• AgoraVox su Twitter
  • RSS
  • Agoravox Mobile

 Home page > Tempo Libero > Recensioni > "Il fondamentalista riluttante". I fondamentali di due società

"Il fondamentalista riluttante". I fondamentali di due società

Changez è la personificazione del sogno americano. Pachistano 27enne, da 8 anni negli Stati Uniti, deciso ad ottenere il lavoro di analista finanziario. Dice al professionista affermato che lo esamina: "Che lei mi assuma o meno io di sicuro vincerò!". E' proprio per questa affermazione e per la sua "fame di essere il migliore" riconosciutagli dal reclutatore, insieme ad una dimostrazione di rara intelligenza nella prova d'esame, che consegue l'impiego.

In breve diventa un alto carico dell'azienda - consigliere delegato, socio - conosce la figlia del titolare di quella società, con cui instaura subito un rapporto particolare eppure ... dal suo sguardo sembra indovinarsi una determinazione ad andare oltre i confini del sogno. Ai colleghi che si interrogano reciprocamente su dove si "vedono" collocati tra 25 anni, risponde che sarà a capo di un paese musulmano che dispone di armi nucleari.

La cosa appare come una provocazione ma fa presagire un destino che sta oltre quel lavoro di "ottimizzatore" di risorse aziendali e umane, di cinico professionista che - glielo dice suo padre quando apprende di quella professione - "con un tratto di penna toglie il pane a chi lavora". Si trova a Manila, dove la sua squadra sta esaminando un'industria da rilanciare, l'11 settembre 2001, quando vede in tv l'attacco e la caduta delle torri gemelle.

Al giornalista collaboratore segreto delle forze americane che lo intervista nel covo di giovani votati all'avversione alla società americana, a Lahore, dove Changez è tornato per insegnare all'università, confida che dall'impresa dell'11 settembre rimase soggiogato per l'audacia degli attentatori, per l'"arroganza messa in ginocchio". Lui che era entrato nella parte privilegiata della società americana "da cui i miei genitori erano estromessi", quella facente parte dell'aristocrazia del denaro, ha preso le distanze da quella società vulnerabile, è rimasto deluso e impaurito dalla reazione americana di vedere un terrorista in ognuno che avesse anche solo l'aspetto medio-orientale (qualcosa di simile era contenuto nel film con l'autistico indiano Khan: "Il mio nome è Khan e non sono un terrorista)".

Nel 2010 fa parte dei fon damentalisti in Pakistan, ne è un predicatore ascoltato ma resta un non violento. Fu in una missione "finanziaria" in Turchia come analista che conobbe un editore, uomo di lettere che conosceva il padre di Changez, poeta. La società editrice era improduttiva, da liquidare. Costui gli parlò dei "giannizzeri", ragazzi che venivano rapiti nell'impero ottomano per farne dei terroristi, votati alla causa musulmana soprattutto. "Quando vedrai da che parte stare il tuo mondo avrà il suo colore", gli dice.

Allora Changez cominciò a pensare di cambiare fede, da quella della finanza "efficiente" ma di una società in declino a quella della sua gente. Si tratta dunque sempre dei "fondamentali" su cui si basano le due società, quella americana e quella musulmana: finanziari in un caso e religiosi nell'altro. Ogni parte è convinta a modo suo di questi fondamentali.

Un altro ricordo porta a "United 93", memorabili le preghiere convinte con cui gli attentatori si preparano la mattina della strage dell'11/9/2001, simili in qualche modo ai modi occidentali di iniziare la giornata, ognuno col suo credo. Un grande pregio del film è quello della regista indiana Mila Nair o dell'autore del libro da cui il film è tratto, con molta intelligenza raccontano le due visioni delle cose, senza propendere per una parte o l'altra. 

Lasciare un commento

Per commentare registrati al sito in alto a destra di questa pagina

Se non sei registrato puoi farlo qui


Sostieni la Fondazione AgoraVox







Palmares