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Julian Assange, da santo a demonio

Wikileaks ha creato un caso: quello di aver dato accesso ai cablo, segreti o riservati che siano, senza l’autorizzazione preventiva dei governi in questione. E’ questo è un male per la diplomazia mondiale, non perché abbiamo avuto conferma di ciò che pensano gli americani di Berlusconi – cose risapute tra l’altro – ma quanto per la facilità in cui questi dati sono stati trafugati e portati all’esterno.

Significa che Wikileaks è il male? No, significa che Wikileaks ha fatto in modo che le diplomazie mondiali creino altri modi per la corrispondenza privata tra gli stati. Ed è tutti qui il caos creato da Assange: aver stabilito che la segretezza è sempre penetrabile da chiunque abbia le capacità di portare alla luce fatti e opinioni dei vari governi.

Wikileaks ha fatto male? Sì, perché la trasparenza con cui gli stati arrivavano a certe conclusioni adesso verrà soppiantata da altre forme, più o meno cristalline, per informare gli alleati e i governi di quel che fanno gli stati in cui è presente la diplomazia straniera. E’ stato un errore pubblicare dati e argomentazioni che non evidenziano responsabilità da parte di nessun governo: le opinioni e i consigli dell’apparato diplomatico continueranno ad esistere perché è giusto così, e nessuno può censurare un’attività importante come la corrispondenza diplomatica. Ed è questo il fatto allarmante dell’intera faccenda.

Se Wikileaks avesse solo evidenziato comunicazioni pericolose – come ad esempio la richiesta della Clinton sui dati biometrici dei membri Onu – la trasparenza sarebbe diventata quasi fondamentale, ma trascrivere comunicazioni personali tra le ambasciate è assolutamente inutile e controproducente. E di questo Assange dovrà chiarirne i motivi aldilà dei metodi e e delle prerogative con cui ha deciso di rendere pubblici i documenti.

La riservatezza delle comunicazioni è fondamentale per qualsiasi governo. E proprio la riservatezza, accomunata alla condivisione dei dati, ha fatto in modo che paese alleati arrivino alle stesse conclusioni nel caso di rotture diplomatiche importanti in varie parti del mondo. Wikileaks ha rotto il giocattolo, e adesso gli stati dovranno costruire un metodo, un giocattolo, più duraturo e più difficile da rompere negli anni a venire. Perché è scontato che nessuno può fermare i rapporti tra le agenzie governative mondiali, ed è scontato che Wikileaks ha solamente rinviato l’inevitabile: rendere meno trasparente la diplomazia mondiale.

Per il resto sono consapevole che Assange ha messo in luce vizi e virtù dei governanti del mondo. Ha messo nero su bianco soprattutto i vizi e le virtù di alcuni governanti, tra cui alcuni intoccabili che adesso lo sono meno, ma che a breve lo saranno di più. Quindi vorrei capire se il danno è nel pubblicare i dati segreti di tutti oppure solo di qualcuno, anche se la risposta appare evidente. Vorrei anche vedere fino a che punto gli stati oscureranno i server di Wikileaks – dopo la chiusura su AWS, EveryDNS, PayPal e l’apertura di wikileaks.ch o all’indirizzo 88.80.13.160 – e se Assange sta davvero trattando la resa in UK. Ma questa è un altra storia e la vedremo presto nei migliori schermi.

Commenti all'articolo

  • Di (---.---.---.37) 5 dicembre 2010 16:05

    Che diavolo stai dicendo Willy?

  • Di Damiano Mazzotti (---.---.---.169) 5 dicembre 2010 18:22
    Damiano Mazzotti

    Fra poco il mondo cambierà per sempre...

    In un mondo estremamente innovativo come quello che abbiamo creato non ha più senso dividersi tra amici e nemici...

    Le nazioni protagoniste dei prossimi decenni saranno quelle che riusciranno a instaurare più rapporti di collaborazione scientifica ed economica in progetti internazionali...

    Vinceranno le nazioni che avranno più instaurato più relazioni pacifiche e produttive con le nazioni amiche produttive e pacifiche... Le altre soffriranno l’imperversare della povertà e della malattia...

    Lasciate perdere queste poche decine di vecchi che vivono nel loro passato e che saranno presto travolte dall’onda sempre più giovane della storia...

  • Di Simone (---.---.---.145) 6 dicembre 2010 01:54
    Simone Pardini

    Sono del’idea che il lo stato è formato dal popolo, ed il popolo elegge il siuo rappresentate, cui, per legge, la sua vita, tranne quella strettamente privata è RES PUBBLICA (cosa pubblica).

    Quindi se il cittadini sono lo stato ed hanno il potere di eleggere un loro rappresentate, i primi hanno il diritto ed il dovere di sapere in che direzione il loro rappresentante li sta portando.

  • Di Il Gufo (---.---.---.220) 6 dicembre 2010 08:16

    Letto ciò, ancora ci definiamo "Repubblica Democratica"?
    Se la riservatezza ha il primato dove sta il potere del popolo di conoscere ed asseverare o censurare attraverso il voto? Non c’è più ovviamente, Assange mostra solo che il re è nudo, ma lo sapevamo tutti quanti da un pezzo.

  • Di (---.---.---.230) 6 dicembre 2010 15:05

    e’ proprprio per quelli come te che al PD gli faranno un tombino così alle prossime elezioni. tu non conosci la prima lezione del GIORNALISMO, che recita:"giornalismo e’ diffondere quello che qualcuno non vuole che si sappia. il resto e’ propaganda". come la tua.

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