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Mondiali, Italia occhio ai cartellini: di solito i più cattivi non vincono

Quando si avvicinano grandi appuntamenti come i mondiali di calcio ecco che spuntano fuori studi e tesi di ogni genere per rendere il più scientifico possibile il football. Così dopo che nientepopòdimeno che il noto scienziato Stephen Hawking si è abbassato a studiare il modulo ideale per l’Inghilterra (il responso della fisica ha detto 4-3-3, vedremo il 14 se Hogdson ascolterà il consiglio contro i nostri), ecco che Nikhil Sonnad per il portale Quartz ha fatto due conti per capire con che aggressività sia meglio scendere in campo.

Il lavoro del giornalista britannico è stato quello di fare il conto della media dei cartellini gialli e rossi presi nelle partite di tutte le edizioni di Coppa del Mondo disputate dalle varie nazionali e vedere se quello di “mordere le caviglie” agli avversari sia un atteggiamento proficuo ai fini del risultato. Bene, stando ai risultati diciamo subito ai ragazzi di Cesare Prandelli di scendere in campo concentrati, motivati ma non eccessivamente aggressivi perché delle 20 squadre più “cattive” non ce ne è nemmeno una che sia mai arrivata in una finale.

La statistica prende in considerazione tutti i match a partire dai mondiali del 1970 quando per la prima volta furono utilizzati i due provvedimenti disciplinari, ammonizione ed espulsione, inventati da Ken Aston, professore di educazione fisica britannico, che si vantava di riuscire a tenere a bada i suoi scalmanati alunni meglio di quanto riuscissero a fare le giacchette nere dei mondiali negli anni ’60. 

 

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