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 Home page > Tribuna Libera > Inchiodati su Covid e Afghanistan

Inchiodati su Covid e Afghanistan

Lungi da me sottovalutare la tragedia sanitaria del maledetto virus che ci ha reso la vita difficile da oltre un anno e mezzo e che ci prospetta ancora tempi duri, soprattutto con la complicità di quelle autentiche teste di legno che osteggiano i vaccini.

Lungi da me sottovalutare la tragedia umanitaria dell'Afghanistan, con conseguente flusso migratorio anche nel nostro paese e, ovviamente, con implicazioni geopolitiche legate al terrorismo internazionale.

Ma adesso non se ne può più. Dalla informazione main stream è sparito di colpo tutto. Non sappiamp più nulla delle crisi che hanno tenuto banco ad ogni ora, minuto o secondo che, prima dell'avvento di Draghi, ci tormentavano con aziende che quotidianamente licenziavano o delocalizzavano. Che fine hanno fatto Arsenal Mittal (o ex ILVA), Whirlpool, NGK piuttosto che Alitalia convertita in ITA ma con un caos di fondo indescrivibile?. E le banche? tutto bene ?. Dei sindacati, a parte qualche flebile vagito di Landini si è perso ogni traccia. Sulla scuola tutto è rimasto tal quale come ai tempi del Conte 2 ma guai a criticare, con l'unica eccezione, seppur con scarsissima risonanza mediatica, dei Fratelli d'Italia che, essendo unica opposizione, devono farlo per differenziarsi. Sull'andamento dell'economia tutto tace se non per dire che tutto va ben madama la marchesa. L'unica parola forte che si è sentita è quella del presidente di Confindustria Bonomi che, da copione, cerca di aggiudicarsi la fetta maggiore degli investimenti legati al Recovery Found.

Dei politici, improvvisamente normalizzatisi su laconiche ed estemporanee prese di posizione interlocutorie del tipo non disturbiamo il manovratore (Draghi), si percepiscono soltanto il solito Matteo Renzi, che se la prende con il reddito di cittadinanza come peggior male assoluto, ma che farebbe di tutto per mettersi in evidenza visto che è ormai al capolinea e che se non trova dove riciclarsi politicamente è fuori da tutto. Fantastico il suo appello al lavoro come frutto di impegno e sacrificio. Verrebbe da dire " ma senti da che pulpito....." . E infine il Matteo Salvini docg che cavalca, o almeno tenta, il solito tormentone dell'immigrazione e chiede la testa del ministro degli interni Lamorgese. Proprio lui che che, da ministro degli interni ha disertato sette impegni internazionali su otto e che, a parte la propagandistica e insulsa lotta alle ONG, ha brillato per assenza dal suo ufficio sia nel coordinare i rimpatri che la redistribuzione dei migranti sulla base di accordi internazionali. Infine il Silvio Berlusconi che entra od esce dal San Raffaele per problemi o controlli medici, con conseguente rinvio dei suoi processi, vedi Ruby ter.

Insomma, accendi la tv e non senti altro che Covid e Afghanistan. Perfettamente inutile fare zapping, tutti bloccati sugli stessi due temi, intervallati dalle previsioni del tempo per dirci che d'estate fa caldo mentre d'inverno freddo e se c'è il sole non piove o viceversa. Con lo spauracchio di Lucifero e gli incendi, che tutti sanno essere dolosi ad opera di teste malate ma che vengono ufficialmente attribuiti al riscaldamnto globale.

Una informazione omologata ad un perfetto paese in stand by, per non dire totalmente bloccato. Perché è evidente che a tutto pensa lui, l'uomo che il mondo intero ci invidia, ovvero il premier Mario Draghi. Colui che, secondo gli auspici della nostra stampa ammaestrata, dovrà prendere nelle sue mani la leadership europea, se non mondiale.

Vedremo al risveglio come butta. 

Foto Pixabay

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