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 Home page > Attualità > Cronaca > Il processo di Genova al dottor De Gennaro

Il processo di Genova al dottor De Gennaro

Si sta svolgendo a Genova uno dei processi legati alla vicenda del G8 del 2.001, e precisamente quello che vede imputati l’allora Capo della Polizia di Stato dottor Gianni De Gennaro e l’ex capo della DIGOS di Genova Spartaco Mortola.

L’accusa per entrambi i due alti, anzi altissimi funzionari è quella di aver cercato, per così dire, di “coprire” davanti ai magistrati l’operato dei colleghi, autori del sanguinoso blitz del 21 luglio nella scuola Diaz, destinata dalla Provincia di Genova all’accoglienza del pubblico dell’evento come dormitorio.
 
Da questo processo dovremmo attenderci, previo l’accertamento dei fatti, i tre supremi scopi d’ogni buona legislazione penale, vale a dire la sicura punizione del reo, la salvaguardia dell’innocente e la moralizzazione del popolo (da uno scritto anonimo attribuito a Paride Zajotti e pubblicato sul primo numero della rivista «L’Eco dei Tribunali» di Venezia del 4 agosto 1850).
 
In effetti, però, si va oltre.

Innanzitutto l’azione di moralizzazione appare rivolta, in questo caso, ai soggetti facenti parte di una Istituzione, nello specifico di una delle più importanti Istituzioni, preposta al mantenimento dell’ordine pubblico, senza il quale ogni forma di civile convivenza è del tutto impossibile.
 
Inoltre questa Istituzione, attesi i suoi obiettivi, può sino ad un certo punto essere sempre trasparente alle valutazioni della Pubblica Opinione e, pertanto, fra essa ed i cittadini deve necessariamente esservi un rapporto di affidamento fiduciario. Orbene, tradire questo rapporto è in se un fatto di estrema gravità, e ciò anche perché spinge al dubbio su tutti gli altri infiniti quotidiani casi, in cui, se ne è tutti certi, l’Istituzione sistematicamente interviene secondo legge in tutto il Paese al servizio del cittadino.
 
Eppure non dimentichiamo che gli statunitensi hanno allontanato un Presidente sol perché aveva cercato di fare la stessa cosa attribuita al dottor De Gennaro, ossia aveva cercato di “coprire” suoi colleghi di partito, dediti a pratiche alquanto disinvolte nella lotta politica contro il partito avversario.
 
Di grande importanza l’azione a cui è chiamata la Magistratura, la quale non mancherà di dar prova di serenità e di incisività nel pretendere il rispetto della legge, senza dare ascolto alle sirene di quella che comunemente vien detta Ragion di Stato (dove lo Stato non è inteso certamente in funzione dei cittadini). Perché dar retta alla Ragion di Stato vorrebbe dire aggiungere errore ad errore, aggiungere illegittimità ad illegittimità, portare ad una situazione di gravità inaccettabile.

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