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Il ragno di Michael Connelly

Che sia di nuovo Harry Bosch il protagonista dell’ultimo libro del mio sestetto dedicato a Michael Connelly è forse il segno che il cerchio si chiude e probabilmente anche l’esperienza connelliana.

Avvincenti polizieschi, scritti in maniera decente ma da relegare ad una rilassante lettura estiva. Nessuno stimolo mentale, culturale, letterario. Niente godimento per le cellule grigie.

Ed Il ragno non è sicuramente il migliore tra quelli che ho letto e mi sfuggono le motivazioni che hanno portato all’attribuzione del Premio bancarella a questo volumetto.

Harry Bosch continua ad essere il detective della squadra omicidi che lotta contro le ingiustizie del mondo e (soprattutto) quelle del suo dipartimento. E qui si trova ad indagare sulla morte di un avvocato che ha legato il suo nome alle lotte contro i soprusi della polizia. Ergo, il colpevole è probabilmente uno del suo Dipartimento.
Nessun problema per il poliziotto con tante macchie e senza paura che va dritto come un treno e mentre si trova riesce anche a smascherare un traffico di materiale pedopornografico su internet.



La storia inventata si lega alle vicende reali di O. J. Simpson e Rodney King che portarono Los Angeles nel pieno di una battaglia razziale negli anni 90. Come al solito ci sarà una moria di gente vicina al protagonista, amici che si trasformano in colpevoli e nemici che diventano sorprendenti alleati.

E non manca il controfinale (che ci era stato risparmiato in Debito di sangue) che questa volta è però comprensibile e segue bene lo svolgersi degli eventi.

Ripeto che la tensione ed il ritmo non mancano di certo ma se cercate alta letteratura o una prosa capace di farvi godere state lontani da Connelly.
Curiosità.

Il libro è del 1999, solo dieci anni fa. Buona parte dell’indagine narrata si basa sull’uso di internet e la creazione di un sito per pedofili. Sono passati solo dieci anni ma a leggere il modo in cui (in America!) viene trattato l’argomento è evidente la velocità con cui il web è entrato nelle nostre vite passando da misterioso strumento per pochi eletti a mezzo di uso quotidiano per le masse (Italia a parte!).

Fine della mia esperienza con Connelly, si riparte con qualcosa di diverso.

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