• AgoraVox su Twitter
  • RSS
  • Agoravox Mobile

 Home page > Attualità > Politica > Il decreto salva liste ed il Popolo Viola

Il decreto salva liste ed il Popolo Viola

Riflessioni sul movimento del Popolo Viola, sui suoi meriti ed i suoi limiti.

Il decreto salva liste ed il Popolo Viola

Alcune riflessioni sull’ultimo atto eversivo della politica italiana. Poco da aggiungere a quello che in tanti hanno detto e scritto sul merito del decreto. L’ennesima dimostrazione del disprezzo per le regole della Democrazia e della Costituzione da parte di un governo e di una maggioranza impregnate fino all’osso dall’ideologia fascista, dal piduismo, dal razzismo. L’ennesima conferma del modo indecente con cui svolge il suo ruolo il Presidente Napolitano, l’uomo che nel 1956 plaudeva all’aggressione sovietica dell’Ungheria, l’amico di Craxi, il leader della corrente migliorista finanziata da Ligresti e Fininvest. Un Presidente, a differenza dei predecessori Pertini, Scalfaro e Ciampi, privo ormai di ogni autorevolezza morale e politica.

Ancora una volta, lodevolmente, il Popolo Viola è il primo a scendere in piazza e a dare voce allo sdegno e alla protesta di tanti cittadini. Vanno sicuramente apprezzati ed elogiati coloro che fin dalla notte tra il 5 ed il 6 marzo hanno urlato la propria indignazione.

Eppure dovrebbe essere chiaro a tutti che scendere in piazza, siano 100 o 1000 o un milione di persone, non basta.

Non basta a cambiare i rapporti di forza della politica italiana, dominata da caste e oligarchie economiche e finanziarie, legali ed illegali, forti di una formidabile potenza di fuoco. Non serve forse nemmeno ad avvicinare, parlare e convincere chi, ubriacato dalle televisioni del padrone, non è già dalla nostra parte pur avendo i nostri stessi interessi.

Non è pensabile d’altronde che un movimento che dovrebbe porsi l’obiettivo di contribuire a cambiare la società e ripristinare la democrazia, possa decidere le proprie strategie in improvvisate assemblee pubbliche di 50 o cento persone, senza costruire una struttura ramificata ed organica e senza darsi delle regole statutarie certe.

Non è pensabile, senza avere prima aver definito i propri principi programmatici non negoziabili, porsi come interlocutori dei partiti e non esserne fagocitati.

Il Popolo Viola così com’è rischia solo di rendersi, consapevolmente od inconsapevolmente, strumento di propaganda di un’opposizione che è anch’essa parte della casta e che ha enormi responsabilità nel successo del berlusconismo e nella crisi della democrazia. O addirittura di diventare una docile pedina in mano a chi, nell’ombra, muove i fili per determinare gli sviluppi futuri del nostro Paese.

Soprattutto la piazza, encomiabile atto identitario, non colpisce adeguatamente i nemici della democrazia, non li indebolisce né li costringe a farsi da parte.

Credo che i cittadini onesti debbano ancora trovare più efficaci metodi di lotta, gandhianamente non violenti, realmente in grado di restituire al popolo la sovranità e far vincere finalmente la legalità e la democrazia.

Lasciare un commento

Per commentare registrati al sito in alto a destra di questa pagina

Se non sei registrato puoi farlo qui


Sostieni la Fondazione AgoraVox







Palmares