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L’offerta di dialogo a Renzi? Una trovata geniale del movimento 5 stelle

La mossa del M5S è geniale, per ciò che produce e può produrre, per il movimento e per il Paese.

La rottura della dimensione bipartitica e privatistica della trattativa sulle riforme e la sua emersione dalla cantine del Nazzareno, alla luce del sole, nel Parlamento, è un risultato importante, che coinvolge non solo la legge elettorale, ma tutto il processo riformatore e riguarda non solo l’oggi, ma anche il domani. Mai più Renzi e Berlusconi potranno fare da soli ed agire in segreto. Insomma, un bel colpo alla politica di palazzo, alla politica delle segrete stanze, dei caminetti.

Ma il potere condizionante di Berlusconi sul processo riformatore non si affievolisce. Renzi vuole la repubblica presidenziale, e Berlusconi anche. E allora resta fermo, in tutta la sua forza, il patto d’acciaio e con esso l’intesa sulla legge elettorale. Certamente viene rafforzata la posizione di Mineo e compagni che aveva coaugulato intorno alla proposta Chiti il movimento e gli ex 5 stelle e parte del centro destra. L’intesa tra queste forze è l’unico spazio praticabile dal movimento. Il resto è un campo minato, presidiato da tutti i partiti che hanno voluto ad ogni costo le grandi intese, e quindi dal Presidente della Repubblica e da buona parte del PD.

Nel campo 5 stelle un interrogativo s’impone: l’offerta di Grillo a Renzi per un dialogo è un operazione isolata, oppure è il segnale di un cambiamento strategico? Qualunque sia la risposta a questo interrogativo, una cosa è certa: il M5S ha abbandonato la strategia della pura protesta e ha adottato quella della lotta propositiva. Il movimento ha preso atto che l’ingresso in Parlamento comporta necessariamente dialoghi e comunque rapporti con le altre forze politiche e la necessità del compromesso, che non è una cattiva parola, ma lo strumento per raggiungere risultati in un Parlamento dove non si ha la maggioranza assoluta. Per questo ogni contestazione ad atti di governo o della maggioranza non potrà mai essere fine a se stessa, ma deve essere sempre supportata da un controproposta sostenuta con un certo grado di flessibilità sui punti non essenziali e con irremovibile fermezza sui punti essenziali.

Ma la strada del dialogo è pericolosa e piena di trabocchetti. Occorre fare attenzione a non buttare via il bambino con l’acqua sporca e, a tal scopo, individuare per ogni iniziativa oggetto di dialogo ciò che è trattabile e ciò che non è trattabile. E quando una proposta è stata votata dalla rete, occorre in via preliminare individuare, da parte dei gruppi parlamentari, le parti che possono essere derogate e quelle che non possono, mentre la ratifica finale del provvedimento concordato rimane prerogativa della rete.

Ma questa articolazione dei poteri all’interno del movimento non può essere la risposta ad un fatto contigente, agli interrogatvi sulla gestione del dialogo con Renzi sulla legge elettorale, ma deve essere espressione di una linea strategica per un rapporto equilibrato tra democrazia parlamentare e democrazia partecipativa. Una linea fino ad oggi inesplorata, ma che oggi più che mai necessita di contenuti e di regole riconducibili alla natura anticasta del movimento e alla democrazia partecipativa. Sono questi i capisaldi in assenza dei quali il M5S non è più il M5S. 

 

Foto: www.movimentocinquestelle.eu

Commenti all'articolo

  • Di (---.---.---.28) 18 giugno 2014 17:39

    Salve Pignata,

    io non vedo un cambiamento di strategia. Il M5S, da quando è in parlamento, non ha fatto solo opposizione, ha anche fatto molte proposte - solitamente rifiutate o lasciate cadere nel vuoto. Per quanto concerne la legge elettorale, questa è la seconda volta che ne viene depositata una in Commissione dal M5S. Di diverso da prima c’è solo che, prendendo atto che in questo paese le leggi non si discutono nelle sedi opportune, ma in quelle inopportune, si è scelto di annunciare in modo visibile che c’è una proposta che si vorrebbe discutere.

    Riguardo alla flessibilità sui "punti non essenziali", il PD ha già fatto sapere che qualsiasi legge elettorale si può discutere solo se uguale all’Italicum. Non pare esattamente un buon inizio.

    Cordiali saluti,
    Gottardo

    • Di (---.---.---.154) 19 giugno 2014 11:40

      Gottardo ma lo sai che questo signor Pignata, tuo nuovo amico di partito (pardon di Non-Partito), fino al 2013 era un feroce sostenitore di Bersani e solo dopo la sconfitta clamorosa di quest’ultimo si è ritrovato folgorato sulla via di Damasco dal nuovo vincitore (di allora) Grillo ??!!??

      Chissà se alle prossime politiche - ripetendosi il plebiscito per Renzi - non subirà una nuova metamorfosi !!

  • Di paolo (---.---.---.105) 20 giugno 2014 09:56

    Caro Camillo
    Consentimi la franchezza . Trovo la proposta di Grillo un’offesa all’intelligenza e non tanto per l’offerta (che ci poteva stare ) in se ma per le modalità e le motivazioni con le quali è stata fatta .

    Mi chiedo come sia possibile che Grillo non abbia ancora capito che Renzi è di un altro pianeta rispetto a Bersani . Ma come è possibile essere cosi’ ingenui e citrulli da non esserserne accorti ?
    La risposta di Renzi la vedrai a breve , questo li scherza .
    ciao

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