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Il disgraziere Gianni Letta

Il disgraziere Gianni Letta

 
Quando si tratta di annunciare sacrifici, il Cavaliere non vuole associare la sua faccia a queste dolenti note, e affida il compito allo scudiero Gianni Letta che, praticamente, sconfessa tutto l’ottimismo sulla crisi profuso dal suo capo, e snocciola a raffica l’elenco dei “duri sacrifici”, che egli “spera” siano solo passeggeri. Quando si tratta di inaugurare le nuove case a L’Aquila (peraltro costate un sangue, e con imprese costruttrici non ancora pagate), ecco onnipresente il faccione sorridente dell’uomo dei miracoli; quando si tratta di annunciare tagli e ammettere una grave crisi, l’omino di Arcore manda Letta.
 
L’immagine innanzi tutto! Questa è la vera filosofia del sultano del consiglio, che fino all’altro ieri attribuiva la crisi al pessimismo e al catastrofismo della sinistra (ma quale?). Crisi inventata per parlare male del suo governo, e ora, di fronte ai fatti che lo sbugiardano, invece di ammettere una sua gravissima sottovalutazione della crisi economica e debitoria, manda Letta a fare la Cassandra.
 
In un paese razionale e civile questa dovrebbe essere la morte politica di un teleimbonitore che, oltre a far dire sciocchezze dal suo monopolio mediatico, non conosce nemmeno la cultura del governare, non sopporta quel poco di critica rimasta, fa leggi ad personam e leggi che servono alla criminalità e agli evasori fiscali per restare impuniti.
 
Non vedo un grande futuro per Berlusconi. Il suo tempo è scaduto e, come il suo fratello di sangue, Craxi, ha aumentato enormemente il debito pubblico condannandoci per i prossimi decenni a pagare 80 miliardi di euro l’anno di interessi sul debito stesso.
Quello che ci dovremmo ricordare quando votiamo sono le cifre del debito pubblico e di chi ci ha fatto questo regalo, invece dei pettegolezzi sulla vita privata delle persone. Ma qui, in Italia, abbiamo un problema in più: non abbiamo un’opposizione con un programma e un’identità alternativa che sia minimamente credibile.
Non stiamo messi bene.

Quanto ai sacrifici promessi agli italiani, essi sembrerebbero meno duri se si annullassero tutti gli interventi militari all’estero, si tagliassero le inutili spese militari, si sospendesse il rimborso delle spese per le basi americane e Nato in Italia, si sospendesse l’8 per mille alla stramiliardaria Chiesa cattolica e si abolisse il finanziamento pubblico ai partiti e all’editoria.I sacrifici li facciano per primi i militaristi, i baciapile e i partiti invece di iniziare dai ticket sanitari.
 
Lascia sgomenti il fatto che nessuno faccia queste proposte.
 

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