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Affettività e rapporto di coppia: un diritto anche per i carcerati

Tutelare i diritti e gli aspetti più intimi della persona anche quando questa ha un debito da pagare con la giustizia: come vive il rapporto di coppia e la sessualità in carcere chi è sposato o ha una relazione? "Io, condannato alla cosiddetta "Pena di Morte Viva" (L’ergastolo ostativo), e la mia compagna, sono ventitré anni che sogniamo l'amore senza poterlo fare" scrive Carmelo Musumeci, detenuto nel carcere di Padova, nella petizione da lui lanciata tramite change.org.

In altre nazioni europee come la Croazia, l'Olanda o i paesi scandinavi sono previsti dei momenti in cui anche il carcerato possa vivere qualche ora di intimità con il partner e con la propria famiglia. D'altronde quella dell'affettività si tratta di una componente di certo non trascurabile nel piano di recupero e di reintegro della persona nella società. Per chi invece come Musumeci è condannato al carcere a vita si tratta di una questione di umanità: «In carcere gli affetti e le relazioni, il rapporto stesso di un individuo con le persone amate, con la propria vitalità e con i desideri, viene sepolto».

Musumeci si batte da tempo per i diritti dei carcerati ed, in particolar modo, degli ergastolani cercando di abbattere, attraverso interviste, lettere ed iniziative, di abbattere il muro che divide molto spesso la società da chi vive l'istituzione penitenziaria quotidianamente. 

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