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La giustizia penale è morta

Per i lettori di Agoravox un’analisi giuridica del ddl sulle intercettazioni e sulle sue conseguenze catastrofiche

Un ennesimo e durissimo colpo alla civiltà di questo paese totalmente allo sbando verrà sferrato questa sera quando il Governo, ricorrendo nuovamente al voto di fiducia e scavalcando le prerogative parlamentari, voterà il disegno di legge sulle intercettazioni.

Parola chiave della vittoria elettorale della coalizione di governo nel 2008 fu "sicurezza". Si è giocato tantissimo sulle paure degli italiani, al punto da ottenere il loro consenso proprio sulla promessa di garantire più sicurezza ai cittadini. Ma purtroppo, anche questa volta, la promessa fatta all’elettorato si risolverà in una legge per garantire l’impunità dei delinquenti e dei criminali.

Si decreta questa sera la morte della giustizia penale italiana e il definitivo imbavagliamento della cronaca giudiziaria. Olè.

Il disegno di legge prevede una notevole diminuzione dell’uso delle intercettazioni e la cancellazione del diritto di cronaca da parte dei giornalisti che si occuperanno di vicende giudiziarie distruggendo nella sostanza quel diritto costituzionale che garantisce al cittadino di essere informato.

Le intercettazioni, di qualunque tipo esse siano cioè ambientali, telefoniche e telematiche, da strumento per la ricerca della prova si trasformeranno in uno strumento di completamento e di rafforzamento della prova già acquisita. Per fare un esempio, se prima l’intercettazione rappresentava lo "strumento" migliore per capire se un soggetto era un delinquente, dopo l’approvazione del ddl rappresenterà "il fine", e cioè il loro utilizzo sarà consentito per legge solo dopo aver scoperto la natura criminale dell’individuo. Ma come si scopre se taluno è criminale se non vi è il mezzo?

E’ come se Governo e Parlamento chiedessero alle "forze di polizia e alla magistratura di tutelare la sicurezza dei cittadini uscendo per strada disarmati e con un braccio legato dietro la schiena", questa la dura presa di posizione dell’associazione nazionale dei magistrati. Tutelare la sicurezza di cui sopra, quella che fu il cavallo di battaglia del Pdl in campagna elettorale.


Inoltre, giusto per rallentare ancora di più la macchina della giustizia italiana, vengono introdotti una serie di adempimenti, motivazioni ed elementi burocratici che di fatto estingueranno la possibilità di celebrare il processo. E non è finita. Viene imposto un limite temporale all’utilizzo delle intercettazioni di soli 60 giorni che nella sostanza "vanifica gli sforzi investigativi delle forze dell’ordine e degli uffici di procura", come ha inutilmente ammonito il CSM.

Dopo aver "sistemato" il sistema penale era d’obbligo mettere un limite al giornalismo d’inchiesta, troppo impiccione negli affari del Capo e dei suoi sodali. Il disegno di legge estende il regime che oggi regola gli atti giudiziari coperti dal segreto anche agli atti non più coperti dal segreto "fino alla conclusioni delle indagini preliminari ovvero fino al termine dell’udienza preliminare". In parole povere, un bel bavaglio all’informazione e alla cronaca che, per loro natura, hanno (o almeno dovrebbero avere) come scopo principale quello di raccontare come vanno le cose nel nostro paese e di rappresentare una sorta di "controllo" sull’operato delle alte sfere istituzionali e non solo.

Con questo disegno di legge vengono cancellati con un colpo di spugna alcuni dei più importanti principi democratici e costituzionali. In primo luogo, con la limitazione all’utilizzo delle intercettazioni si lede quell’interesse della società ad una corretta amministrazione della giustizia e all’accertamento dei reati. In ogni ordinamento giuridico evoluto il sistema penale deve contemperare l’interesse alla privacy del cittadino con l’interesse alla tutela della sicurezza pubblica. Il nostro codice penale, proprio per risolvere questo conflitto tra due interessi opposti, sacrifica parzialmente il diritto alla privacy del cittadino per garantire al cittadino stesso una migliore tutela della sua sicurezza e un migliore andamento della "machina iustitiae" ritenuti, logicamente, interessi primari. E’ un principio che si può far risalire alla nascita della teoria contrattualistica dell’Ottocento, secondo cui il rapporto tra privato cittadino e Stato può riassumersi essenzialmente nella stipulazione di un "contratto". I cittadini cedono parte delle loro libertà individuali per vedere meglio garantita la parte restante di libertà, legittimando quindi quella sorta di "intrusione" dello Stato nella sua sfera privata.

