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La famiglia e la burocrazia

La famiglia e la burocrazia

L’Agenzia delle Entrate cittadina è uno dei luoghi più adattati per le riflessioni filosofiche: l’uso corrente è di raggiungerla con un’ora di anticipo sull’orario di apertura al pubblico e di attendere in fila che venga il proprio turno. Anche la fase di attesa all’esterno è piacevole: le condizioni meteorologiche dalle parti del vostro reporter sono solitamente gradevoli.
 
Il quotidiano scelto per far passare il tempo più in fretta riporta che le nascite sono in forte calo e che il turn over della popolazione residente è tale da non essere compensato neanche dalle robuste iniezioni di cittadini stranieri. E questo rimanda ai tanti casi di giovani che non si sposano, che non fanno figli e che sembrano quasi timorosi di contribuire alla continuità della specie; perché se gli individui ad un certo punto vengono meno, la specie continua ad esistere nel susseguirsi delle generazioni; e l’anello di congiunzione fra l’individuo e la specie è la famiglia. Lo riconosce anche la Costituzione, che tutela «i diritti della famiglia come società naturale fondata sul matrimonio», come recita l’articolo 29. D’altra parte, senza queste nuove generazioni che mai conosceremo, non costruiremmo canali e piramidi, non andremmo sulla luna e così via, finendo per vivere una vita fortemente priva di significati.
 
La lunga attesa fra i pensieri finisce ed una impiegata rileva il contratto di locazione della moglie del vostro reporter, portato alla registrazione secondo legge.
 
Basterebbe pochi minuti per esaminare tutta la documentazione in quanto è stata approntata con completezza dal Sindacato Inquilini, ma le cose non filano lisce: manca la delega della moglie su apposito pre-stampato per la consegna, delega necessaria per la legge sulla privacy.
 
A questo punto le cose non ritornano al vostro reporter. Innanzitutto, nel caso in esame, l’Agenzia delle Entrate non rilascia alcun dato all’utente: è quest’ultimo a dare dei dati all’Agenzia. Perché l’Agenzia si preoccupa di una legge che, in questa contingenza, non potrebbe violare neanche se lo volesse?
 
Inoltre, perché non tiene conto che la pratica è presentata dal consorte dell’interessato, che non può avere con lei grandi problemi di privacy atteso che da trentacinque anni insieme condividono lo stesso letto? La risposta è che vi sono tante coppie in contrasto, separate, divorziate e così via. Insomma non fa testo chi ha una famiglia normale, con giusto e felice contributo filiale alla continuità della specie, ma chi questo non fa e della specie se ne impippa.
 
Incapace di accettare questo responso, il vostro reporter chiede di parlare con l’Ufficio Relazioni con il Pubblico della Pubblica Amministrazione in questione e di presentare reclamo scritto. Impossibile: l’Ufficio Relazioni con il Pubblico non esiste. Il reclamo viene accettato secondo la prassi usuale d’ufficio per la presentazione di documenti di qualsivoglia natura; e l’impiegata non sa a chi consegnarlo; anche perché è la prima volta che, da quelle parti, si vedono presentare un reclamo.
 
Quest’ultimo dettaglio può significare due cose:
1) L’Ufficio funziona in piena sintonia con il pubblico, al punto di non aver mai sollevato dubbi o perplessità nell’interlocutore:
2) L’Ufficio intimorisce a tal punto l’utenza, che questa sta in rigoroso silenzio, qualunque cosa gli accada; ed esercita quell’abitudine all’insularità dell’animo, di cui parlava il Principe di Salina nel Gattopardo a proposito, anche, di tasse.
 
Ricordate? «Tutti questi governi, sbarcati in armi da chissà dove, presto detestati , e sempre incompresi, che si sono espressi soltanto con opere d’arte per noi enigmatiche e con concretissimi esattori d’imposte spese poi altrove: tutte queste cose hanno formato un carattere nostro, che così rimane condizionato da fatalità esteriori, oltre che da una terrificante insularità d’animo».
 
Si lascia al lettore ogni valutazione al riguardo.
 
Un cortese funzionario affianca il vostro reporter e cerca di aiutarlo, ma quest’ultimo proprio non riesce materialmente a portare a compimento il suo lavoro, neanche con la delega prontamente ricevuta dalla consorte: fra numerazioni che saltano e perdite di tempo di vario tipo, un certo languorino avverte che è giunta l’ora di desinare ed il ritorno a casa è quanto meno opportuno.
 
Battaglia persa su tutto il fronte, ha vinto ancora la burocrazia; dal francese bureau=ufficio e dal greco kràtos=potere. Con buona pace del Ministro Brunetta, che, bisogna riconoscerlo, indipendentemente dai risultati, ce la mette tutta. Ma, a questo punto, al vostro reporter è chiaro perché le nascite, nel nostro Paese, sono sempre più in regresso: questo Paese è fatto a misura di quanti non hanno né famiglia né figli.

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