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Il rap di una ragazza per cambiare l’Afghanistan

Certamente non scopriamo oggi quanto la musica possa essere efficace come strumento di denuncia per scuotere e cambiare la società, tuttavia la storia della 143Band e di Paradise Sorouri è una di quelle che meritano di essere raccontate. Dietro questa ragazza che passeggia per le strade di Kabul coprendosi i capelli con il cappuccio della felpa non c'è solo il senso di ribellione giovanile ma emerge soprattutto la voglia di cambiare in meglio il proprio paese.

Nata in esilio - la sua famiglia era emigrata in Pakistan per sfuggire alla guerra - Paradise è tornata in Afghanistan per parlare ai suoi connazionali di diritti delle donne e di giustizia a suon di musica rap. Ad Herat, grande città nella parte occidentale del paese, è nata la collaborazione, poi sfociata in relazione sentimentale, con un giovane musicista dilettante anche lui da poco tornato in patria, in arte Diverse. Così è nato il duo 143Band, in cui "143" si riferisce al numero delle lettere delle parole in "I love you".

I loro pezzi musicalmente non sono molto differenti da quelli trasmessi dalle radio europee o americane, ma la passione e la vicinanza ai delicati temi toccati è evidente. Fa molto riflettere pensare che nella stessa famiglia di questa rapper rivoluzionaria ci siano anche due cugine che hanno deciso di darsi fuoco perché costrette a sposare uomini considerevolmente più vecchi di loro. 

Il mostro da abbattere non sono soltanto quei gruppi di potere violenti come potevano essere i talebani, ma è la mentalità ultra tradizionalista della società afgana, che l'intervento militare Onu, con la sua pretesa di "esportare la democrazia", non ha intaccato minimamente. Una mentalità che la 143Band cerca di far evolvere. La risposta a questa denuncia non è uniforme: gran parte delle donne (ma non solo) approvano ed incoraggiano il duo a proseguire su questa strada; d'altra parte sono in molti che vedono Paradise e Diverse come degli stranieri, personaggi estranei alla cultura afgana nello stile e nel pensiero. Paradise girando per strada si trova nella stranissima condizione di essere fermata da persone che le chiedono un autografo così come da persone che vorrebbero picchiarla. 

Lo scorso gennaio durante un concerto a Kabul parte del pubblico maschile ha iniziato ad agitarsi ed a coprire di insulti la cantante, tentando di avvicinarsi e di salire sul palco. Per evitare che la serata prendesse una piega pericolosa per gli artisti si è dovuti ricorrere al servizio d'ordine. Dopo un episodio del genere la paura è aumentata e Paradise e Diverse hanno deciso di trasferisi a vivere nel più moderato Tagikistan.

Per questioni di lavoro e per andare in studio di registrazione Paradise torna spesso a Kabul, ospitata da amici, ma preferisce mostrarsi in pubblico il meno possibile, uscendo per strada solo per gli impegni prefissati. "So bene che ci sono un sacco di persone che mi detestano - ha affermato in un'intervista rilasciata al giornalista francese Étienne Dupuis - se mi faccio vedere troppo in giro finirà che qualcuno mi ucciderà."

 

Il canale Youtube dei 143Band

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