Il motivo della guerra è stato il fattore NATO?
Uno degli argomenti più ripetuti sulle presunte motivazioni dell’invasione russa e del conflitto in Ucraina è quello che la Nato avrebbe provocato la reazione di Mosca con successive azioni di “allargamento a Est”.
La cronologia degli avvenimenti ci racconta però una verità alquanto diversa: in particolare che la Russia è stata a lungo un partner stretto della Nato.
«Nel 1991 furono stabilite relazioni tra la Nato e la Russia, nel quadro del Consiglio di cooperazione del Nord Atlantico.
Nel 1994 la Russia è entrata a far parte del partenariato per il programma di pace, e da quel momento, la Nato e la Russia hanno firmato diversi importanti accordi di cooperazione.
Nel 2002 a Roma fu istituito il Consiglio Russia-Nato per la gestione di problemi di sicurezza e per progetti congiunti, tra cui antiterrorismo, cooperazione militare, cooperazione sull'Afghanistan, iniziative antidroga, cooperazione industriale». Notizie riassunte dalla pagina wikipedia “Russia–NATO relations”.
Questi sono i trascorsi, non così conflittuali salvo qualche dissapore, che hanno visto Nato e Russia collaborare proficuamente e di comune accordo dalla dissoluzione dell’URSS nel 1991 fino al 31 marzo 2014. Ventitré anni consecutivi.
Vale a dire in tutto l’arco di tempo in cui la Nato “si è allargata a Est”, come viene ripetuto oggi in maniera ossessiva.
Nel 2004 aderirono alla Nato Bulgaria, Estonia, Lettonia, Lituania, Romania, Slovacchia e Slovenia, che rappresentarono la massima estensione a oriente dell’Organizzazione, a diretto contatto con il confine russo da Estonia e Lettonia, e tra l'exclave russa di Kaliningrad e Polonia e Lituania. Ogni altra adesione successiva di paesi dell'ex area comunista (Albania, Croazia, Montenegro, Macedonia), ha riguardato aree geografiche più occidentali rispetto a quelle che aderirono in quel 2004.
(Nello stesso anno - sia detto per inciso - il primo candidato alle presidenziali ucraine che guardava verso Occidente, Viktor Juščenko, veniva avvelenato con la diossina...).
La Russia non ritenne di sollevare obiezioni, anche se oggi si levano alte le accuse alla Nato di aver tradito la parola data a suo tempo dal segretario di Stato James Baker a Gorbaciov: "la giurisdizione della Nato non si sposterà di un pollice verso est".
Di fatto la Russia ha continuato a collaborare con l’Alleanza atlantica per altri dieci anni e più.
Solo con l’aprile 2014 si è arrivati a una prima, unilaterale rottura. Ma fu la Nato che, all'unanimità, decise di sospendere tutta la cooperazione pratica con la Russia, in risposta all'annessione illegale della Crimea avvenuta nel febbraio di quell’anno, in reazione alla rivolta dell’Euromaidan. Benché abbia agito con l’infiltrazione di soldati russi senza insegne, mandati a impossessarsi della penisola, divenne presto chiaro che era un'azione pianificata dal Cremlino. Ma nonostante ciò il Consiglio Russia-NATO ancora non fu sospeso.
Al contrario, il 18 febbraio 2017, il Ministro russo degli Affari Esteri Sergey Lavrov affermò addirittura di aver sostenuto la ripresa della cooperazione militare con la NATO.
Difficile sostenere oggi che l’allargamento della Nato a est possa costituire un reale motivo di rottura, dal momento che non si trattò di una forzatura che l'Occidente mise in atto, approfittando della debolezza russa, ma di un processo che si è realizzato all’interno di un quadro di collaborazione tra Nato e Federazione russa, anche se frammezzato da contrasti: la Russia si oppose all'intervento Nato in Yugoslavia (Serbia) nel 1999 e condannò la dichiarazione di indipendenza del Kosovo nel 2008. D'altra parte la Nato condannò la guerra russa in Georgia (2008) e la dichiarazione di indipendenza di Abkhazia e Sud-Ossezia.
Altre schermaglie sono avvenute nel tempo, ma la vera rottura è avvenuta molto più recentemente, nell'ottobre del 2021, a seguito di un incidente in cui la NATO ha espulso otto funzionari russi dal suo Quartier generale di Bruxelles, accusandoli di spionaggio.
La Russia, come contromisura, ha sospeso la sua missione presso la NATO e ha ordinato la chiusura dell'ufficio NATO a Mosca.
Fino al 18 ottobre dell’anno scorso c’era un regolare ufficio Nato nella capitale russa. E questa non è una data irrilevante.
Qui entriamo nel merito della questione e dei rapporti dell'Ucraina con la Nato.
Dal 28 giugno al 10 luglio 2021 si sono infatti svolte le manovre militari Nato nel Mar Nero, Sea breeze, con la partecipazione di forze ucraine. In precedenza si erano svolte le manovre denominate Steadfast Defender, iniziate in Portogallo e terminate anch'esse nel Mar Nero. Notizie riportate dal quotidiano Sicurezza Internazionale, diretto dall'ormai noto Alessandro Orsini.
Manovre che si sono svolte, tutte, prima della fatidica rottura dell'ottobre 2021. Quando ancora i funzionari russi frequentavano gli ambienti Nato di Bruxelles.
È opportuno ricordare che, prima ancora, parliamo dell'ottobre 2019, la Russia partecipò alle manovre militari in Serbia chiamate Slavic Shield nonostante il paese balcanico si sia candidato per l'adesione alla Nato, essendo entrato dal 2008 - insieme a Ucraina (dal 2005), Georgia (2006) e Bosnia-Erzegovina (2008) - nel meccanismo di Dialogo intensificato che rappresenta il primo passo di avvicinamento all'Organizzazione. Evidentemente non era considerata una cosa insopportabile fare manovre insieme ai militari di uno stato candidatosi a diventare membro della Nato. E va notato anche che nessuno, a occidente, ha pensato bene di invadere la Serbia per la insopportabile colpa di aver compiuto manovre con la Russia.
L'Ucraina ha chiesto di aderire alla Nato nel 2005, ma, come ricordava Romano Prodi qualche settimana fa, nel 2008 Italia, Francia e Germania votarono contro la sua adesione. E il suo processo di avvicinamento, come quello della Georgia, si è fermato lì. Quattordici anni dopo l'Ucraina non aderisce ancora alla Nato, non ha installazioni missilistiche Nato e non dispiega forze armate Nato sul suo territorio.
Ma per l'Ucraina evidentemente tutto ciò non serve ed è stata invasa lo stesso.
La ragione per cui questo è accaduto però non riguarda l'argomento "Nato". Lo scrive a chiare lettere l'editoriale di Limes in edicola: "Per non passare alla storia come lo zar che perse definitivamente l'impero, il presidente russo ha scatenato una guerra che deve riportarlo a controllare direttamente o per proconsoli l'Ucraina nata dall'Ottobre (...) Kiev, culla della Rus', è il premio simbolico".
La vera ragione è l'impero. Da conservare.
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