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Il Ripasso 17: Roxy Music

Non sottovalutati ma fraintesi. Per capire l’estetica dei Roxy Music bisogna comprendere il kitsch, quello consapevole e intelligente. Bryan Ferry, cantante, compositore, frontman e direttore artistico esce dall’accademia di belle arti come Andy MacKay, oboe e sax, e Brian Eno, trascinato dall’amico MacKay nella band per esserne il “sound designer”. Concetti e competenze che ancora adesso non sono contemplate nelle rock band ma che i Roxy Music curano attentamente già nel 1971.

Avanti rispetto i loro tempi? No, veri artisti che decidono di dedicarsi alla musica, come piattaforma per inserirvi tutte i loro interessi, compreso il gusto per la moda più bizzarra, per il “fashion” più estremo). Costumi che hanno il compito di rappresentare il loro concetto musicale e artistico. Sono cresciuti all’accademia sotto l’influenza della pop art, e da essa hanno raccolto l’idea postmoderna della confluenza di più stili.

Velvet Underground

Andy Wharol e Velvet Underground

Una generazione cresciuta a jazz e rock’n'roll, che ha studiato le innovazioni di Cornelius Cardew John Cage e Karlheinz Stockhausen, che ha vissuto la novità intellettuale e sperimentale dei Velvet Underground. Tutto fuso assieme in un pastiche d’avanguardia e al tempo stesso popolare. Concettualmente un grande risultato. Ma anche musicalmente

Cornelius Cardew

Cornelius Cardew

Il primo disco mostra anche nella copertina le idee chiare su quello che deve essere lo stile grafico, con il richiamo alle pin-up delle cover delle riviste anni 50. Una provocazione che non riguarda le pose invitanti delle modelle, ma uno schiaffo al pensiero di allora, indirizzato verso tutt’altre direzioni ideologiche. Cosa c’è di più snob che recuperare il passato attualizzandolo e rendendolo un fenomeno controcorrente? Con la loro scelta personalissima lanciano, senza volerlo, quello che verrà definito “Glam Rock“.

Nel primo album i Roxy Music triturano un repertorio ampio tenuto assieme dai suoni prodotti dai sintetizzatori di Brian Eno. La sovrabbondanza di citazioni e suoni sintetici esplode in “The Bob” che sono costretti a definire una medley tanto il brano è un incoerente collage musicale. “Would You Believe?” è una tipica composizione di Ferry, una raffinata base in cui ricama con la sua voce da crooner di altri tempi e che si trasforma in un veloce rock and roll. “Sea Breezes” è un altro esempio dello stile di Ferry; il lamento dell’uomo torturato dall’amore cresce fino a un intermezzo dalla ritmica spezzata e dal canto allucinato.

For Your Pleasure” è probabilmente il capolavoro dei Roxy Music per l’equilibrio raggiunto fra cura del suono e brani. In copertina su un elegante sfondo nero Amanda Lear tiene al guinzaglio una pantera mentre Bryan Ferry nelle vesti di chauffeur la guarda soddisfatta. E ne ha ragione, visto che è la prima di una serie di conquiste fra le top model che compaiono sulle copertine dei loro dischi.

For Your Pleasure

Copertina fronte e retro dell’album “For Your Pleasure”

Do The strand‘ è il rock’n'roll trasfigurato, un ballo caotico dove un intermezzo di frastuoni porta all’apice la canzone. ‘Beauty Queen‘ è una ballata dal canto romantico e confidenziale, particolarmente ispirato. Ferry è Elvis che lascia, come di consueto, lo spazio alla band per una cavalcata elettrica dal ritmo vorticoso, per poi tornare a gigioneggiare con un vibrato d’altri tempi. ‘In Every Dream Home a Heartache‘ è un brano dove un organetto fa da tappeto al canto quasi sussurrato che prelude a un’esplosione di suoni e al grido disperato del cantante. Manca in questa selezione il capolavoro dei Roxy Music, a causa del missaggio che lo unisce al brano successivo. Si tratta dei 9 minuti di ‘The Bogus Man‘, una ritmica elementare e ossessiva nella quale Ferry ripete ostinatamente lo stesso ritornello su interventi stonati di chitarra, di sax ed elettronica. Infine ‘Grey Lagoons‘ riporta alla vitalità citazionista della band, una base ritmica funky lascia il posto al rock nostalgico riveduto e corretto, per poi tornare su uno dei più brutti ma affascinanti assoli di armonica a bocca della storia del rock. Con questo splendido disco Brian Eno ritiene che il suo compito sia assolto e decide di cominciare a produrre in proprio.

