La circostanza "dell’ultima cena"

La consuetudine cristiana ammette che "l'ultima cena” si sia consumata dopo il tramonto del giovedì e che la crocifissione di Gesù sia avvenuta intorno alle ore 9 del mattino del venerdì successivo.

Secondo quanto tramandato dagli apostoli Luca, Marco e Matteo, la cena apparteneva alla liturgia pasquale, mentre l'altro apostolo, Giovanni, precisa che la stessa si consumò prima della Pasqua ebraica, producendo così una evidente discrasia cronologica nella ricorrenza dell'evento.

Dal momento che il processo a Gesù si celebrò in diversi luoghi di Gerusalemme, per dare un obiettivo riscontro agli eventi perpetuati, i ricercatori si sono muniti di un cronometro con il quale hanno ripercorso quei luoghi della città, al fine di verificare se il complesso degli accadimenti poteva abbracciare l'arco di tempo compreso fra la sera del giovedì e la mattina del venerdì. La conclusione alla quale sono giunti, è che ciò non sarebbe stato possibile.

Un ricercatore dell'Università di Cambridge, il prof. Colin Humphreys, nel suo libro dal titolo “The Mystery of the Last Supper”, proprio sulla base di questi rilevamenti, conclude che la “cena” sia stata consumata la sera del mercoledì e non del giovedì. “Ho scoperto che la cena ebbe luogo mercoledì 1 aprile dell'anno 33”, ha dichiarato in una intervista concessa al “Times”.

La soluzione trovata dal prof. Humphreys alla discrepanza cronologica rilevata nei racconti evangelici, è che entrambi abbiano ragione. Riconciliando i due calendari rispettivamente adottati, si è accorto che la cena in questione si tenne con un giorno di anticipo rispetto a quanto riferito dalla tradizione, determinando così una sostanziale destabilizzazione dei riti pasquali.