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Daesh sunnita e Daesh scita in Iran: sugli attentati terroristici

La sopravvivenza del regime islamico dominante in Iran dipende esclusivamente dal terrore che ha creato.

Il regime dura da oltre 38 anni: la sua istituzione coincide con l’annientamento dei diritti, la negazione dell’uguaglianza e l’imbarbarimento delle condizioni sociali preesistenti, ovvero durante il regime dei Pahlavi .

Il regime degli Ayatollah, sin dalla sua nascita, si è nutrito del sangue di decine di migliaia di persone in Iran e dell’uccisione di oltre 274 oppositori iraniani del regime all’estero.

Le fosse comuni del cimitero di Khavaran degli anni '80, in periferia di Teheran, sono riempite con oltre 5.000 prigionieri politici: questo ha prodotto l’annientamento di tutti partiti politici di opposizione con l’uccisione dei loro membri, dei loro sostenitori e perfino dei i loro familiari.

Sono fatti noti a ogni cittadino iraniano. 

Ci sono più di 5 milioni di profughi all’estero e tra questi, moltissimi sono gli intellettuali, i giornalisti, i blogger, i laureati, i rifugiati. Tutti sono fuggiti dalle ingiustizie del giureconsulto dell’Iran, segnando in questo modo il futuro di chi era desideroso di ritornare in Iran, perché non c’era alcuna possibilità.

Il regime del terrore da anni è impegnato a eliminare le forze progressiste indipendenti, tanto in Siria quanto in Iraq.

Le forza integraliste del regime, nelle recenti elezioni, hanno perso la competizione a favore dell’ala pseudo riformista di Ruohani, quindi non restava altro che rendere la società insicura utilizzando il teatrino di attentati nei due centri nevralgici e vitali per la sopravvivenza del regime: il Parlamento di Teheran e il mausoleo miliardario, e più costoso del mondo, dell’assassino Ayatollah Ruhollah Khomeini.

Il capo della banda del giureconsulto iraniano, l’Ayatollah Alì Khamenei, subito dopo, ha definito gli attentati (con l’uccisione di 12 persone e 41 ferite): “un gioco di petardi”. Bella definizione per un attentato così importante. 

Il regime Iraniano si comporta esattamente come il Daesh Sunnita, sia pure con una metodologia diversa. Entrambi hanno lo scopo finale di instaurare la Sharia. Semplicemente, l’Iran socialmente parlando, non è ne la Siria e né tanto meno l’Iraq.

Non dimentichiamoci che l’ISIS è nato e cresciuto sotto l’ala protettiva dei fratelli mussulmani, del partito di giustizia di Erdogan, con l’ulteriore beneplacito dei terroristi Talebani e di Al Qaeda .

La sicurezza di due siti attaccati, nei recenti attentati, è affidata alle forze dei Pasdaran, un’organizzazione che non lascia traccia nelle uccisioni e nelle torture di chi pensa appena diversamente dal giureconsulto (vedi l’eliminazione del numero 2 del regime degli Ayatollah, Hashemi Rafssanjani, qualche mese fa in una piscina al nord di Teheran). I Pasdaran sono una forza completamente del sistema di potere del Giureconsulto iraniano. 

Lo sforzo dell’Isis per ristabilire un califfato in Siria ed in Iraq, appare nella sua fase discendente. Per questo si moltiplicano le azioni diversive e disperate: aumentano gli attentati terroristici in Occidente e non solo, che comunque sono destinati a finire velocemente, per accelerare la sconfitta; “conditio sine qua non”, il riconoscimento del diritto di autodeterminazione dei popoli nella zona a partire dal popolo palestinese e dal popolo Curdo.

L’Isis, all’inizio della sua carriera di terrore e massacro degli innocenti, ha avuto una particolare, e sanguinosa, attenzione per le minoranze etniche e religiose ( ad esempio Yazidi), nella zona, ben prima degli attentati in occidente.

La posta in gioco nello scontro tra il Daesh arabo e islam al potere in Iran, non è mai stata l’emancipazione dei popoli, ma aumentare l’insicurezza di una larga parte del Medio Oriente per favorirne un saccheggio più redditizio, basta analizzare l’aumento della ricchezza degli ayatollah e non solo in Iran.

I regimi della zona del medio e vicino oriente come, Iran, Arabia Saudita, Emirati Arabi, Sudan, Egitto, Turchia, ecc., ove l’islam è al potere, sono sistemi di privilegi di caste che strumentalizzano, per la propria sopravvivenza, un’eredità teocratica medioevale, dove non ci può essere rispetto per i diritti umani universalmente riconosciuti.

Alcuni di questi hanno firmato convenzioni dei diritti che non hanno mai rispettato (l’Iran è detentore della medaglia d’argento, dopo la Cina, per numero di esecuzioni capitali e nel contempo il firmatario di molte convenzioni dei diritti umani). La religione, in simbiosi con il potere politico, rappresenta un ruolo reazionario e retrogrado.

La carta costituzionale, il codice penale e il codice civile di questi regimi, corrispondono con i dettami delle leggi islamiche, cioè la Sharia.

Sono regimi con espressioni di ereditarietà delle famiglie dei poteri forti e privilegiati, molti articoli della sharia esistenti riportano le menzogne dei documenti religiosi di turno nel mondo islamico, questi regimi non fanno alcun sforzo per comprendere la popolazione nelle loro espressioni più elementari di diritti di cittadinanza.

