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Il diritto come strumento di guerra economica

Nel 21° secolo, il diritto internazionale moderno sta vivendo un profondo cambiamento, mettendo così in dubbio la sua stessa legittimità. Questo tende infatti a diventare un vero e proprio strumento di guerra economica tendente ad adeguarsi agli interessi di potenza dei paesi più influenti.


Questo diritto internazionale è oggi svuotato della sua sostanza principale, che era quella di governare una serie norme vincolanti per gli Stati e di sostenere la giustizia internazionale. In effetti, alcuni Stati si stanno impegnando, sempre di più, attraverso sottigliezze giuridiche fittizie per orientare le loro politiche verso un obiettivo di dominio geoeconomico e geopolitico come ampiamente illustrato sia nella prima che nella seconda edizione del Manuale di intelligence economico curato da Christian Harbulot.

Oggi è chiaro che c’è un flagrante abuso di legislazione extraterritoriale, con regole che non sono valide per tutti ma che piuttosto avvantaggiano uno o pochi Stati, pur essendo sfavorevoli, e anche molto dannose per altri. Ciò è dimostrato da una serie di leggi straniere e comunitarie che stabiliscono norme legali con portata extraterritoriale, ad esempio la legge americana o la legge europea .Queste sono in definitiva norme internazionali volte a legittimare il potere economico degli Stati che ne fanno portavici.
Attraverso la lotta ai crimini transnazionali (terrorismo, riciclaggio di denaro, finanziamento del terrorismo, corruzione, ecc.) determinati stati cercano di legittimare i loro diritti per volersi affermare oltre i loro confini. Tuttavia, resta il fatto che dietro questo interesse di sicurezza globale si celano veri obiettivi competitivi e commerciali specifici di uno Stato o di una minoranza di Stati. Infatti, nel contesto dell’internazionalizzazione delle imprese e della globalizzazione del commercio, ogni Stato cerca di ricorrere all’intelligence legale. Quest’ultima , altro non è che l’insieme di tutte le tecniche e i mezzi che consentono a un attore – privato o pubblico – di conoscere l’ambiente giuridico da cui dipende, di identificare e anticipare i rischi e le potenziali opportunità, agire sul suo sviluppo e disporre delle informazioni e dei diritti necessari per poter attuare gli strumenti giuridici in grado di raggiungere i propri obiettivi strategici.

Insomma allo stato attuale sta prendendo piede una nuova forma di lotta di potere tra i paesi più sviluppati, con l’obiettivo di imporre, ciascuno a suo modo, i propri diritti, attraverso l’uso di strumenti di intelligence legale. Una di queste tecniche è la creazione di norme vantaggiose con portata extraterritoriale.Se rivolgiamo la nostra attenzione al diritto extraterritoriale americano basta citare le seguenti norme per avere una idea chiara di come gli USA esercitano il loro diritto di ingerenza .


Il Foreign Corrupt Practices Act (FCPA), il Foreign Account Tax Compliance Act (FATCA), la legge Helms-Burton, la legge Amato-Kennedy ,il Patriot Act ,il Sarbanes-Oxley (“Act Public Company Accounting Reform and Investor Protection Act”), Justice Against Sponsors of Terrorism Act o Cloud Act hanno consentito agli Stati Uniti d’America ad obbligare l’intera comunità internazionale ad aderire ai propri obiettivi strategici.

Nell’arco di dieci anni (2008-2018), lo stato americano, attraverso l’FCPA per esempio ha inflitto multe per quasi 6.900 milioni di dollari USA, di cui appena un quarto (1.700 milioni di dollari ) alle società americane e il resto a società prevalentemente europee. Lo stesso vale per le violazioni statunitensi dei loro embarghi e / o alla lotta al riciclaggio di denaro,sanzioni che , tra il 2004 e il 2015, hanno generato 16.945 milioni di dollari ancora una volta principalmente rivolte a entità europee.
È evidente che tali misure sanzionatorie hanno raggiunto un duplice obiettivo: salvare, da un lato, le casse americane e, dall’altro, distruggere i potenziali concorrenti delle aziende americane.
In definitiva, le leggi statunitensi con effetto extraterritoriale prendono di mira la maggior parte dei concorrenti stranieri .
In conclusione l’intelligence legale sta senza dubbio diventando una nuova arma di influenza per gli stati. Ciò contribuisce a fornire all’intelligence economica ulteriori strumenti per consentirle di ampliare il proprio spettro di analisi al fine di adottare una strategia più efficace.
Dovrebbe essere dunque interesse degli Stati vittime di questo arsenale legale sproporzionato, quello di pensare a sviluppare soluzioni alternative per evitare la loro adozione. A questo proposito, le “leggi di ostruzione” o anche le “leggi di blocco” costituiscono certamente un buon esempio.
Proprio per questo le nuove potenze emergenti, come Cina, India, Brasile, Turchia o persino Indonesia stanno gradualmente facendo venire meno l’ordine internazionale strutturato intorno agli Stati Uniti d’America.

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