Nel 1973 esce “Stranded“, con il diciannovenne Eddie Jobson ex dei Curved Air alle tastiere e al violino. Si sente immediatamente l’assenza della cura sonora di Eno, e Ferry prende in mano totalmente le redini del gruppo imponendo una collezione di brani comunque splendidi. Manca però qualcosa. Le canzoni nonostante gli spunti geniali sembrano irrisolte. Rimangono canzoni significative, come la decadente “A song for Europe‘ e la bellissima ‘Mother of Pearl‘ (non inclusa in questa antologia per gli stessi motivi di ‘The Bogus Man’). Con ‘Stranded’ i Roxy Music cominciano ad essere Bryan Ferry e viceversa. Una cosa rimane immutata: l’elegante e carismatico leader piazza l’ennesima fidanzata top model in copertina.

Stranded

Fronte e retro dell’album “Stranded”

La “Country Life” del titolo del disco successivo (1974) è una parodia di una rivista specializzata sul giardinaggio. E infatti due ragazze in lingerie si stagliano su una siepe verde e fronzuta. Una delle due è la sorella di Holger Czukay dei tedeschi Can. Il disco parte con una grande spinta: ‘The Thrill of it All‘, veloce brano supportato da una sezione d’archi. Di nuovo come nel precedente album ottimi spunti per splendidi brani che hanno però qualcosa di incompleto. Fanno eccezione ‘A Really Good Time‘, dal tema troppo delicato e sentimentale per non essere preso in considerazione, e ‘Prairie Rose‘, che pare ispirerà i Talking Heads per la loro canzone ‘The Big Country‘. Il gruppo scozzese Big Country invece la reinterpreterà negli anni ’80. La canzone è dedicata alla nuova fiamma di Brian Ferry, la biondissima top model texana Jerry Hall che, guarda caso, andrà a finire sulla copertina del disco successivo nei panni addirittura di una sirena. Per poi diventare più tardi la signora Jagger.

Il disco con la bionda sirena texana ovviamente si intitola “Siren” ed esce nel 1975. Il gruppo inizia ad ammiccare con qualche canzone pop più convenzionale. Le composizioni si fanno più essenziali, ma tutto sommato non cambia moltissimo dai precedenti dischi. Certo, si sente il tentativo legittimo di adeguarsi ai tempi che passano, e ne è una testimonianza la gradevole ‘She Sells‘ con qualche accenno ‘disco’. ‘Whirlwind‘ invece è un esempio dello stile già presente negli album precedenti. Come in ‘Prairie Rose’ anche in ‘Whirlwind’ lo stile chitarristico rumoroso e slide di Phil Manzanera ispirerà parecchi (‘shoegazers‘ in testa)

Con il disco live “Viva!” i Roxy Music raccolgono testimonianze di concerti dal 1973 al 1975, con molto materiale proveniente dai primi due album. E’ quasi un addio allo stile che li ha contraddistinti prima della svolta rappresentata da ‘Manifesto‘, album che scontenterà critica e fan. Uscito dopo tre anni di silenzio propone il nuovo sound della band, raffinato e costruito per entrare nelle charts.

Roxy Music

I primi tempi (bei tempi)

Le qualità non migliora certo con il successivo ‘Flesh & Blood‘ del 1980, che rimane coerente sulle linee del precedente album (fa eccezione l’ineccepibile pezzo disco ‘Same Old Scene‘). Le atmosfere sono sempre più rarefatte fino al successivo ‘Avalon‘ del 1982, un grande successo (‘More Than This‘). Con il buon gusto che contraddistingue Bryan Ferry, nonostante il nuovo stile sia non solo stato accettato dal pubblico ma anche premiato con grandi vendite, decide di sciogliere la band rinunciando a un facile successo. Continuerà da solo consacrandosi come uno dei veri crooner rimasti sulla scena musicale mondiale. Non un imitatore di cantanti del passato, ma un originale interprete della sua ineffabile personalità.

Questo articolo è stato pubblicato qui

Commenti all'articolo

  • Di (---.---.---.205) 21 dicembre 2012 15:30

    Ma come ti permetti di sorvolare su Flesh, Manifesto e Avalon???

    • Di (---.---.---.165) 21 dicembre 2012 17:04

      Pur rimanendo un gruppo per il quale nutro una grandissima stima, come per ogni artista ci sono periodi di creatività e di decadenza... quelli citati sono album molto raffinati, ma il fatto che un genio come Bryan Ferry e compagnia abbiano poi deciso di abbandonare il progetto Roxy Music conferma FORSE la mia idea: cioè che non potessero rischiare di costruire splendide confezioni ma prive di contenuti innovativi. E infatti Bryan Ferry ha fatto la scelta più giusta e intelligente: è diventato l’unico, vero crooner genuino nel panorama musicale. As Time goes By...

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