Le potenze mondiali nelle loro espressioni più arretrate rimasero colpite dalle primavere arabe, cominciando ad alimentare le tensioni sociali esistenti, in Siria con il dittatore Bashir Al Assad, e in Iraq con le tensioni tra i sciiti, i sunniti e i curdi, i quali sostenuti anche dai califfati arabi, in primis l’Arabia Saudita, e il dittatore della Turchia Erdogan. L’Iran con il suo intervento militare a fianco di Assad, sin dall’inizio del conflitto (dal 1980 utilizzato come il canale inevitabile per raggiugere il Libano e la Palestina), ha alimentato questa tensione, tutti i Paesi sopranominati, insieme hanno alimentato l’opposizione siriano verso la radicalizzazione integralistica e la formazione di ISIS.

La Turchia (ricordiamoci che è membro permanente della NATO e il decimo esercito più potente del mondo), ha alimentato il conflitto, accettando milioni di profughi dalla Siria, sfruttandoli come merce di scambio con la comunità Europea, nel contempo ha addestrato le forze di Daesh e le ha preparate per un conflitto nella zona, lucrando dalla situazione con l’acquisto del petrolio tramite Erdogan Junior e le organizzazioni petrolifere della zona, in particolare in Iraq. Il regime turco è perdente sia sul piano politico interno (dittatura militare), sia su quello esterno (nessuna trattativa con lui per l’ingresso della comunità europea).

La resistenza militare delle forze dell’ISIS, dimostrano che oltre ad essere equipaggiati con le armi moderne come le forze della NATO, sono anche addestrate in modo impeccabile, tutto ciò rende il compito delle forze armate occidentali molto difficile.

Le forze patriotiche curde (Peshmerga), sono impegnate in un contesto che rivelerà, in futuro, quanto sarà difficile ottenere l’autonomia della zona e figuriamoci la sua autodeterminazione. La Repubblica Islamica, il Califfo Erdogan, la NATO e i paesi islamici del Golfo finanziatori del conflitto non lasceranno mai il potere decisionale al popolo Curdo, la lotta di emancipazione dei Curdi, necessità il monitoraggio continuo delle forze alleate.

L’Iran, si trova in una situazione di estrema difficoltà, anche perché le tensioni tra due fazioni al potere (gli integralisti che fanno capo all’Ayatollah Alì Khamenei, con gli apparati militari, paramilitari e i servizi segreti, contrapposti all’area psudoriformista dell’ Ayatollah Khatami, Ruohani e decine di milioni cittadini che si sono lasciati affascinare da una prospettiva di, falso, cambiamento) sono molto evidenti.

In questo contesto, il regime islamico, oltre le uccisioni giornaliere di oppositori, non ha alcun scrupolo di organizzare le azioni terroristiche: non sarebbe neanche la prima volta, vedi nel passato, le bombe nel mausoleo dell’8° santo dello Sciismo Imam Reza di Mashad.

Nel Parlamento del partito islamico iraniano e nel mausoleo di Khomeini, da sempre controllatissimi dagli stessi Pasdaran, “non passa neanche una penna stilografica” (detto da un impiegato del parlamento di Teheran, presente durante gli attentati). I terroristi parlavano in un linguaggio classico arabo non utilizzato oggi (molto strano il breve filmato trasmesso da parte della TV di Stato), conoscevano bene dove dovevano arrivare. Il commando del parlamento si è fatto esplodere al 4° piano dell’edificio, ove nessun militare del regime è stato coinvolto (solo 48 ore dopo, con molti servizi e fotografie, i luoghi dell’ esplosione sono completamente bonificati e ricostruiti), e mentre il commando del mausoleo di khomeini, nella zona non frequentata dai pellegrini; tutto ciò dimostra che i terroristi, non avevano assolutamente idea di farsi saltare per aria in aree affollate dalla gente (completamente diverso, quindi, dagli attentati dell’ ISIS in giro per il mondo).

Giugno 2017, Mohsen Hamzehian

 

 

Commenti all'articolo

  • Di RCM (---.---.---.219) 21 giugno 2017 20:28

    Iran un republica democratica e quindi rispetto ai beduini del golfo non c’e niente da dire. riguardo opposizione estera sono soggetti inaffidabile ma non solo iraniani ma di tutte le nazioni. Infatti, vengono alimentati da stati estere per creare solo caos nel loro paese di origine (governement change) quindi pagati per creare caos e disttruzione.Basta verificare che gli Usa ad esempio, fanno guerre fondaia con scusa di portare la democrazia con la forza e quindi scavalcando ogni diritto internazionale. Dire che Iran come Daesh sbagliato confronto.

  • Di Marco kuorosh (---.---.---.133) 22 giugno 2017 01:06

    Caro signor mohsen hamzehian le consiglio di non dare giudizi affrettati sull operato Dell Iran per quanto concerne la politica estera. Ritengo sia un offesa verso tutti gli iraniani sostenere che l Iran abbia organizzato di proposito attentati terroristici nel proprio suolo. L Iran è un paese che, sicuramente, presenta diversi problemi che andrebbero risolti ma d altro canto si sta dimostrando uno dei paesi che in maniera più energica e decisa sta lottando contro il terrorismo. Le ricordo che tutti i gruppi terroristici di matrice islamica si riallacciano alla corrente wahabita, quali l ISIS, e saprà sicuramente che esiste un conflitto storico tra sciiti e sunniti. Perciò sarebbe già di per se un controsenso che l Iran appoggi tali organizzzazioni. La invito ad essere più cauto. Buona serata. Marco kourosh

    • Di franco (---.---.---.220) 23 giugno 2017 05:36

      Sono perfettamente d’accordo con Di Marco anche se personalmente sarei stato ben più aspro nel commentare l’intervento spazzatura di questo rinnegato. Dio protegga come sta facendo fin dalla rivoluzione, la R.I. dell’Iran dai suoi demoniaci nemici.

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