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 Home page > Attualità > Politica > La legge elettorale, la riforma Alfano e l’opzione “Voice” di Hirschman

La legge elettorale, la riforma Alfano e l’opzione “Voice” di Hirschman

Come è a tutti noto nel nostro Paese i parlamentari non sono democraticamente eletti perché essi vengono scelti a priori dalle segreterie dei partiti ed inseriti in “liste bloccate” prima del voto. Questo è previsto dall’attuale legge elettorale, che possiamo chiamare legge elettorale Berlusconi perché fortemente voluta dall’attuale premier e che ha avuto congiuntamente due conseguenze:

a) Ha fortemente ridotto il tasso di democraticità delle nostre Istituzioni;

b) Ha assoggettato uno dei tre poteri dello Stato (quello legislativo) ad un altro potere dello Stato (quello esecutivo, nelle competenze del suddetto esponente politico); con buona pace dell’equilibrio dei poteri dello Stato, individuato come essenziale per il suo buon funzionamento da Montesquieu.

Oggi, con la riforma del sistema legislativo del ministro Alfano, vi è l’ipotesi che accada un secondo evento del tutto simile.

Fra le previsioni contenute dalla riforma Alfano si rilevano :

a) L’abolizione del principio dell’obbligo dell’azione penale, con conseguente discriminazione fra i cittadini ed inevitabile venir meno del principio della loro eguaglianza dinanzi alla legge;

b) L’abolizione parziale dei tre gradi di giudizio, caposaldo essenziale del sistema di legalità, con conseguente venir meno di fondamentali garanzie per i cittadini, certamente non ripristinabili dall’inserimento di una previsione di responsabilità civile per i giudici, norma peraltro estremamente nefanda perché fa venir meno la serenità del giudice nell’espletamento delle sue funzion ;

c) Il passaggio della gestione delle indagini dalla magistratura al ministero degli Interni.

Per contro la riforma Alfano nulla prevede in ordine ad esigenze di giustizia vivamente sentite dai cittadini, quali:

a) Affermazione della centralità dei principi di pubblicità, oralità, giuria e difesa tecnica dei dibattimenti, con eliminazione di qualsivoglia decisione al di fuori di questi ultimi;

b) Partecipazione delle parti alla fase inquirente contemperata con le esigenze di segretezza istruttoria ;

c) Rinnovo delle procedure e delle prassi dibattimentali al fine del contenimento in limiti ridotti dei tempi decorrenti dalla formulazione della richiesta di rinvio a giudizio sino alla prima udienza dibattimentale, poi sino all’emissione della prima sentenza e quindi sino all’emissione della sentenza definitiva.

L’obiettivo del governo, dichiarato apertis verbis dal premier in conferenza stampa, è stato quello di rendere impossibile in futuro l’adozione di provvedimenti giudiziari nei confronti di esponenti della classe politica analoghi a quelli della vicenda denominata “mani pulite” (sic !!!!!).

Anche in questo caso sono prevedibili due conseguenze, e precisamente:

c) La riduzione del tasso di democraticità delle nostre Istituzioni, sino al suo totale annullamento;

d) L’assoggettamento di uno dei tre poteri dello Stato (quello giudiziario) ad un altro potere dello Stato (quello esecutivo) ; sempre con buona pace dell’equilibrio dei poteri dello Stato, individuato come essenziale per il suo buon funzionamento da Montesquieu, in vista ormai di una forma di governo assai simile alla dittatura.

A questo punto sorge per i cittadini il problema di reagire adeguatamente in difesa della democrazia e delle loro Istituzioni, tutte così pesantemente messe in pericolo.

Una prima idea potrebbe essere quella di attivare l’opzione “Voice” di Hirschman, ossia quella di protestare a gran voce. Ad esempio i giovani, sicuramente più coinvolti rispetto agli anziani ormai entrati nella parabola discendente della loro vita, potrebbero assumere iniziative di protesta e di disobbedienza civile. Il vostro cronista ne ha in mente una: scegliere l’occasione di un tema di italiano in classe e consegnare foglio bianco con su scritto lo slogan Contro la legge elettorale Berlusconi, contro la riforma Alfano ; per la democrazia e per il buon funzionamento delle Istituzioni nel nostro futuro ; resistendo alla tentazione di metterci in mezzo la riforma Gelmini, la quale, indipendentemente da come la si possa giudicare, certamente non è un problema per la democrazia e per il buon funzionamento delle Istituzioni, come invece lo sono, eccome !, la legge elettorale Berlusconi e la riforma Alfano.

Commenti all'articolo

  • Di pv21 (---.---.---.11) 14 marzo 2011 19:01

    Trappole forensi >

    I fautori della verità processuale da stabilire “oltre ogni ragionevole dubbio” inneggiano alla superiorità del diritto anglosassone. Quella, per capirsi, dei telefilm alla Perry Mason.
    Non ricordano (?) però la realtà: quella dei tanti detenuti (poveracci) riconosciuti innocenti solo dopo parecchi anni di carcere o, addirittura, dopo l’esecuzione capitale.

    Secondo la riforma proposta sarà “inappellabile” solo la sentenza di assoluzione del Giudice che accoglie le “ragioni” della difesa. Solo il Giudice che arriva alla condanna rischierà di essere chiamato, anche in sede civile, a rispondere personalmente di tutti gli “atti” compiuti.
    Un modo decisamente singolare di agevolare il “libero convincimento” del giudice a garanzia del “giusto processo”.
    Una prospettiva “allettante” per quei “privilegiati” in grado di permettersi agguerriti collegi di difesa.
    Gli stessi che scrivono il copione del teatrino di Pantomima e Rimpiattino

  • Di Mario (---.---.---.80) 19 marzo 2011 16:40

    Andrebbe adottata la proposta di legge presentata anni fa da Giulio Tremonti assieme a Giuliano Urbani per il ritorno del proporzionale puro, senza premio di maggioranza né sbarramento.

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