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Nostalgia Putiniana dell’URSS, sistemando oligarchi

Il progetto geopolitico di Putin sembra avere un filo conduttore ben preciso: ricostruire una sfera d’influenza russa simile a quella dell’URSS, non più attraverso l’ideologia comunista, ma con il controllo economico, politico e militare sui paesi vicini.

L’espansionismo russo non è mai cessato dal crollo dell’Unione Sovietica, ma ha assunto forme diverse nel tempo: dalla creazione di stati fantoccio come la Transnistria, all’invasione della Crimea, fino all’attuale tentativo di controllare l’intera fascia costiera ucraina sul Mar Nero.

Obiettivo: la ricostruzione della sfera d’influenza russa

Putin non ha mai nascosto il suo disprezzo per il crollo dell’URSS e per l’indipendenza ottenuta da paesi come Polonia, Romania e Stati Baltici. La riunificazione della Germania e l’ingresso di ex membri del Patto di Varsavia nella NATO sono stati vissuti come un’umiliazione geopolitica. Di conseguenza, il Cremlino ha attuato una strategia di lungo termine per destabilizzare questi paesi, rallentare il loro sviluppo e, se possibile, riportarli sotto la sua influenza.

Le tappe dell’espansionismo russo

  1. Transnistria – Creata nei primi anni '90 con l’aiuto dei servizi segreti russi e dell’esercito russo, è diventata un avamposto strategico per Mosca, utile per esercitare pressioni sulla Moldavia e impedire la sua integrazione europea.
  2. Crimea e Donbass – L’annessione della Crimea nel 2014 è stato il primo passo evidente del nuovo imperialismo russo. Il conflitto nel Donbass, con milizie filorusse sostenute dal Cremlino, è servito a minare la sovranità ucraina.
  3. Fascia costiera del Mar Nero – L’attacco all’Ucraina nel 2022 ha avuto tra i suoi obiettivi la conquista della costa meridionale, privando Kiev dell’accesso al mare e creando un corridoio fino alla Transnistria. Se riuscisse, la Russia dominerebbe tutto il Mar Nero, isolando l’Ucraina e mettendo sotto pressione Romania e Bulgaria.

L’influenza politica su Polonia, Romania e Ungheria

  • Polonia – Putin non ha mai accettato la sua indipendenza dalla sfera russa. Il sostegno a movimenti euroscettici e il tentativo di manipolare la politica interna polacca sono parte della strategia per indebolire Varsavia.
  • Romania – La Russia ha cercato di interferire nelle elezioni sostenendo candidati filorussi. La Transnistria rimane una minaccia costante per la sicurezza rumena.
  • Ungheria (Orban) – L’unico paese UE con un leader apertamente filo-Putin. Orban blocca aiuti all’Ucraina, ostacola le sanzioni e promuove la propaganda russa, agendo come un cavallo di Troia all’interno dell’UE e della NATO.

La minaccia di Kaliningrad e l’escalation possibile

Kaliningrad è un’enclave russa tra Polonia e Lituania, fortemente militarizzata con missili nucleari. Se la Russia volesse attaccare i paesi baltici o la Polonia, potrebbe usare Kaliningrad come base per giustificare un’escalation con la solita scusa della “minaccia NATO”.

Strategia russa in Occidente: destabilizzazione e propaganda

Oltre all’espansione militare, la Russia utilizza disinformazione e propaganda per dividere l’Occidente:

  • Sostegno ai movimenti populisti e sovranisti per minare l’UE e la NATO.
  • Campagne di fake news per diffondere sfiducia nelle democrazie occidentali.
  • Strumentalizzazione dell’immigrazione per creare tensioni sociali e politiche.

Conclusione: La Russia di Putin non vuole solo conquistare territori, ma anche creare caos in Europa per ricostruire un’area di influenza russa simile all’URSS. L’Occidente deve riconoscere questa strategia e contrastarla con unità e fermezza.

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