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 Home page > Tribuna Libera > L’art 18 e lo Statuto dei Lavoratori

L’art 18 e lo Statuto dei Lavoratori

La realtà è questa: che la definizione della giusta causa è lasciata ora al giudizio dei giudici e questo crea alle imprese dei problemi, quindi si tratterà di fare motivazioni applicabili a tutti.

Siamo ad esempio d'accordo sui licenziamenti individuali per motivi economici. "Non è accettabile che si possa licenziare senza motivazione. L'articolo 18 c'è, ci deve essere, ma se non ci sono le ragioni allora non va applicato. Bisogna dunque scrivere le ragioni per le quali la giusta causa non si può applicare".

Tutto questo Angeletti lo dice per affermare come un cagnolino che segue a ruota il suo padroncino Bonanni, che l'art 18 si può modificare (leggi annullare), ma solo per motivi economici. Ma se oggi è già così. I motivi economici reali, ristrutturazioni, ridotto giro d'affari è già oggi giusta causa e giustificato motivo.

Ma di cosa si sta parlando? L'art 18 entra in ballo solo quando le motivazione addotte dal datore di lavoro risultano alla prova dei fatti non reali, ma fittiziamente portati per liberarsi di un lavoratore che gli è antipatico. La poca assiduità, la negligenza, la scarsa produttività è considerata giusta causa e giustificato motivo.

Ma viene detto "sono il ricorso alla giustizia italiana e soprattutto i suoi tempi lunghi che rende l'art 18 un problema". Ma che bel principio per dei professoroni. Poiché il problema è l'inefficienza della macchina giudiziaria italiana allora si elimina la materia prima. E' come dire che poiché la giustizia penale non funziona allora togliamo il reato di omicidio o di rapina a mano armata. Rendiamo tutto lecito. Con buona pace di tutti.

Ma viene detto che "i ricorsi per l'art 18 intasa la già intasata macchina giudiziaria". E ancora, che "il vero problema ed anomalia dell'art 18 è il reintegro. E' questo che penalizza il datore di lavoro". 

Bene c'è da fare una premessa. La penalizzazione è insita negli articoli di tutte le leggi. E' il deterrente affinché il reato non venga commesso. Ma sono ancora i dati reali a dimostrare la strumentalizzazione, il casus belli dell'art 18. Ogni anno i ricorsi per licenziamenti illegittimi sono circa 30 mila negli ultimi cinque anni. Di questi l'1% si risolve con il reintegro. Cioè sessanta lavoratori all'anno. (Dati pubblicati dal Corriere della Sera e confermati da Alberto Toffoletto). E sono sessanta lavoratori che sono stati illegittimamente licenziati. Ma di cosa si sta parlando?

Il vero problema, come vado dicendo da qualche mese è lo Statuto dei Lavoratori. E l'altra sera a Piazza Pulita, il programma su La7 Guidalberto Guidi lo ha detto chiaramente! "L'abolizione dell'art 18 non farà assumere nemmeno un lavoratore in più. Il problema è lo Statuto dei Lavoratori che , tra l'altro, obbliga a tenere i sindacati in azienda".

E' questo il problema. Eliminare la tutela e il controllo dei lavoratori attraverso i suoi delegati sindacali. E tra l'altro quello che succede a Pomigliano ne è una anticipazione e il modello a cui tendere. Tra tutti i lavoratori di Pomigliano non ve ne è uno iscritto alla fiom cioè, detto con altre parole, tra tutti gli ex lavoratori riassunti nella nuova fabbrica, di tutti questi non ve ne è uno che era iscritto alla Fiom.

Quindi art 18, un paio di b... E' lo Statuto dei Lavoratori che si vuol minare. E Angeletti e Bonanni stanno dando una valida mano, rompendo il fronte sindacale.

Commenti all'articolo

  • Di (---.---.---.179) 13 febbraio 2012 21:24

    tranquilli tranquilli alla fine con le prossime elezioni torneranno in parlamento i COMUNISTI e ... vedrete che tuto tornera’ come prima ... succedera’ quello che e’ successo in GRECIA ... e quello che sta succedendo al PD (vedi primarie a GENOVA)...

    ci vuole un po di COMUNISMO

    NEGLI ANNI 70 CI HANNO ARRICHITO E DISTRIBUITO LA RICCHEZZA...STI CAPITALISTI E PROFESSORONI CI STANNO SOLO IMPOVERENDO

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