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Inno alla Libertà di pensiero, di opinione, di comunicazione

L’illuminismo viene spesso accusato di nefandezze come la crisi dei valori che sarebbe collegata al relativismo e ci si dimentica che la libertà personale è uno dei principali diritti umani. Infatti un grande poeta affermò: "Libertà vo cercando ch’è sì cara come sa chi per Lei vita rifiuta".

Inno alla Libertà di pensiero, di opinione, di comunicazione

In realtà i concetti illuministi vengono troppo spesso travisati per lasciare spazio alla promozione di pensieri più o meno ideologici e fondamentalisti. Infatti Diderot, uno dei grandi illuministi che favorì la diffusione della cultura tramite l’invenzione dell’enciclopedia, disse che “L’intelletto ha i suoi pregiudizi, il senso le sue incertezze, la memoria i suoi limiti, l’immaginazione le sue oscurità, gli strumenti la loro imperfezione. I fenomeni sono infiniti, le cause nascoste, le forme transitorie. Contro tanti ostacoli che troviamo in noi stessi e che la natura ci oppone, disponiamo solo di un’esperienza lenta e di una riflessione limitata. Queste sono le leve mediante le quali la filosofia si è proposta di sollevare il mondo” (Tratto da: “Il filosofo tascabile. 44 ritratti per una storia del pensiero in miniatura”, Armando Massarenti, Guanda, 2009).

Però spesso accade che le sedi meno adatte alla circolazione del libero pensiero siano proprio quelle universitarie dove invece si dovrebbe insegnare il culto della verità e del libero pensiero. Come disse Max Weber “La cattedra non è per i profeti e i demagoghi. Al profeta e al demagogo è stato detto: “Esci per le strade e parla pubblicamente”. Parla cioè dov’è possibile la critica”. Quindi tutti i professori universitari devono essere costretti ad ammettere che gli studenti sono in netto svantaggio rispetto a loro perché non possono criticare liberamente senza subire diversi livelli di ritorsioni. E gli studenti sono sempre molto più giovani e perciò hanno minori capacità dialettiche. L’istruzione universitaria finisce così per premiare quelli che non disturbano l’ordine intellettuale e la quiete pubblica.

Del resto anche allo scienziato si pongono prima o poi delle scelte etiche o politiche, poiché nella vita reale esiste “il politeismo dei valori”, che dipende dal fatto che più valori, ognuno ugualmente importante nella propria sfera, possono entrare in conflitto nel momento dell’azione. Per questo l’etica si differenzia dalla morale: la morale è una linea generale di condotta sociale, invece l’etica è la migliore condotta sociale in un singolo caso molto particolare, soggettivo e segnato dalla sfortunata o fortunata casualità del fato.

Perciò ogni persona di cultura dovrebbe portare avanti la sua missione, perché ogni intellettuale ha una responsabilità del tutto particolare. Ha il privilegio e la possibilità di studiare. Per questo egli ha contratto il debito nei confronti dei propri simili (o della società) di presentare il frutto del suo studio nella forma più chiara, più semplice e più modesta possibile (K. Popper). Invece “I cortigiani di tutti i tempi avvertono un solo bisogno: quello di parlare in modo di non dire nulla” (Shakespeare). E la maledizione degli italiani è che essi dimenticano di essere antiquati cortigiani.

Quindi l’esposizione del proprio pensiero deve permettere “il metodo critico o razionale che consiste nel far morire al nostro posto le nostre ipotesi”. Ne consegue che la democrazia non consiste nel governo del popolo, ma semplicemente nella “possibilità di eliminare un cattivo governo senza rivoluzioni e senza spargimento di sangue. Grazie al voto popolare, i governi si trovano così in buona compagnia – insieme alle teorie scientifiche – a porgere il collo alla mannaia della critica” (Popper).

Nella realtà di tutti i giorni esistono purtroppo professionisti che rischiano la vita sociale e la vita fisica. C’è chi perde il lavoro, chi viene incarcerato e chi muore. Il comitato per l’assegnazione dei premi Nobel potrebbe iniziare a valutare l’istituzione di un Premio alla Comunicazione per i giornalisti, che in molti Paesi del mondo liberano le parole e i pensieri e permettono alla società civile di realizzare il diritto di opinione e di critica. Infatti ogni anno vengono uccisi diverse decine di giornalisti e fotoreporter in tutto il mondo. Fino ad oggi i premi sono stati assegnati solo a persone ancora in vita, ma nel caso di un premio attribuito ad una persona deceduta, il denaro potrebbe essere destinato al giornale e ai familiari, dato l’estremo bisogno di indipendenza e di liquidità di cui hanno bisogno le istituzioni capaci di allevare delle voci davvero libere.

Bisogna poi ammettere che oramai la comunicazione giornalistica ha acquisito più importanza della letteratura perché “Gli scrittori usano una scrittura inadatta alla vita. Invece si deve dare al lettore la sensazione della lingua parlata. Se la gente non legge più libri una ragione c’è: certi libri sono fatti solo per rispondere a esigenze estetiche. Non aiutano a vivere” (Philippe Djian).

Inoltre in tutti i Paesi dove regna l’ignoranza i governanti dispotici hanno vita più facile e troppo spesso “Una nuova verità scientifica non trionfa perché i suoi oppositori si convincono e vedono finalmente la luce, ma perché alla fine muoiono e nasce una nuova generazione a cui i nuovi concetti diventano familiari” (Max Planck). Comunque la miglior descrizione di libero pensatore è quella fatta dalla figlia del grande scrittore francese Albert Camus. Disse di lui: “Mio padre era un uomo rigoroso e serio ma allo stesso tempo divertente, spassoso e generoso” (Catherine Camus).

Infine concludo con la domanda fondamentale: “Quanta verità può sopportare, quanta verità può osare un uomo? Ogni risultato, ogni passo avanti della conoscenza è una conseguenza del coraggio, della durezza con se stessi, della pulizia con se stessi” (Nietzsche).

Nota - Esempio di libero pensiero: perché in tutti i Paesi del mondo gli uomini sono pagati dagli Stati per usare violenza e uccidere legalmente (i soldati e i poliziotti) e solo in pochi Paesi le donne possono ricevere denaro pubblicamente e legalmente da un privato per fare sesso? Forse perché attraverso la violenza è più facile raggiungere e mantenere il potere? O forse perché la dittatura delle varie caste e delle diverse maggioranze è sempre dura a morire?

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