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La vita nei boschi e la vita di città

Henry David Thoreau (1817-1862) è stato un grande pensatore atipico , geniale e misantropo che condivideva il pensiero di Ovidio: “ha ben vissuto chi si è ben nascosto”. Infatti Thoreau ha passato quasi tutta la sua vita abitando in un bosco in una casa da lui stesso costruita.

Preferiva la tranquillità della natura e della lettura. Evitava i chiassosi rapporti degli uomini delle città e non riconosceva l’autorità dello Stato, che sulla porta del Senato comprava e vendeva uomini, donne e bambini. Ma, anche lui si è trovato in difficoltà: perché “un uomo, dovunque vada, sarà sempre inseguito dagli altri uomini che lo acchiapperanno con le loro sporche istituzioni e, se possono, lo costringeranno persino ad appartenere alla loro disperata massoneria (cioè ad entrare in un circolo di “amici” più o meno “gentili” e “mafiosi”).

Quindi possiamo assumere a nostra guida la legge? Benché molte persone guardino alla legge come all’incarnazione stessa del bene morale, essa in realtà è funzionale alla creazione e al mantenimento di un dato ordine sociale (Adin Steinsaltz, teologo, Parole semplici, 2007). E Thoreau aderiva a questa linea di pensiero ed era anche del parere che la gioia più pura che può provare un cuore umano, è quella di essere costretti poco a poco dalle argomentazioni altrui a confessare a se stessi di avere, in tutto o in parte, torto e accedere, facendola propria, alla opinione di uomini più saggi di noi (Luigi Einaudi).

Il vecchio filosofo pensava inoltre, come Leonardo da Vinci, che “l’ingegno umano… non concepirà mai invenzioni più belle, più semplici o più immediate di quelle della natura” (tratto da: “L’uomo e la natura”), e che “l’uomo è un essere di desiderio. Il lavoro può solo soddisfare i suoi bisogni. Sono rari i privilegiati che riescono a soddisfare i bisogni dando retta al desiderio. Costoro non lavorano mai“ (Henri Laborit).

E inoltre aveva capito che l’unico grande problema della società capitalistica era che “chi possiede tutti i mezzi stabilisce tutti i fini” (F. A. von Hayek, economista) e che il destino evolutivo di una società dipende sempre dal pensiero e dall’azione di alcune minoranze creative (Arnold Toynbee), perché quasi tutti gli uomini si ritengono liberi, soltanto perché sono consapevoli delle proprie azioni e inconsapevoli delle cause che le determinano (Baruch Spinoza, Etica). E purtroppo quasi tutte le persone giudicano come piccolo, meschino e irrisorio il cosmo (e la società), di fronte alla propria coscienza umana, a un unico ricordo (e piacere) personale (Vladimir Nabokov, “Parla, ricordo”).

Continuo con la sua citazione di Omero: “Voi che governate gli affari pubblici, che bisogno avete di usare punizioni? Amate la virtù e il popolo sarà virtuoso. Le virtù dell’uomo superiore sono come il vento. Le virtù dell’uomo comune come l’erba. L’erba, quando il vento passa sopra di essa, si curva.” E forse è il tempo di riconoscere che l’ipocrisia non è solo un brutto difetto contingente dell’uomo, ma la lacerazione profonda di un mondo attaccato insieme ai filosofi e profeti (Emmanuel Levinas, Totalità e infinito. Saggio sull’esteriorità, Jaca Book, 1980). Quindi i problemi (economici e sociali) non possono essere risolti con la stessa cultura (e gli stessi politici) che li ha generati (Einstein).

Se ci pensiamo bene, oggigiorno, tolleriamo troppe cose negative, sia a livello sociale, che a livello politico. “A forza di assuefazione, si possono sopportare dosi d’alcool smisurate proprio come, dopo molti anni, si può sopportare qualcuno con una soglia di tolleranza incomprensibile per chiunque altro (pensiamo a cosa pensano dei nostri politici all’estero: gli stranieri e gli italiani che ci vivono e lavorano). Noi stiamo già sopportando collettivamente un grado di promiscuità, d’aggressione sensoriale e d’inquinamento impensabile per un osservatore estraneo alla specie umana” (Jean Baudrillard).

Al suo funerale l’amico Ralph Waldo Emerson (1803-1882) disse di Thoreau che era “nato per agire secondo verità”. Infatti scelse di andare a vivere da solo… Ma non in solitudine… Prima si è gustato la compagnia della natura, poi quella degli animali, poi ancora quella di tanti libri e dei visitatori… E infine la dolce e fedele compagnia della verità di essere se stesso (la vera genialità sta nel riuscire ad essere se stessi). Ricordo poi che a questo originale esemplare della specie umana si ispirò il grande leader Gandhi.

P.S. Uno scrittore è qualcuno che presta molta attenzione al mondo e un grande scrittore è per prima cosa un grande lettore (Susan Sontag, Nello stesso tempo, 2008). L’amore per la libertà dello scrittore svedese Bjorn Larsson ricorda molto da vicino quello di Thoreau (Bisogno di libertà, Iperborea), anche se in Larsson l’esperienza della libertà viene vissuta nella relazione amorosa con tutte le inevitabili difficoltà e conflitti.

Commenti all'articolo

  • Di maurizio carena (---.---.---.230) 4 febbraio 2009 13:16

     mi permetto di puntualizzare che Thoreau ha passato solo un paio d’anni nella capanna di Walden Point, in cui si era simbolicamente insediato il 4 luglio 1845.
     Affascinante, comunque, l’afflato poetico dell’articolo, con citazioni di personaggi che sono, almeno per me, degli autentici maestri, e che quindi non permettono, a un nessuno come me, di aggiungere alcunche’.
     Mi permetto solo di aggiungere che Thoreau e’ sempre vissuto alla ricerca di una liberta’ politica ai limiti dell’anarchismo. Volendolo catalogare (che brutta espressione) potremmo definirlo un liberale anarchico. Egli e’ importantissimo perche’ fu tra i primi se non il primo che, in epoca moderna, teorizzo’ e mise in pratica la DISOBBEDIENZA CIVILE, poi ripresa da ghandi (come ricordato dall’autore) e da molti altri tra cui tutto l’attivismo nero degli anni 60 negli USA, gli attivisti antiapartheid in Sudafrica, alcune azioni di Bertrand Russell, i radicali italiani degli anni 70 80.

     Mi sono permesso di aggiungere queste brevi note non per sindacare alcunche’, ma solo perche’ il (bel) pezzo mi ha dato modo di tornare col pensiero ad uno degli autori che piu’ prediligo e di cui ho letto qualcosa. Per questo spero sia gradito il mio piccolo contributo.
     Un grazie all’autore per aver ricordato lo spirito libero di un autentico maestro di vita. Almeno per me.






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