ministro del Tesoro Tim Geithner ed annuncia una serie di nuove norme regolative dell’attività creditizia, suscitando grandi speranze nel Paese, che pur è stato il Paese di Milton Friedman e di George Stigler, della scuola di economisti liberisti di Chicago.
 
Orbene, tutto normale: è normale intervenire con tutte le forze disponibili per evitare il tracollo dell’intero sistema economico americano (cominciò a farlo persino il non troppo brillante Presidente George Bush); è normale chiedersi come possa essersi formata la più grande bolla speculativa di tutti i tempi; è normale individuare nell’avidità e nell’imprudenza della classe dirigente del mondo della finanza le ragioni di fondo della crisi dei derivati; è normale studiare e far applicare nuove regole regolative del libero mercato, che rendano impossibile il ripetersi di un evento simile.
Ed è anche normale non parlarne troppo nel discorso di insediamento, di questa intenzione: per il Paese che ha sempre considerato il libero mercato l’unico giudice possibile per l’attività economica, si tratta pur sempre di una medicina difficile da mandare giù.
 
Orbene, cosa non è normale ?

Non è normale una classe politica come quella italiana, la quale, invece di occuparsi delle necessarie riforme delle Istituzioni repubblicane, delle leggi elettorali, della Pubblica Amministrazione, del sistema giudiziario e di tanto altro ancora, ormai da mesi si occupa solamente di belle ragazze invitate o meno a riunioni festaiole, delle doti canore di un certo Apicella, del modo con cui l’attuale premier spende i soldi tanti suoi e di altre simili amenità, ivi comprese liti coniugali, dinanzi alle quali dalle parti nostre si suol dire fra moglie e marito non mettere il dito.

A questo punto una proposta: perché non preghiamo il Presidente Barack Obama di occuparsi anche del nostro Paese, tanto, per lui che ne governa una cinquantina di Stati, uno in più o uno in meno non fa poi tanta differenza? A patto, però, che istituisca un immediato divieto per le esternazioni quotidianamente rese alla televisive di Stato dagli uomini politici nazionali: la libertà d’espressione deve pur trovare un limite nel fastidioso ed insopportabile tedio causato ai cittadini/telespettatori.

Lasciare un commento

Per commentare registrati al sito in alto a destra di questa pagina

Se non sei registrato puoi farlo qui


Sostieni la Fondazione AgoraVox







Palmares