• AgoraVox su Twitter
  • RSS
  • Agoravox Mobile

 Home page > Attualità > Cronaca > La Cassazione sigilla il mistero dell’agenda di Borsellino

La Cassazione sigilla il mistero dell’agenda di Borsellino

La Cassazione ha respinto, per inammissibilità, il ricorso della procura di Caltanissetta contro il proscioglimento del colonnello dei carabinieri Giovanni Arcangioli, accusato di aver preso l’agenda rossa di Paolo Borsellino poco dopo la strage di via D’Amelio.

Tra gli indizi che avevano spinto a ipotizzare un coinvolgimento del militare nella scomparsa dell’agenda c’erano le immagini riprese subito dopo la strage che immortalavano Arcangioli allontanarsi dall’auto in fiamme con la borsa del magistrato. La stessa ricomparve, due ore dopo la sua scomparsa, sul sedile posteriore della macchina blindata del giudice ma senza l’agenda rossa al suo interno. Salvatore Borsellino, fratello del magistrato ucciso, afferma sconcertato che pensava “di essere ormai abituato a tutto di riuscire a resistere a qualsiasi disillusione, a qualsiasi venire meno della speranza di ottenere Giustizia, ma questa volta il colpo è troppo forte, questa volta non so se riuscirò a reggerlo”. Salvatore Borsellino continua osservando come “quell’uomo che si allontana guardandosi intorno con espressione sicura e che si guarda intorno per verificare se qualcuno lo sta osservando non è un uomo sconvolto, è un uomo sicuro di se e a cui non importa se è fatto di sangue e di pezzi di carne il terreno su cui cammina. E’ un uomo che sta compiendo una azione di guerra e deve portarla a termine.



E se così non fosse, se il Cap. Arcangioli fosse innocente e non fosse lui ad avere sottratto quella agenda, gli dovrebbe essere data la possibilità di difendersi in un pubblico dibattimento, di difendersi davanti all’opinone pubblica da un’accusa così infamante con la stessa visibilità che è stata data ai processi dei coniugi di Erba, di Meredith o della Franzoni”. La sua amara conclusione è che “eliminati senza bisogno di tritolo quei giudici che hanno osato avvicinarsi ai fili scoperti della corruzione del sistema di potere, intimoriti gli altri magistrati con gli esempi di provvedimenti disciplinari inauditi e da espulsioni dalla Magistratura per giudici che cercavano soltanto di ottemperare al giuramento prestato allo Stato al momento di intraprendere il loro servizio a quello Stato in cui avevano creduto, si è ormai arrivati alla fase finale”.

Lasciare un commento

Per commentare registrati al sito in alto a destra di questa pagina

Se non sei registrato puoi farlo qui


Sostieni la Fondazione AgoraVox







Palmares