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Il caso Bertolaso: la lotta alla libertà e alla giustizia

Il caso Bertolaso: la lotta alla libertà e alla giustizia

Ancora una volta il Presidente del Consiglio ha indicato con una chiarezza disarmante i suoi principali nemici: la giustizia e la libertà. Non è certo un mistero che Silvio Berlusconi abbia da tempo dichiarato guerra alla giustizia e alla libertà di informazione e di opinione. Chiunque indaghi su di lui e sui suoi amici, chiunque la pensi in maniera diversa è criminale, carico d’odio, invidioso, comunista, vendicativo, giustizialista, antitaliano e quant’altro. 
 
Prima la maggioranza di destra ha deciso che, fino alle elezioni regionali, nei canali della RAI i programmi di informazione e di approfondimento, come "Porta a Porta" e "AnnoZero" (e molti altri) verranno sospesi per lasciare spazio alle tribune elettorali. Il motivo per cui è stata presa questa decisone è che, secondo i berluscones, la tv di Stato è di sinistra e dunque dà informazioni errate ai cittadini.
 
Probabilmente è vero che questi programmi di approfondimento sono, per la maggior parte, di sinistra, ma è anche vero che sono per lo più settimanali, mentre i programmi di destra, come "Porta a Porta", vengono trasmessi quattro volte alla settimana. E’ anche vero, inoltre, che due tg su tre delle reti pubbliche sono sfacciatamente pro governativi. Dunque l’informazione italiana, che di certo non gode di buona saluta, non pende assolutamente a sinistra, anzi.
 
Nonostante ciò i programmi di informazione verranno soppressi, per lasciar spazio alle tribune politiche. Ma c’è anche una bella differenza tra questi due tipi di programmi. I primi sono solitamente politici, ma non solo. Trattano di un tema specifico e chiamano a discuterne politici, giornalisti ed esperti dell’argomento. La tribuna politica invece è una vetrina per i candidati, dove si parla dei programmi che questi ultimi propongono agli elettori. Due tipologie del tutto diverse di programmi tv. 
 
Berlusconi però ha dato il meglio di sè quando si è scagliato contro i magistrati che hanno osato indagare su Guido Bertolaso. Le accuse sono gravi e anche la figura fatta dal governo non è delle più belle. Ma quello che colpisce ancora una volta non sono le accuse a Bertolaso, quanto la reazione bambinesca di Berlusconi, che ha detto che quei pm devono vergognarsi.
 
Vergognatevi dunque voi pubblici ministeri che osate indagare sugli amici dell’autoproclamatosi premier, vergognatevi di combattere gli abusi e la corruzione, vergognatevi di fare il vostro lavoro, di rispettare la legge e la costituzione italiana. Vergognatevi di stare dalla parte della giustizia e dello Stato. Se foste uomini veri, come lo è l’Imperator, fareste di tutto pur di incrementare la corruzione, proteggere la mafia e evitare che i cittadini possano avere servizi migliori con tasse più basse.
 
Bertolaso ormai da anni aveva instaurato un sistema di potere che si basava sulle gestione della protezione civile e delle emergenze e proprio a causa di questo grande potere sugli appalti e sulla loro gestione è stato cooptato dai berluscones, che ormai lo volevano addirittura ministro. Nessuno mette in discussione la bravura di Bertolaso quando si tratta di gestire queste emergenze. Le operazioni straordinarie, marchio di fabbrica della gestione Bertolaso e molto apprezzate da Berlusconi, erano molto più redditizie e sopratutto avevano meno controlli e meno norme da rispettare.
 
Tutti saremmo d’accordo nel rispettare meno norme, se questo volesse dire sistemare velocemente i terremotati e risolvere una volta per tutte il problema dei rifiuti in tutte le sue sfaccettature. Ma un pò meno persone saranno d’accordo quando, da queste emergenze, qualcuno si arricchisce in maniera indebita proprio grazie alla straordinarietà e dalle deroghe. Su questo sta indagando la magistratura. Se dunque le accuse a Bertolaso verranno confermate penso che siano ben altri a doversi vergognare e non i pubblici ministeri. Ma non temete. Il parlamento ha mille armi per mettere al riparo i suoi uomini peggiori.

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