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Il vittimismo di Berlusconi e la regressione intellettiva dell’italiano medio

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Berlusconi attacca pesantemente la magistratura, in particolare i Pm, definendoli «un cancro da estirpare», colpevoli a suo dire di aver instaurato un clima da guerra civile, brandendo il diritto come arma per colpirlo e delegittimarlo. Il Cavaliere si definisce l'uomo più processato dell'universo, egli si sente vittima del giustizialismo e aggiunge che in nessun altro Paese un premier è sottoposto a simili umiliazioni. Eppure sembrerebbe umanamente inverosimile che tutta la mole di accuse a suo carico, sia totalmente inventata.

Ma se Lui avverte questi stati d'animo, come dovremmo sentirci noi italiani davanti all'opinione pubblica internazionale? Siamo diventati la nazione del "bunga bunga", grazie alle consuetudini "amorose" del nostro presidente del Consiglio. Abbiamo perso quel poco di credibilità residua in politica estera: prima baciando la mano del Rais libico, per poi bombardarlo qualche mese dopo. Siamo lo stato dove si svolgono i referendum solo se sotto pilotati in qualche modo. Un premier che definisce la popolazione italiana particolarmente impressionabile, quindi incapace di esprimersi razionalmente sul quesito nucleare, nel dopo Fukushima.

La difesa ad oltranza del Cavaliere e il suo vittimismo galoppante scadono ormai nel ridicolo. Le sue esternazioni populiste non dovrebbero più essere prese in considerazione, da una mente intellettualmente evoluta, se non per divenire oggetto di scherno. Più che una guerra civile è in atto una guerra alla Civiltà, che presuppone la regressione intellettiva dell’italiano medio, al fine di poter concedere ancora credito ad un Capo che ha davvero umiliato un intero Paese.

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