L’altro colpo viene inferto alla stampa e, di riflesso, al nostro diritto di essere informati. La trovata del governo è geniale: non solo si punisce il giornalista che si è "permesso" di occuparsi di determinate vicende ma si punisce anche il suo editore che, per ogni "omesso controllo", potrà subire una sanzione pecuniaria da 64.500 a 465mila euro.

Così facendo l’editore avrà un interesse in più a non far pubblicare l’articolo scomodo e, di fatto, ad entrare nel merito del lavoro giornalistico non garantendo più quella "libertà" (almeno presunta) del giornalista di scrivere ciò che vuole.
Un’altra volta ancora il Governo crea leggi non nell’interesse del cittadino e della Repubblica (e si vada a benedire l’origine della parola Repubblica, e cioè res publica, "la cosa di tutti") ma nell’interesse di pochi e, perdonate la ripetitività, sopratutto nell’interesse del Presidente del Consiglio che, evidentemente, ha paura delle intercettazioni. Forse, possiamo anche intuire il perchè.

Non ritengo si possa giustificare il ddl in discussione asserendo che le intercettazioni sui reati gravi come Mafia e terrorismo rimangono dal momento che, molto spesso, si riesce a risalire alla grande associazione mafiosa, o più in generale criminale, partendo da altri tipi di indagini, consistenti in reati minori.
Un’altra volta il Governo dice una cosa e fa l’opposto. Chi se ne frega se le elezioni si sono vinte millantando una risposta efficace per garantire più sicurezza ai cittadini. Per quello ci sono già le ronde.

Commenti all'articolo

  • Di Mariasol (---.---.---.47) 11 giugno 2009 16:22

    Una lettura decisamente di parte del provvedimento, di cui tra l’altro, non c’è il testo originale linkato nell’articolo, il che non permette al lettore di formarsi una opinione diretta.

  • Di GF (---.---.---.100) 11 giugno 2009 17:59

    E’ curioso riscontrare che sul sito del TGCom (ma è un sito di notizie???) non si dà assolutamente risalto alla notizia (verificate voi stessi : http://www.tgcom.mediaset.it/ ) ma se andate sul tab in alto "Politica" e fate attenzione ad un titoletto striminzito sulla destra, troverete anche voi la notizia.
    E’ molto interessante leggere l’articolo.

    Buona lettura.

    Complimenti per questo articolo invece, davvero ben fatto, checché se ne dica di "faziosità" non se ne vede nemmeno l’ombra.
    Qui si tratta di LIBERTA’ di informazione e di DIRITTO all’informazione.
    Non c’è faziosità in un DIRITTO, la faziosità è nell’uso che il Premier fa del Parlamento, come se fosse il cesso di casa sua.

  • Di sarda (---.---.---.154) 11 giugno 2009 18:00

    Ormai i politici corrotti ed indagati sia di dx che di sx possono fare ciò che vogliono. Siamo messi molto male..

  • Di Enrico (---.---.---.153) 11 giugno 2009 18:22

    Purtroppo la cosa più triste, nel vedere sfasciare il nostro paese, è trovare le persone a sostenere certi provedimenti anche se contrari ad ogni logica, anche a costo di rimetterci in prima persona, solo perchè vengono dal Presidente del consiglio e quindi "sono giusti a prescindere".
    Avvilente.


  • Di Damiano Mazzotti (---.---.---.215) 12 giugno 2009 00:49
    Damiano Mazzotti

    Di cosa vi preoccupate? Nell’arco di 12 mesi la criminalità si espanderà a macchia d’olio portando l’Italia nel vero caos... Infatti l’attuale Stato di Precaos non ha ancora portato nessuno in piazza a manifestare... Quindi quando il Paese sarà veramente ridotto al lumicino una moltitudine di giovani riuscirà a trovare il coraggio di creare una muraglia umana per impedire ai tutti quei ruffiani che nessuno a votato di entrare dentro al nostro Parlamento...

  • Di Andrea Campilungo (---.---.---.142) 12 giugno 2009 01:04

    L’articolo è un rifacimento dell’editoriale di Repubblica di ieri...condito con un surplus di faziosità e non aiuta a capire davvero cosa dica il testo della legge. Di giuridico l’articolo non ha nulla. è solo un giudizio politico mascherato con qualche nozione di filosofia del diritto...

    • Di morias (---.---.---.44) 12 giugno 2009 03:21

      Caro Andrea Campilungo,
      l’articolo potrà essere stato anche scopiazzato, ma questo non significa che il suo contenuto non corrisponda a fatti reali.

      Inoltre ci andrei cauto nell’esprimere un giudizio così affrettato circa la faziosità di una persona che ha scritto per ora un solo articolo.

