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Route nazionale 2014: lo scout Renzi a San Rossore

Chi sono i rover e le scolte Agesci e perché il Presidente del Cosiglio ieri ha fatto una bellissima figura con loro.

Il fazzolettone al collo io me lo sono messo più di 15 anni fa e da allora nessuno è più riuscito a levarmelo. Lo scoutismo da fuori in molti lo vedono come una specie di setta con uno specifico arcano linguaggio, specializzata nell'attraversamento pedonale delle vecchiette ed in tutte quelle attività presenti nel manuale delle Giovani Marmotte. A noi questo dà fastidio molto relativamente, la nostra non è una di quelle associazioni tendenti all'autocelebrazione, tutt'altro. Forse per questo nei rari casi in cui si parla di noi (l'ultima volta è quella del centenario del primo campo, nel 2007), escono fuori tutti i pregiudizi e gli stereotipi stantii e consunti.

Giusto per mettere in ordine le idee di chi non si è mai avvicinato a questo mondo vorrei sottolineare che il movimento fondato dall'inglese Baden Powell (per gli amici BP) nel 1907 si pone l'obiettivo di educare i ragazzi in modo da renderli buoni cittadini e buone persone, conferendo al logoro termine buono il suo più pieno singnificato: da qui il metodo scout basato sulla formazione del carattere (nei termini di autodisciplina, indipendenza, morale), sullo sviluppo della salute e della forza fisica, nell'abilità manuale e nel servizio al prossimo. 

Quella che è andata in scena ieri mattina a San Rossore (splendido parco alle porte di Pisa) era la cerimonia conclusiva della Route Nazionale dell'Agesci, Associazione Guide e Scout Cattolici Italiani (in Italia esiste anche il CNGEI, un'associazione, di dimensioni decisamente minori, di scout laici). In route solitamente vanno i rover e le scolte, ossia i ragazzi e le ragazze dai sedici ai venti-ventuno anni che si mettono in cammino per una settimana con un enorme zaino sulle spalle o per condividere le emozioni e la fatica della strada o per mettersi al servizio del prossimo (in molti casi si fa volontariato).

Dopo quasi trent'anni dall'ultima volta (allora di era a Piani di Pezza, in Abruzzo), si è deciso di organizzare una Route Nazionale (solitamente ogni clan, ossia le singole comunità, decide da sé). Prima cinque giorni di route vera e propria (ossia con un campo mobile) gemellati con altri clan delle più diverse parti d'Italia (ad esempio io, marchigiano, sono stato ospitato insieme a dei pugliesi e dei vicentini da un gruppo genovese che ci ha fatto scoprire gli slendidi rilievi che circondano la Superba); poi il 6 agosto tutte le route mobili si sono ritrovate a San Rossore dove si sono tenute una serie di laboratori, attività, tavole rotonde e è stata stilata la Carta del Coraggio, una sorta di Costituzione dei rover e delle scolte cattolici italiani che contiene impegni e richieste concerete rivolte all'Agesci, alle istituzioni civili ed a quelle religiose.

La conclusione di questo si festeggiava ieri. Dopo la Messa presieduta dal presidente della Cei Bagnasco e la telefonata di papa Francesco, è stato chiamato sul palco il premier cui è stata consegnata una copia della Carta del Coraggio. Il breve discorso che ne è seguito (evidentemente Renzi è abbastanza intelligente da capire che una platea di 30.000 persone che da ore sta sotto un atroce sole estivo non ama sproloqui prolissi) ha promosso a pieni voti il premier dal punto di vista scout, essendo state utilizzate paroline magiche come Val Codera, Giwell o parlando delle mille vicissitudini durante il suo periodo in Noviziato. Ho particolarmente gradito la genuità del porsi di Renzi senza esibizionismi né esagerazioni (avrebbe potuto tranquillamente venire con il fazzolettone o fare il saluto ma se ne è astenuto. Quando si è trattato di cantare per l'ammaina bandiera però le parole del canto della Promessa se le ricordava bene). 

Dal punto di vista politico, ovviamente più opinabile, due le proposte concrete: servizio civile volontario aperto a tutti i giovani (proposta davvero interessante) e riqualificazione energetica degli immobili statali per risparmiare sulla bolletta (faccenda decisamente più fumosa). 

 

Foto: Palazzo Chigi/Flickr

Commenti all'articolo

  • Di paolo (---.---.---.99) 11 agosto 2014 18:35

    Diversamente da lei ,io non mi sono mai messo al collo nessun fazzoletto ,non ho indossato nessuna divisa (tranne quella militare del servizio obbligatorio), non ho mai portato nessun distintivo o indossato stemmi di alcun genere , di appartenenza a " clan " o politico che fosse .
    Ho frequentato la scuola pubblica e come ateo e laico non ho mai accettato nessun indottrinamento , affidandomi alla educazione famigliare e al buon senso e l’onestà che dovrebbe possedere qualsiasi buon cittadino .

    Il coraggio ce l’ho di mio e non ho mai avuto bisogno di portare "enormi zaini sulle spalle per condividere le emozioni e le fatiche della strada " , le emozioni le ho trovate comunque e la fatica l’ho sperimentata da studente andando a guadagnarmi qualche soldino come scaricatore di porto (la sera avevo le dita gonfie e bruciate) .

    Per inciso ,non ho mai visto boy scout aiutare qualcuno ma può essere che mi sia sfuggito . So invece per certo che hanno percorsi sociali molto più facilitati rispetto ai comuni mortali .

    Lei dice " Pregiudizi e tereotipi  stantii e consunti " . Può darsi di si o forse no.
    Di certo il premier Renzi non l’ho mai visto a nessuna manifestazione di disoccupati ,esodati o sfortunati , li chiami come crede .
    Qusto le dice niente , egregio boy scout in servizio permanente attivo?
    saluti cordiali

    • Di (---.---.---.224) 11 agosto 2014 23:41

      Sono stato scout anche io, in un reparto marchigiano un po "eversivo" e nessuno dei miei compagni ha proseguito nei clan semplicemente perché la bigotteria la fa da padrone.

      E lo spettacolo di San Rossore con renzi è stato semplicemente vomitevole. Accogliere un autoritario è indice di completa zerbineria ai poteri forti, questo ti insegna fare lo scout?
      O difendere il più debole dai più prepotenti?

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