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Italia, Grecia, Spagna palla al piede per UE

Le recenti dimissini di Stark membro della BCE dovrebbero far riflettere i governanti di questo Paese, la motivazione ufficiale è personale.

In effetti il Sud dell'Europa sta vivendo alle spalle del Nord, ogni qualvolta si trova in difficoltà aspetta l'aiuto dei paesi piu sani economicamente.

Questo aiuto generalmente avviene comprando titoli di stato di queste nazioni con economia debole o decotta senza che questi stati facciano nulla per tagliare la spesa, ma cercando di imporre sempre nuove tasse riducento ulteriormente la capacità di ripresa delle relative economie.

Ebbene continuando di questo passo, il nostro governo, che pare ormai impegnato da decenni a far arricchire o ad elargire a titolo praticamente gratuito la ricchezza prodotta dalla popolazione che produce veramente, rischia di suscitare le ire del resto dell'Europa che è perennemente portata a fondo dal macigno mastodontico del deficit dell'Italia e degli altri 2 paesi in criticità come Grecia e Spagna.

Con la presa in giro dell'abolizione delle provincie, che con vari sotterfugi verranno ripristinate, non toccando minimamente privilegi come gli altissimi stipendi dei consiglieri regionali (in molti casi superano quelli dei deputati nazionali), le indennità di dirigenza vergognose dei comuni (un segretario comunale può arrivare a prendere intorno ai 200 mila euro l'anno o anche più),anche se si tratta di dirigenti inquisiti, alcuni comuni, con le finanze a pezzi pagano milioni di euro ai loro dirigenti, stipendi di dipendenti asl che lievitano fino a 18mila euro al mese procurando danni per milioni di euro alla comunità e tantissime amentà del genere, i nostri parlamentari dovrebbero smettere di parlare di aria fritta e mettersi in testa che abolire privilegi a gran parte dei " cumparielli" della politica tutta è l'unica strada da intraprendere dimostrando un po' di onestà intellettuale.

Commenti all'articolo

  • Di pv21 (---.---.---.57) 10 settembre 2011 20:01

    Passaparola >

    Nel prossimo biennio l’aumento dell’Iva al 21% peserà sulle tasche dei cittadini e sui consumi per 9 miliardi. In compenso il contributo (deducibile) di solidarietà del 3% per i redditi sopra i 300mila euro da qui al 2013 darà un gettito di appena 200 mln.

    E’ ben nota l’allergia di Berlusconi per la “patrimoniale”.
    Una tassa in vigore in quasi tutta Europa.
    Si calcola che un’aliquota dell’1% sulle “ricchezze” superiori a 900mila euro darebbe in un biennio entrate per oltre 30 miliardi.
    Riguarderebbe solo il 5% delle famiglie italiane.
    Una cifra 3 volte superiore al gettito atteso dall’aumento dell’Iva.

    Anche al netto del mancato aumento dell’Iva con il residuo “gruzzolo” di ben 20 miliardi sarebbero attuabili vari interventi sostanziosi.
    Come, ad esempio, un corposo e mirato sostegno a progetti di ricerca, di sviluppo tecnologico e di lancio di nuove attività o come la rimodulazione del taglio dei trasferimenti agli Enti locali.
    Quel tipo di azioni di “contrasto” al declino sociale e di “recupero” della capacità di crescita con cui scongiurare il rischio di ulteriori pesanti “sacrifici”.

    Credibilità e validità delle scelte di governo non si misurano dall’avallo di una casta di Primi Super Cives attenta a …

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