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 Home page > Tribuna Libera > Iran: libertà per l’avvocato Nasrin Suotudeh

Iran: libertà per l’avvocato Nasrin Suotudeh

Fare il giurista: un mestiere difficile in Iran. Un convegno a Padova il 31 maggio. 

Noi, come rappresentanti dell’associazione “Unione per la Democrazia in Iran”, impegnata da molti anni nella difesa dei diritti umani, ci poniamo come obiettivo la salvezza della vita di quegli essere umani che per vari motivi come guerra, mancanza di libertà di parola e di opinione, o afflitti da ingiustizie sociali e profonde crisi economiche o abbiano minacce dirette alla loro esistenza, siano costretti a fuggire all’estero.

 

Si tratta di esseri umani che arrivano quasi sempre da Paesi con governi dittatoriali e repressivi e che, pena la propria sopravvivenza, sono costretti ad emigrare.

In Iran, nonostante la ricchezza economica del Paese, le persone sono costrette a fuggire a causa di un regime totalitario, dove non c’è sicurezza sociale, professionale e giustizia giuridica e dove le discriminazioni sono all’ordine del giorno. Per questo molti cittadini devono fuggire all’estero e chiedere asilo politico.

Da sempre in Iran, gli opinionisti, i giornalisti, gli avvocati, i lavoratori e i loro rappresentanti, gli studenti ecc., vengono regolarmente imprigionati dal regime. Uno degli ultimi casi, è la condanna della giurista iraniana Nasrin Sotudeh. La signora Sotudeh, da alcuni mesi, è reclusa nel famigerato carcere di Evin.

Oggi, in Iran, siamo di fronte a continue repressioni degli avvocati liberi e dei difensori dei diritti umani.

I difensori dei diritti umani, anche nella veste “privilegiata” di avvocati, difendono i prigionieri politici accusati di essere contro la sicurezza nazionale e le donne che rivendicano la libertà, usando la conoscenza delle leggi e i documenti relativi ai diritti internazionali (che il regime ha firmato nelle sedi opportune, anche nel palazzo di vetro a New York e all’ONU di Ginevra).

I giuristi difensori dei diritti umani si trovano nella condizione di dover evidenziare l’incongruenza di condanne sistematiche senza un equo processo penale, in mancanza di giudici al di sopra delle parti e senza giurie indipendenti.

Essi sono costretti a una continua protesta, affinché arrivi a tutti i giuristi del mondo questa anomalia.

Ecco allora i motivi per i quali il regime repressore del giureconsulto iraniano ha dovuto mettere nella sua agenda politica l’imprigionamento e la condanna dei giuristi, degli avvocati che difendono quotidianamente i loro assistiti.

La dott.ssa Nasrin Suotudeh è un esempio formidabile di questa situazione e allo stesso tempo, col capacità di resistenza dell’avvocatura in Iran.

Questi avvocati non si sottraggono all’esercizio del diritto di difesa anche nelle aule dei tribunali islamici, pur sapendo che il sistema giuridico iraniano, rispetto al codice penale, al codice civile e alla carta costituzionale della sharia di turno non potrà essere modificato.

Non si dimentica il gruppo di 7 giuristi in difesa diritti umani con la partecipazione di Nasrin Sotudeh e in cui faceva parte anche il nostro ospite del convegno del 31.05.2019, Dr. Hossein Ahmadiniaz, il quale attualmente in esilio, la sentenza dei suoi confronti è stata espressa, anche in sua assenza.

Eppure, nonostante il sistema giudiziario dell’Iran si palesi come uno strumento terribilmente minaccioso ( si trova al 2° posto nel mondo, per numero di sentenze di morte, mediante impiccagione), gli avvocati liberi sono ancora attivi nella difesa dei loro assistiti, politici, dei bambini lavoratori, delle donne dell’ 8 marzo, degli studenti che protestano, dei giornalisti, dei massacrati dalle mine e cosi via.

E come la repressione non ha intimorito gli avvocati in Iran, non ha ridotto assolutamente la voce della protesta delle donne e nemmeno delle associazioni che si occupano dei diritti umani in Iran e in tutto il mondo.

Occorre ascoltare la voce nelle piazze dell’Iran e quella dei giuristi iraniani.

Tra questi la Sig.ra Nasrin Suotudeh, rappresenta un simbolo inequivocabile: del fatto che per ennesima volta è il difensore nelle aule giudiziarie viene trasformato in accusata e condannata. La sua vicenda parla del diritto di difesa, ma proietta una grande luce sui temi della libertà e del futuro di un paese.

Perché quando un regime viola i fondamenti più profondi su cui può reggersi una comunità, non c’è libertà che possa prosperare e senza libertà il futuro diventa un calendario privo di giorni.

La battaglia in difesa della sig.ra Nasrin Suotudeh è un indicatore per capire quale sia il futuro possibile dell’Iran, perché la sconfitta del diritto di difesa (o la sua completa addomesticazione) indicherebbe che la società iraniana non accenna a stabilizzarsi, e che potrebbe procedere verso epiloghi tutt’altro che pacifici.

In questo quadro l’Iran appare come un pericoloso catalizzatore di tensioni regionali e allo stesso tempo internazionali.

In riferimento a tutto ciò i difensori dei diritti umani nella nostra Città, i Giuristi, i cittadini iraniani, l’università e l’amministrazione comunale, si sono mobilitati per dare una voce a questa pacifica protesta in Iran, per il diritto di difesa, organizzando il convegno di:

PER LA LIBERTA’ DELLA SIG. RA NASRIN SUOTUDEH

GIURISTA IN IRAN UN MESTIRE DIFFICILE

  • Per la libertà di difesa dei giuristi liberi nell’esercizio della loro professione

  • Perché mai vengano incarcerati e condannati per avere difeso i loro assistiti

Unione per la democrazia in Iran

 

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