      Bisogna incoraggiare invece la manifestazione del pensiero: non è detto che bisogna essere d’accordo, ma sarebbe sempre meglio aspettare prima di dare giudizi così drastici.

      Un saluto,
      morias
       

    • Di davide87 (---.---.---.129) 12 giugno 2009 12:06
      davide87

      Mi chiedo tutti i giorni come possa una nazione illustre come la nostra attraversare questo momento di "buio nelle istituzioni". Poi leggo commenti come questi e mi rendo conto quale sia il motivo. Se rivendicare un proprio diritto costituzionale vuol dire essere faziosi, allora ben venga essere faziosi. Non mi ridurrò mai ad essere un suddito. Sono e sarò sempre un cittadino, cosciente dei suoi diritti-doveri.

  • Di Enrico (---.---.---.153) 12 giugno 2009 02:13

    Andrea, te lo riassumo in una riga: il testo di legge dice: "chi delinque non deve essere disturbato, e la stampa deve strasene buona e zitta"

  • Di lo scemo del villaggio (---.---.---.230) 12 giugno 2009 09:09

     Meritorio articolo che richiama l’attenzione sull’ennesima vergogna legislativa a beneficio del pedo-nano al potere, anche se la cosiddetta "giustizia" in italia (e non solo) non e’ altro che legalita’ borghese della casta dei privilegiati al potere, che legittima lo sfruttamento della massa che vive nell’ignoranza, nel disprezzo della cosa pubblica, nell’illegalita’ sistematica.
     Comunque, visto che bisogna avere delle illusioni, e la giustizia e’ una di esse, e bisogna cercare di migliorarsi e tendere al "bene", ben vengano scritti cone questo, ripresi o meno da La repubblica" (in fondo tutti prendiamo sempre qualcosa da qualcuno e lo rielaboriamo).

     Eppero’ c’e’, a mio avviso, una grave mancanza: quella degli effetti censori di questo scandaloso DDL sul web.

     Che si ipotizzi il carcere per una servile pletora di pseudo giornalisti che sono prostitute dell’informazione, mi fa abbastanza sorridere. Ai servi basta lo schiocco delle dita e questo sono i mainstream attuali.

     Ma il bavaglio al web e’ una cosa di capitale importanza.
    In italia un regime criminale sta cercando in ogni modo di censurare internet e, se verra’ approvata anche in senato questa ignobile legge di merda, il DDL intercettazioni, sara’ la morte dei blogger, la fine di YOU TUBE e Google e delle piattaforme in genere.
     Questi cani schifosi, che latrano in quel sudicio trogolo che e’ diventato il parlamento di questo stato da operetta, potranno, con questa nuova legge, distruggere la privacy dei netizen.
     Questi cani bastardi potranno, col piede di porco di uno strumentale "diritto di rettifica", strangolare i blogger.
     Questa casta politica di vecchi rincoglioniti e delle loro zoccole, questa casta di magnaccia e dei loro famigli, con la nuova legge-porcata-DDL intercettazioni, potra’ parificare, in modo surrettizio e vigliacco il web alla stampa, applicando alla rete la Legge sulla stampa del 1948.

     Consiglio, tra i tanti in giro in rete, l’articolo apparso ieri su www.puntoinformatico.it di Guido Scorza, che trattegia magistralmente l’orwelliano futuro che ci attende, se non faremo qualcosa. Consiglierei anche, sulla censura del web, gli articoli di un ex collaboratore di AV.

     Rettifica, diffamazione, ingiuria, obbligo di registrazione, comitato per il controllo di internet....la Corea del Nord verra a prendere lezioni di censura in questo paese fascista: l’italia.

     Sono stupito che nessuno scriva un pezzo su questo scandalo, ma del resto, se prima di scrivere su AV, ci si "informa" con la propaganda dei mainstream si corre il rischio di diventare, nostro malgrado, il loro megafono.

    saluti

  • Di Valeria (---.---.---.114) 12 giugno 2009 10:21

    Grazie per il link all’articolo postato da punto informatico.
    Il link preciso è questo:
    http://punto-informatico.it/2641517/PI/Commenti/chiuso-rettifica.aspx

  • Di Truman Burbank (---.---.---.129) 14 giugno 2009 01:03

    Conviene organizzarsi per emigrare finchè si può. Spostarsi su un server al di fuori dell’Italia risolve buona parte dei problemi di un sito internet. Costa fatica ma si può anche risparmiare.

  • Di crazyhorse70 (---.---.---.125) 15 giugno 2009 00:01













    come avevamo ben scevrato circa due mesi fà nel nostro blog , tutte perplessità e le paure sono state confermate, pensiamo cosa sarebbe accaduto se lo sciacallo avesse stravinto, ...

    http://laconoscenzarendeliberiblog....






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