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11 settembre 2001: un decennio dopo partono le spedizioni imprenditoriali di pace

Dai terroristi di Al Qaeda agli “indignados” di Madrid è trascorso un decennio che ha cambiato il mondo. Con un investimento criminale di circa 500 mila dollari, l’11 settembre del 2001 Osama bin Laden causò un’offesa incalcolabile in vite umane falciate dal crollo delle torri gemelle. L’attacco costò a New York intorno ai 95 miliardi in danni materiali. Le assicurazioni subirono perdite per 40 miliardi. Cifre notevoli in valore assoluto, ma piccole (dallo 0,25 all’1%) se rapportate al PIL americano. Ingenti, nell’ordine dei 5 trilioni, i costi indiretti sostenuti per la sicurezza nazionale e le guerre in Afganistan e Iraq. E non quantificabile il cambiamento radicale che da allora in avanti si è prodotto nel panorama mondiale della geopolitica e dell’economia. Un cambiamento, però, che si deve a bin Laden solo per l’attrazione fatale che la sua azione esercitò nel corso degli anni zero del 2000 sui media e sulla gente comune. Osama accese le luci sulla scena in cui erano già presenti i veri nuovi attori: quei paesi emergenti che dalle loro capitali e centri d’affari (Pechino, Shanghai, Nuova Delhi, Mumbai, Bangalore, Brasilia, Rio) cominciavano a trasmettere i segnali del mutamento. 

A distanza di dieci anni da quel giorno, sotto i riflettori sono ora le proteste di strada a Madrid, Parigi e Atene per la tutela dello stato sociale, la rivoluzione della “primavera araba” per la conquista della democrazia e le dimostrazioni in India contro la corruzione, in Israele contro il carovita e in Cina a difesa dell’ambiente. Nel tempo che viviamo è forte la domanda di pace dopo i conflitti bellici e le rivolte politiche e sociali. Negli Stati Uniti la Fondazione Kauffman, il maggiore serbatoio di pensiero sull’imprenditorialità, si propone di soddisfare quella domanda con spedizioni imprenditoriali il cui scopo è la formazione di nuove imprese che possano crescere velocemente in fatturato e occupazione. Aggregandosi alle spedizioni, i contingenti militari italiani impegnati sui fronti di guerra e gli esperti civili al seguito potrebbero imprimere un segno indelebile d’innovazione sulle nostre missioni di pace. Che siano da ricostruire i paesi devastati dalla guerra o si debba provvedere alle giuste esigenze della gioventù europea e dell’area mediterranea, oggi priva di un futuro, l’economia delle spedizioni imprenditoriali apre un grande spiraglio di luce dopo il buio di Al Qaeda e anni di guerre, rivolte e strisciante stagnazione economica.

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