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Il "digital divide" italiano

La Confindustria vuole una crescita economica almeno al passo della media europea. Per il Governatore della Banca d’Italia, "Una crescita stentata alla lunga spegne il talento innovativo di un'economia”. A tessere i fili dell’una e dell’altro è la grande ragnatela mondiale internettiana con le sue tecnologie che crescono esponenzialmente. Nella rete si raddoppia la velocità di corsa ad ogni falcata (2, 4, 8), anziché procedere un passo per volta (1, 2, 3). Le imprese più attive nella rete penetrano più facilmente i mercati emergenti, sono più presenti in Cina e India, registrano maggiori incrementi di produttività e crescono più in fretta.

I fili della rete tessuti dall’Italia sono ancora pochi e sparsi. Per contributo di Internet alla crescita del PIL tra il 1995 e il 2009, McKinsey piazza l’Italia al penultimo posto tra le economie mature (come riporta questo giornale nell’articolo del 25 maggio “Figli di una rete minore” di Fabio Chiusi). Secondo il Boston Consulting Group, l’Internet economy italiana, pari a 31,6 miliardi di euro nel 2010 e in crescita del 10% rispetto al 2009, nel 2015 dovrebbe rappresentare tra il 3,3 e il 4,3 % del PIL. Saremmo sulla buona strada se non fosse per il fatto che la penetrazione di Internet è molto squilibrata per fasce di età. Si scende dal 71% di navigatori in rete tra i 6 e i 24 anni d’età al 7% per gli oltre sessantacinquenni. Essendo in Italia le leve del comando nelle mani della gerontocrazia, lo sviluppo dell’Internet economy si scontra contro alte barriere di sensibilità, comprensione e dimestichezza alzate dalle generazioni di età superiore.

Il risultato sconfortante lo ha fotografato la società di telecomunicazioni Enter. Per accesso a Internet senza fili e pubblica siamo al quattordicesimo posto. Ci precedono economie avanzate ed emergenti, con la Cina al secondo posto e la Turchia al decimo. In Estonia, perfino in corriera i viaggiatori usufruiscono di connessione Wi-Fi e gratuita. Al gap infrastrutturale nei confronti internazionali si aggiunge quello regionale all’interno del paese. Lo scarto Nord-Sud è impressionante. Da postazioni Wi-Fi ogni 6387 abitanti in Trentino Alto Adige la densità del servizio precipita a 49073 abitanti in Basilicata. Mentre Internet riduce drasticamente distanza e tempo, versando in queste condizioni crescita economica e talenti innovativi sono penalizzati.

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